PANDEMIA, CURVA IN RIALZO, SPERANZA: “PROSSIME ORE NON FACILI”
DA GALLI A SEBASTIANI: “LE MISURE DELL’ULTIMO DPCM NON BASTANO, LA CURVA RADDOPPIA IN SEI GIORNI”
“Le prossime ore non saranno facili perchè abbiamo due obiettivi: da una parte provare a piegare la curva e dall’altra richiamare tutti alla massima attenzione”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un evento di Fs alla stazione Termini.
“Davanti a noi ci sono settimane dure – ha aggiunto il ministro – ma ora abbiamo nuovi strumenti, abbiamo molte più dosi in arrivo e cercheremo di avere sempre più luoghi in Italia dove ci si potrà vaccinare. Credo che questo, insieme all’unità , sia la chiave che abbiamo per combattere il virus”.
Galli: “Ci aspetta settimana difficile, misure Dpcm non bastano
“La realtà dei fatti ci dice che le misure previste dall’ultimo Dpcm non bastano. I casi che abbiamo visto nel fine settimana sono con molta probabilità casi sintomatici ovvero sono persone che sono state tamponate perchè presentavano problemi e quindi molti di loro avranno avuto bisogno di cure a domicilio o in ospedale. E questo è un bel preannunzio della settimana che ci aspetta”. Così Massimo Galli, direttore della Struttura di Malattie Infettive presso l’Ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre.
“Quello che vediamo non è stupefacente, è quanto ci si poteva attendere succedesse – ha proseguito l’esperto – considerando le settimane precedenti e anche le esperienze dei paesi vicini, e considerando anche che quello che è stato messo in campo era e si è dimostrato ampiamente insufficiente. Anzi – ha concluso – ci sono state riaperture proprio quando non si sarebbe dovuto riaprire nulla”.
Sebastiani (Cnr): “Curva raddoppia in circa 6 giorni”
La curva esponenziale dell’epidemia di Covid-19 in Italia ha un tempo di raddoppio di circa sei giorni, mentre a livello locale si osserva una situazione molto eterogenea, dove sono attualmente Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna ad avere una crescita esponenziale, la Puglia è stabile, la Sicilia è l’unica regione con un trend in discesa, mentre le altre regioni mostrano una crescita di tipo lineare. Lo indicano le analisi dei dati sui ricoveri in terapia intensiva eseguita dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Nelle tre regioni con una crescita esponenziale, sono Lombardia e Veneto ad avere il tempo di raddoppio più breve, di cinque giorni, mentre in Emilia Romagna la differenza della curva delle terapie intensive raddoppia ogni otto giorni. Secondo il matematico “sarebbe interessante quantificare la presenza della variante inglese in ciascuna delle tre regioni per spiegare i differenti valori del tempo di raddoppio”.
Con andamento oscillante, ma in crescita nell’ultima settimana, sono le curve di Calabria, Friuli Venezia Giulia, Umbria e provincia autonoma di Bolzano. Nell’ultima settimana segni di crescita si notano anche nel Lazio e in Sardegna, attualmente unica regione in zona bianca.
Fra le regioni con una crescita lineare, è la Basilicata a mostrare l’aumento settimanale maggiore (80%), seguita da Molise (50%), Marche e provincia autonoma di Trento (ciascuna con il 40%), Liguria (30%), Piemonte (25%), Toscana e Abruzzo (ciascuna con il 20%) e Campania (10%).
“Allo scopo di limitare la diffusione dell’epidemia – rileva Sebastiani – sarebbe opportuno agire sul fattore scatenante dell’attuale espansione dell’epidemia, ossia il ritorno all’attività didattica in presenza avvenuto tra l’inizio di gennaio e quello di febbraio, che ha veicolato la diffusione delle nuove varianti del virus, specialmente quella inglese, come si può vedere dal tempo di raddoppio più breve rispetto a quello della fase espansiva di ottobre, di poco sopra a 7 giorni”.
Gimbe: “Partita terza ondata, interventi politici tempestivi
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano campus sulla situazione Covid. “La calma piatta apparente iniziata il 20 gennaio è finita il 20 febbraio, da due settimane la curva ha cominciato a risalire – ha affermato Cartabellotta – il numero dei casi in sè non ha importanza, ma ogni 100 casi 5 vanno in ospedale e 0,5 vanno in terapie intensiva. A parte piccolissime variazioni regionali, questa è la statistica. Per questo motivo oggi abbiamo il 28% della saturazione delle terapie intensive a livello nazionale, ma in alcune regioni sono ben oltre la soglia del 30%. Quanto più gli ospedali si riempiono tanto più tolgono spazio a pazienti con altre patologie, si verifica la cosiddetta cannibalizzazione dei pazienti Covid. L’impatto sulla salute delle persone non dipende soltanto dalla malattia Covid, ma dipende dal sovraccarico degli ospedali che questa comporta. Abbiamo anche un tracciamento debole, in alcune regioni chi si occupava di tracciamento oggi si occupa di vaccini. Questi sono aspetti importanti con cui dobbiamo fare i conti”
Sul nuovo Dpcm: “Il mondo politico da mesi non ha capito uno dei problemi fondamentali, noi oggi vediamo i contagi di circa 2-3 settimane fa per questo le decisioni vanno prese in modo tempestivo. L’obiettivo era quello di fare chiusure mirate, ma queste dovevano essere molto più tempestive. Il pacchetto delle misure è una decisione politica che però deve tenere conto che la coperta è molto corta, se si consentono riaperture da una parte bisogna chiudere dall’altra, non possiamo permetterci chissà quali riaperture in questo momento. Ormai la terza ondata è partita e spetta alla politica prendere delle decisioni”.
(da agenzie)
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