Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
BENNO NEUMAIR HA AMMESSO DI ESSERE L’AUTORE DEL DUPLICE OMICIDIO
Benno Neumair ha confessato il duplice omicidio dei genitori, uccisi a Bolzano e gettati nel fiume Adige lo scorso 4 gennaio. La notizia arriva direttamente dalla procura di Bolzano, che in una nota parla di “due interrogatori nel corso dei quali l’indagato, alla presenza dei difensori, ha ammesso le sue responsabilità “.
Il contenuto dei due verbali – precisa il comunicato – “è stato desecretato” dalla stessa Procura contestualmente alla richiesta di un nuovo incidente probatorio finalizzato ad accertare le condizioni mentali di Benno, unico indagato e unico imputato per l’omicidio del padre Peter Neumair e della madre Laura Perselli.
Ma veniamo alla svolta, e cioè alla confessione di Benno. Il 30enne istruttore di fitness, e insegnante di matematica, da quanto si apprende, avrebbe ammesso le sue responsabilità di fronte ai pm nel corso di due interrogatori ai quali è stato sottoposto nel carcere di Bolzano dove è detenuto dal 29 gennaio scorso.
Una decisione maturata evidentemente dopo giorni di detenzione, e dopo che, più volte, Benno si era dichiarato innocente e estraneo alla scomparsa dei genitori. Sia direttamente sia attraverso i suoi legali, Flavio Moccia e Angelo Polo.
Da subito, era il 5 gennaio, i sospetti degli investigatori si erano indirizzati su di lui. All’inizio dell’indagine sul duplice delitto di via Castel Roncolo si era ipotizzato che Neumair avesse ucciso i genitori nell’appartamentino a piano terra che avevano pensato di affittare per il figlio. Ma l’esame delle tracce di sangue, trovate invece nell’appartamento in cui Laura Perselli e Peter Neumair abitavano in via Castel Roncolo, ha poi portato gli inquirenti a conclusioni diverse. Il sangue apparterrebbe in particolare a Peter Neumair. E sempre al padre appartengono le tracce ematiche rinvenute sul ponte Ischia-Frizzi a sud di Bolzano.
Che cosa è successo la sera del 4 gennaio lo hanno ricostruito i carabinieri: si pensa che Benno abbia strangolato prima il padre e poi la madre. I segni trovati sul collo di Laura Perselli sembrano confermare quest’ipotesi. Benno avrebbe poi portato i corpi dei genitori in spalla fino in macchina. Il corpo di Laura è stato trovato nell’Adige dopo diversi giorni mentre quello di Peter ancora non si trova. “Le ricerche proseguiranno ulteriormente”, si legge sempre nella nota diffusa dalla procura di Bolzano, dove si precisa che, al momento, non possono essere divulgati particolari sugli atti inviati al gip.
(da agenzie)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
NUOVO SIMBOLO, AMBIENTALISMO, POLITICHE SOCIALI E MANI LIBERE
«Non siamo un partito, non siamo una casta. Ognuno vale uno». Era il 2010. Il Movimento 5 Stelle
era nato da qualche mese e questa era la frase più citata nell’inno scelto dalla base. Parole che dopo dieci anni sembrano lontanissime.
Soprattutto oggi, mentre si leggono le cronache dell’operazione che Giuseppe Conte sta portando avanti per riformare il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Il Corriere della Sera riferisce di una telefonata tra l’ex premier e Nicola Zingaretti. Il Fatto Quotidiano invece ha pubblicato una foto in cui Conte e Grillo parlano seduti su due sedie di legno davanti alla villa dell’autoproclamato «elevato» a Marina di Bibbona. Scatto, che il giornale attribuisce a «un lettore».
Tra un’indiscrezione e l’altra emergono le condizioni che Conte sta mettendo sul tavolo per concedere il suo voto, e i suoi sondaggi, al servizio del Movimento 5 Stelle. In una telefonata a Zingaretti l’ex premier avrebbe detto: «Io sto preparando questo piano per la rifondazione del M5S ma mi sono lasciato le mani libere. Se lo accettano integralmente, bene. Altrimenti…». Mani libere.
