RICOVERANO SUA MADRE PER IL VIRUS, LUI POSTA SU FB MESSAGGI NEGAZIONISTI
“VEDETE, NON C’E NESSUNO”: IL SUO VIDEO DOPO AVERLA PORTATA ALL’OSPEDALE DI VERDUNO… LA ASL LO DENUNCIA
La madre non si sente bene, è anziana, ha un’occlusione intestinale e il figlio la porta al pronto soccorso dell’ospedale di Verduno. Subito dopo il triage la donna viene sottoposta al tampone, è positiva al Covid e viene ricoverata.
Il figlio che l’ha portata al nosocomio perchè fosse curata, però, è un negazionista e dopo averla lasciata in ospedale si sistema nel parcheggio e accende la videocamera del suo cellulare per “denunciare la solita mangeria della sanità italiana”.
Il video è stato pubblicato su Facebook ed finito sul tavolo dell’Asl Cn2 che ora è pronta a denunciare l’autore del video.
Nel suo video l’uomo mostra l’ingresso del triage dell’ospedale : “Vedete non c’è nessuno – dice – lo strapieno pronto soccorso di Verduno”, e continua. “Mia mamma non ha neanche un raffreddore e non può essere positiva ma così i medici ottengono 700 o 2000 euro per ogni malato. E’ il teatrino del covid”.
L’uomo minaccia di chiamare i carabinieri o il suo avvocato, ma ora rischia davvero di doverlo chiamare per difendersi da un’accusa di diffamazione.
“In riferimento ai messaggi denigratori che stanno circolando sui social riguardo il “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno e in particolare alcuni contenuti all’interno dei quali viene sostenuto che “i sanitari inventano la positività dei pazienti a proprio beneficio”, per scopi non meglio precisati – è la replica dell’Asl – smentiamo con forza tali illazioni”.
E prosegue l’azienda sanitaria: ” Le strutture sanitarie dell’Asl Cn2, soprattutto il personale composto da Oss, infermieri e medici, stanno sostenendo un carico professionale e umano senza precedenti. Il personale in servizio sul territorio e a Verduno è quotidianamente sottoposto a uno sforzo al limite delle possibilità , anche perchè gli operatori stessi, in numero molto maggiore rispetto alla prima ondata, sono soggetti al rischio di contagio. Dunque, come evidente, la componente sanitaria, che agisce con abnegazione e sacrificio, non trae alcun giovamento dalla situazione. Come organizzazione sanitaria restiamo disponibili a proseguire l’impegno professionale e assicuriamo la dedizione umana. “Aiutateci ad aiutarvi””.
Della questione si sta ora occupando l’ufficio legale dell’Asl.
(da agenzie)
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