Conte è stato incoronato come nuovo leader nell’ultima assemblea (ristretta) organizzata dal Movimento. I punti del suo programma non sono stati ancora resi noti. Da quello che sta trapelando sembra però che l’ex premier voglia mettersi alla guida di un partito basato soprattutto sull’ambientalismo, un partito vicino quindi a quei Verdi che ben presidiano certe regioni dell’Unione Europea. A quanto pare Conte avrebbe molto apprezzato in particolare lo statuto dei Verdi tedeschi.
Insieme a un programma basato sulla transizione ecologica, oltre che sulle politiche sociali, Conte si prepara anche a presentare un nuovo simbolo che dovrebbe includere, come anticipato da Grillo, anche il numero 2050.
Questo traguardo, come spiega Luigi Di Maio, è quello fissato dall’Unione europea per arrivare a un impatto climatico zero. «È una visione politica chiara e netta che ci permetterà di uscire — chiarisce Di Maio — da questa crisi economica che sta colpendo anche il nostro Paese. Una crisi ancora più dura a causa della pandemia».
In tutto questo processo di riforma del partito, i rapporti con Davide Caseleggio non potrebbero essere più incrinati. Il figlio di Gianroberto si prepara a pubblicare un manifesto politico, una presa di posizione che Conte potrebbe non accettare. E non solo. Nonostante la rottura con molti nomi noti del partito, non ultimo il ministro Stefano Patuanelli, è ancora sul piatto la richiesta fatta da Caselggio per avere i 450 mila euro di debiti che gli eletti del M5s hanno accumulato con la piattaforma Rousseau.
Da statuto infatti una parte dello stipendio dei portavoce del Movimento dovrebbe essere devoluto per sostenere questo progetto. Uno strumento che oggi sembra sempre meno essenziale.
Come spiega il Corriere della Sera, il punto focale del piano Conte gira attorno a “un’idea di governance quasi notarile, dove dirige chi è chiamato a dirigere e comanda chi è chiamato a comandare, e cioè lui. Dal «direttorio» al «direttore», tanto per capirci. E il pacchetto va accettato per intero”. Ora la palla passa a Beppe Grillo, grande sponsor dell’ex Presidente del Consiglio.
(da agenzie)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
NON SA RISPONDERE ALLA DOMANDA SU QUANTI VACCINI SIANO STATI FATTI FINORA AGLI OVER 80
Basta un poco di populismo e il vaccino va giù.
Il salotto di Non è L’Arena, il programma in onda la domenica — in prima serata — su La7, il senatore di Italexit Gianluigi Paragone è stato protagonista di un acceso scontro con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
I temi sono, ormai, quasi un mantra: la suddivisione dell’Italia in colori (in base al livello di rischio epidemiologico) e la campagna vaccinale. L’ex pentastellato, in collegamento video, ha dato degli “incapaci” ai membri del governo, con i classici clichè che condiscono la sua comunicazione aggressiva. E dopo l’attacco di Paragone contro Sileri, è arrivata “l’interrogazione” del sottosegretario.
Mentre si attende il via libera per somministrare Astrazeneca anche agli over 65, Sileri ha provato a spiegare i motivi che hanno portato a un non utilizzo in toto delle dosi a disposizione del nostro Paese: viste le difficoltà registrate nelle ultime settimane nell’arrivo delle dosi, si è deciso di conservarne una parte per i richiami (Pfizer 21 giorni, Moderna dai 28 in su).
Insomma, tenere le scorte per non inceppare la fase della seconda inoculazione alle persone che hanno già effettuato la prima. E sappiamo, visto che ormai la narrazione è nota, come il tema della seconda dose si un elemento fondamentale per una campagna vaccinale efficace. Ma questa spiegazione, nota ai più, non è bastata a Pierluigi Paragone.
“Voi siete incapaci”, interviene a gamba tesa il senatore interrompendo il discorso di Sileri. Il motivo? Il prosieguo della suddivisione dell’Italia in zone colorate, in base al livello di rischio epidemiologico. Perchè ai tre colori — giallo, arancione e rosso — si sono aggiunti anche il bianco (come in Sardegna) e l’arancione rafforzato (con restrizioni che sono un ibrido tra il rosso e, per l’appunto, l’arancione).
Insomma, questo è il motivo che ha portato all’accusa di Paragone contro Sileri.
Quanti vaccini sono stati fatti? Boh
Ed è lì che il sottosegretario alla Salute decide di mettere alle corde il senatore di Italexit chiedendo se fosse a conoscenza dei dati della campagna vaccinale in Italia, con particolare riferimento agli over 80 (la famosa fase-2). La risposta si trova sul bollettino, disponibile a tutti, aggiornato quotidianamente e pubblicato sul sito del Ministero della Salute. Ma Paragone si è celato dietro un “no, non lo so e non mi interessa”, scuotendo le braccia come se quella domanda fosse fuori luogo.
E, alla fine, Sileri si lascia andare: “E allora non parlare”
(da NextQuotidiano)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
A LUGLIO LA CURVA SARA’ PIATTA, MA PRIMA LA NUOVA ONDATA SARA’ DURISSIMA…. A FINE GIUGNO 135.000 VITTIME
Continua ad aggravarsi la situazione epidemiologica in Italia, con la curva dei contagi di Coronavirus
che da giorni ormai è tornata sopra i 20 mila casi al giorno. Mentre il governo si prepara a nuove restrizioni, senza escludere neanche l’ipotesi di un lockdown di tre settimane, le proiezioni sull’andamento dell’epidemia nel Paese disegnano un quadro in cui il picco dei morti dovrebbe arrivare a inizio aprile con 654 vittime in un solo giorno.
È questa la stima prodotta dal modello dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’università di Washington a Seattle. Con il numero delle vittime in continuo aumento dunque, è attorno al 29 giugno che secondo la proiezione si dovrebbe raggiungere il picco totale, arrivando a un totale di 135 mila morti dall’inizio della pandemia.
Una stima confermata anche dal professor Roberto Cauda (infettivologo dell’ Università Cattolica e del Policlinico Gemelli). «Il picco dei decessi — spiega il professore a Quotidiano.net — dovrebbe arrivare attorno al 2-3 aprile, seguito da un netto calo, con livelli che a fine giugno scenderanno sotto quota quaranta».
Per quanto riguarda invece il numero di infezioni giornaliera, «il picco atteso in Italia è atteso secondo i modelli matematici tra il 20 e il 22 di marzo. Ovviamente le variabili sono diverse».
Secondo la proiezione di IHME, l’appiattimento della curva ci sarà attorno al primo luglio con un calo fino a 200 casi al giorno. Negli ospedali il picco di terapie intensive si toccherà il 26 marzo con 1.247 in più occupati per poi scendere a 25 unità intensive occupate a inizio luglio.
Non cambierà invece l’uso della mascherina che continuerà a essere necessaria anche nei prossimi mesi. «Noi pensiamo che il prossimo trimestre sia quello decisivo», ha confermato ieri a Mezz’ora in Più, su Rai Tre, il ministro della Salute Roberto Speranza. «La strategia — ricorda poi il professor Cauda — è una sola: contenere e vaccinare».
(da Open)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
COPRIFUOCO ANTICIPATO, ZONA ROSSA NEI WEEK END E STOP ALLE SCUOLE… MA SE IL RESTO RESTA APERTO E’ SOLO L’ENNESIMO TAPPULLO CHE NON SERVIRA’ A MOLTO
Si apre una settimana cruciale in vista di nuove restrizioni a pochi giorni dall’ultimo Dpcm. Cresce l’ipotesi di una chiusura uniforme a livello nazionale per dare una spinta alla campagna di vaccinazione
Potrebbe arrivare già entro la fine di questa settimana una nuova stretta sulle misure anti Covid a pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm lo scorso 6 marzo.
La velocità con cui cambia il quadro epidemiologico per via delle varianti Covid impone al governo Draghi tempi serrati in cui valutare se non sia necessario replicare per il periodo prima di Pasqua lo stesso schema usato per dicembre scorso, a cominciare da un quadro più uniforme di restrizioni a livello nazionale, come richiesto da diversi esperti e ribadito oggi dai principali quotidiani, così da dare fiato agli ospedali e più spazi di manovra per la campagna di vaccinazione.
L’idea alla base della strategia del ministero della Salute prevede ancora una volta l’ambizione di chiudere oggi per un breve periodo per riaprire domani con più tranquillità . Una promessa che rischia di scontrarsi con la disillusione degli italiani, che quel messaggio lo sentono ripetere ormai da mesi, se le chiusure non porteranno alla fine a risultati più tangibili.
Le ipotesi sulle chiusure
Nella larga maggioranza di governo trovare l’equilibrio tra rigoristi e aperturisti non sarà più semplice che in passato, ora che per esempio il fronte di chi respinge un’ipotesi di lockdown nazionale si è allargato da Italia viva ai partiti di centrodestra.
Per il prossimo venerdì, le previsioni sul monitoraggio settimanale potrebbero portare altre regioni in zona rossa, ma anche questo potrebbe non bastare a contenere i contagi per aumentare il passo delle vaccinazioni. Per questo il compromesso sulle nuove misure dovrebbe riguardare tre punti chiave
Crescono però i dubbi sui criteri finora usati e che saranno ridiscussi nelle prossime ore nei diversi incontri tra esperti, governo e rappresentanti di Regioni e Comuni.
A cominciare da quello dei 250 contagi ogni 100 mila abitanti, usato oggi per chiudere le scuole, ma che rischia di disincentivare lo svolgimento dei tamponi da parte delle Regioni, come avvertono gli stessi governatori. Cresce quindi anche l’ipotesi di una stretta uniforme da applicare entro la fine di aprile, quindi un lockdown nazionale di tre settimane, con l’inevitabile chiusura totale di tutte le scuole.
(da agenzie)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
DA GALLI A SEBASTIANI: “LE MISURE DELL’ULTIMO DPCM NON BASTANO, LA CURVA RADDOPPIA IN SEI GIORNI”
“Le prossime ore non saranno facili perchè abbiamo due obiettivi: da una parte provare a piegare la
curva e dall’altra richiamare tutti alla massima attenzione”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un evento di Fs alla stazione Termini.
“Davanti a noi ci sono settimane dure – ha aggiunto il ministro – ma ora abbiamo nuovi strumenti, abbiamo molte più dosi in arrivo e cercheremo di avere sempre più luoghi in Italia dove ci si potrà vaccinare. Credo che questo, insieme all’unità , sia la chiave che abbiamo per combattere il virus”.
Galli: “Ci aspetta settimana difficile, misure Dpcm non bastano
“La realtà dei fatti ci dice che le misure previste dall’ultimo Dpcm non bastano. I casi che abbiamo visto nel fine settimana sono con molta probabilità casi sintomatici ovvero sono persone che sono state tamponate perchè presentavano problemi e quindi molti di loro avranno avuto bisogno di cure a domicilio o in ospedale. E questo è un bel preannunzio della settimana che ci aspetta”. Così Massimo Galli, direttore della Struttura di Malattie Infettive presso l’Ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre.
“Quello che vediamo non è stupefacente, è quanto ci si poteva attendere succedesse – ha proseguito l’esperto – considerando le settimane precedenti e anche le esperienze dei paesi vicini, e considerando anche che quello che è stato messo in campo era e si è dimostrato ampiamente insufficiente. Anzi – ha concluso – ci sono state riaperture proprio quando non si sarebbe dovuto riaprire nulla”.
Sebastiani (Cnr): “Curva raddoppia in circa 6 giorni”
La curva esponenziale dell’epidemia di Covid-19 in Italia ha un tempo di raddoppio di circa sei giorni, mentre a livello locale si osserva una situazione molto eterogenea, dove sono attualmente Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna ad avere una crescita esponenziale, la Puglia è stabile, la Sicilia è l’unica regione con un trend in discesa, mentre le altre regioni mostrano una crescita di tipo lineare. Lo indicano le analisi dei dati sui ricoveri in terapia intensiva eseguita dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Nelle tre regioni con una crescita esponenziale, sono Lombardia e Veneto ad avere il tempo di raddoppio più breve, di cinque giorni, mentre in Emilia Romagna la differenza della curva delle terapie intensive raddoppia ogni otto giorni. Secondo il matematico “sarebbe interessante quantificare la presenza della variante inglese in ciascuna delle tre regioni per spiegare i differenti valori del tempo di raddoppio”.
Con andamento oscillante, ma in crescita nell’ultima settimana, sono le curve di Calabria, Friuli Venezia Giulia, Umbria e provincia autonoma di Bolzano. Nell’ultima settimana segni di crescita si notano anche nel Lazio e in Sardegna, attualmente unica regione in zona bianca.
Fra le regioni con una crescita lineare, è la Basilicata a mostrare l’aumento settimanale maggiore (80%), seguita da Molise (50%), Marche e provincia autonoma di Trento (ciascuna con il 40%), Liguria (30%), Piemonte (25%), Toscana e Abruzzo (ciascuna con il 20%) e Campania (10%).
“Allo scopo di limitare la diffusione dell’epidemia – rileva Sebastiani – sarebbe opportuno agire sul fattore scatenante dell’attuale espansione dell’epidemia, ossia il ritorno all’attività didattica in presenza avvenuto tra l’inizio di gennaio e quello di febbraio, che ha veicolato la diffusione delle nuove varianti del virus, specialmente quella inglese, come si può vedere dal tempo di raddoppio più breve rispetto a quello della fase espansiva di ottobre, di poco sopra a 7 giorni”.
Gimbe: “Partita terza ondata, interventi politici tempestivi
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano campus sulla situazione Covid. “La calma piatta apparente iniziata il 20 gennaio è finita il 20 febbraio, da due settimane la curva ha cominciato a risalire – ha affermato Cartabellotta – il numero dei casi in sè non ha importanza, ma ogni 100 casi 5 vanno in ospedale e 0,5 vanno in terapie intensiva. A parte piccolissime variazioni regionali, questa è la statistica. Per questo motivo oggi abbiamo il 28% della saturazione delle terapie intensive a livello nazionale, ma in alcune regioni sono ben oltre la soglia del 30%. Quanto più gli ospedali si riempiono tanto più tolgono spazio a pazienti con altre patologie, si verifica la cosiddetta cannibalizzazione dei pazienti Covid. L’impatto sulla salute delle persone non dipende soltanto dalla malattia Covid, ma dipende dal sovraccarico degli ospedali che questa comporta. Abbiamo anche un tracciamento debole, in alcune regioni chi si occupava di tracciamento oggi si occupa di vaccini. Questi sono aspetti importanti con cui dobbiamo fare i conti”
Sul nuovo Dpcm: “Il mondo politico da mesi non ha capito uno dei problemi fondamentali, noi oggi vediamo i contagi di circa 2-3 settimane fa per questo le decisioni vanno prese in modo tempestivo. L’obiettivo era quello di fare chiusure mirate, ma queste dovevano essere molto più tempestive. Il pacchetto delle misure è una decisione politica che però deve tenere conto che la coperta è molto corta, se si consentono riaperture da una parte bisogna chiudere dall’altra, non possiamo permetterci chissà quali riaperture in questo momento. Ormai la terza ondata è partita e spetta alla politica prendere delle decisioni”.
(da agenzie)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
SEQUESTRO PREVENTIVO PER 28 MILIONI DI EURO
E’ Francesco Polidori, fondatore di Cepu (gruppo che si occupa di istruzione e formazione universitaria), l’imprenditore finito agli arresti domiciliari oggi nell’ambito dell’indagine della procura di Roma su una ipotesi, tra gli altri reati, di bancarotta fraudolenta. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno proceduto anche ad un sequestro preventivo per 28 milioni di euro.
Le indagini riguardano i fallimenti di due società , vere e proprie “bare fiscali che sono state portate a decozione con un passivo complessivo di oltre 180 milioni di euro”, scrive chi indaga, attraverso le quali, negli anni, Polidori avrebbe distratto asset dalle società e sfruttato importanti marchi del comparto dei servizi di istruzione e formazione, eludendo il versamento delle imposte.
Dalle indagini è emerso che gli indagati – ricorrendo a società qualificabili come “scatole cinesi”, anche di diritto estero – hanno ideato e realizzato una serie di complesse operazioni societarie, commerciali e finanziarie tra le quali spiccano: la creazione di una società fiduciaria in Lussemburgo, intestata a terzi ma, di fatto, riconducibile agli indagati, mediante la quale è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi, sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un’ulteriore società creata ad hoc, oggi sottoposta a sequestro; la distrazione di ingenti risorse finanziarie destinate a società controllate e collegate attraverso l’appostazione di partecipazioni (poi svalutate) e la concessione di plurimi finanziamenti e prestiti allo stesso dominus, a suoi familiari ed a persone a lui vicine, nella realtà mai restituiti.
Le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione oltre all’arresto, a una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività di impresa per un anno nei confronti di un suo collaboratore risultato essere il depositario delle scritture contabili nonchè incaricato della gestione finanziaria di alcune aziende del gruppo. Sono state, sottoposte a sequestro le quote societarie dell’azienda, tra cui lo stabile ove ha sede l’università telematica, per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro.
(da agenzie)
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Marzo 8th, 2021 Riccardo Fucile
LA VIOLENZA DI GENERE IN AUMENTO: GLI OMICIDI DI DONNE SALGONO DAL 35,2% AL 41,1%
In vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come ogni anno vengono
riportati i dati relativi alla violenza di genere dal Ministero dell’Interno, che si conferma ancora come un fenomeno grave e da combattere con ogni mezzo, un fenomeno complesso e che ha radici culturali profonde.
Questo quadro impietoso sulla condizione di molte donne in Italia emerge dall’analisi dei dati, riferiti al 2020, provenienti da tutte le forze di polizia ed elaborati dal Servizio analisi criminale della direzione centrale Polizia criminale del dipartimento della Pubblica sicurezza.
Il 2020 ha visto una diminuzione significativa dei “reati spia” (-6%) ovvero di tutti quei delitti che sono espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica diretta contro una donna in quanto tale.
Diminuzione che si accompagna anche al netto calo degli omicidi (-13% rispetto al 2019) consolidando un trend in flessione già da alcuni anni.
Ma se in valori assoluti sono diminuiti tali reati, è aumentata allo stesso tempo l’incidenza percentuale di donne uccise, passando dal 35,2% nel 2019 al 41,1% nel 2020 (sul totale di omicidi commessi): un incremento significativo se si considera che il 2020 è stato un anno che ha registrato un calo generalizzato del numero dei reati a causa delle misure adottate per contenere il contagio da Covid 19.
Sempre nel 2020 sono diminuiti gli omicidi commessi in ambito familiare (151 nel 2019, 144 nel 2020), è aumentata di 6 punti percentuali l’ incidenza delle vittime donna (dal 62% nel 2019 al 69% nel 2020), vittime che hanno trovato la morte per lo più per mano del partner o dell’ex partner.
Il Ministero dell’Interno rinnova il suo lavoro costante e continuo per offrire una adeguata tutela alle donne, così come si impegna a mantenere alta l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere, soprattutto in fase di prevenzione, anche attraverso indicazioni e nuove prassi operative che tengano conto delle particolari condizioni psicologiche in cui si trovano le vittime.
La gravità del fenomeno della violenza di genere, inoltre, mette in luce la necessità “di favorire e supportare – accanto alle azioni di prevenzione e contrasto – anche iniziative di rete da realizzare in collaborazione con altre istituzioni e associazioni di settore per contribuire alla diffusione di una reale crescita culturale che porti al rifiuto di ogni forma di violenza e discriminazione”.
In tale direzione, spiega il ministero, “va l’ impegno, in primo luogo di prefetti e questori, per creare sinergie e forme di più intensa collaborazione con la stipula di protocolli e intese con amministrazioni locali, Asl, uffici scolastici provinciali, centri antiviolenza e associazioni che si occupano di tutela delle donne, in linea con le iniziative assunte a livello nazionale”.
(da agenzie)
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