Destra di Popolo.net

FONTANA ZAMPILLA GUAI: LA LEGA IN LOMBARDIA HA PERSO IL 7% NEI SONDAGGI

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

E’ IL RISULTATO DELLA PESSIMA GESTIONE DELLA PANDEMIA DA PARTE DEL GOVERNATORE…SALVINI AVEVA ANCHE PENSATO ALLE SUE DIMISSIONI MA NON HA UN NOME CREDIBILE PER SOSTITUIRLO

Matteo Salvini ha un problema enorme e si chiama Lombardia. Alcuni sondaggi, commissionati da Berlusconi, registrano un clamoroso calo della Lega nella sua regione-granaio: -7%.
Una caduta figlia dei disastri del governatore Attilio Fontana e del già  liquidato Giulio Gallera. Il colpo di grazia è stato l’azzeramento dei vertici di “Aria”, la centrale degli acquisti lombarda, dopo un anno di problemi: dal caso camici ai test sierologici fino alla gestione dei vaccini.
Come rileva “il Foglio”, il commissariamento del sempre più indigesto Fontana c’è già  stato con l’arrivo della Moratti e la promozione del salviniano di ferro, Guido Guidesi, ad   assessore allo Sviluppo economico.
Eppure Salvini – visto il crollo del gradimento della Lega nel fortino lombardo – aveva anche accarezzato l’idea di far dimettere Fontana ed evitare così nuove grane.
Ma l’uscita del governatore avrebbe posto un problema di successione: chi, per il Pirellone? Il “Capitone” non ha candidati spendibili pronto uso. La classe dirigente leghista non s’è rinnovata, soprattutto in Lombardia, dove gli equilibri di potere bloccano il ricambio generazionale. Se la next-gen è rappresentata da Susanna Ceccardi e Lucia Borgonzoni, gli anti-leghisti possono dormire sereni…
Basta origliare tra le chiacchierate non proprio benevoli che si scambiano i consiglieri di centrodestra, rimpallandosi le responsabilità  della figuraccia
Coi forzisti vicino a Francesco Ferri, la fu giovane promessa azzurra messo a dirigere Aria, che non ci stanno ad accollarsi la colpa del fallimento della super agenzia regionale che dovrebbe sovrintendere all’ attuazione del piano vaccinale. E i leghisti che vedono il loro assessore al Bilancio, Davide Caparini, mettere le mani avanti e ammettere che sì, la creazione di Aria per fusione delle tre precedenti partecipate regionali fu un’idea sua, ma “se non si fosse fatta staremmo messi ben peggio”.

(da Dagonews)

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VACCINO OBBLIGATORIO PER IL PERSONALE SANITARIO CHE LAVORA A CONTATTO CON I PAZIENTI: L’IPOTESI ALLO STUDIO DEL GOVERNO

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

MA ALLA FINE, PER EVITARE CONTENZIOSI LEGALI, FINIRA’ CHE CI SI LIMITERA’ A UN CAMBIO DI MANSIONI

Il governo Draghi sta lavorando a un decreto legge per rendere obbligatorio il vaccino anti-Coronavirus per il personale sanitario.
Non per tutti i lavoratori di questo settore, però, ma solo per chi lavora a contatto con i pazienti. Nella scrittura del testo, che di fatto è stato annunciato dal premier Mario Draghi oggi, 26 marzo, in conferenza stampa, oltre alla presidenza del Consiglio dei ministri, sono coinvolti anche il ministero della Salute, quello della Giustizia e quello del Lavoro.
Per evitare il proliferare di contenziosi legali, il governo starebbe inoltre valutando di dare un’alternativa agli operatori sanitari che, pur lavorando a contatto con i pazienti, decidessero comunque di rifiutare il vaccino.
L’alternativa consisterebbe in un cambio di mansione, ragion per cui alla stesura del provvedimento stanno partecipando anche i tecnici del ministero del Lavoro. Allo stato si tratta ancora di una bozza. Non si esclude però che il provvedimento possa approdare già  la prossima settimana al Consiglio dei ministri.
La sentenza del Tribunale di Belluno
Sulla questione della vaccinazione del personale sanitario, due giorni fa, è intervenuto il Tribunale di Belluno, che ha stabilito che il datore di lavoro può disporre l’allontanamento di un dipendente che rifiuta la somministrazione del farmaco anti-Covid e che opera a contatto con altre persone. Il giudice è stato chiamato a intervenire sulle ferie forzate retribuite imposte a 10 operatori sanitari di due Rsa che avevano detto no alla vaccinazione.
La sentenza, tuttavia, si addentra nell’ipotesi di decisioni più dure, come la sospensione senza retribuzione o addirittura il licenziamento.
Alla luce del mancato rischio evidente di provvedimenti più gravi, il giudice si è infatti limitato a confermare che il datore di lavoro è tenuto ad adottare le misure che, «secondo la particolarità  del lavoro, l’esperienza e la tecnica», sono necessarie a tutelare non solo l’integrità  fisica e la personalità  morale dei prestatori di lavoro, ma anche delle altre persone che, in ambito lavorativo, entrano in contatto con loro.

(da Open)

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IL CONDONO DI DRAGHI, DUE PICCIONI CON UNA FAVA: GRATITUDINE DEGLI EVASORI FISCALI E UN COLPO ALLA CREDIBILITA’ E ALLE FINANZE DELLO STATO

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

LA CONCESSIONE DELLA LIBERTA’ CONDIZIONALE AI BOSS MAFIOSI CONDANNATI ALL’ERGASTOLO CONTRIBUIRA’ AD AUMENTARE L’ANTISTATALISMO DEGLI ITALIANI

Con il suo condono, Draghi e la destra economica e politica che lo ha imposto e lo sostiene, hanno ottenuto due piccioni con una fava.
Da una parte si sono comprati a spese dello Stato la gratitudine di centinaia di migliaia di evasori, alcuni dei quali per distrazione o necessità , altri per disonestà  (quelli che gli resteranno più fedeli).
Dall’altra parte hanno dato un ulteriore colpo alle finanze dello Stato e alla sua credibilità , così favorendo la privatizzazione del paese e la deregulation che la rende possibile. Altrimenti avrebbero piuttosto approfittato della super-maggioranza che sostiene il governo per proporre e far passare una riforma fiscale che riducesse drasticamente la pressione sui piccoli e medi imprenditori italiani (solo italiani) e massacrasse invece le multinazionali, a cominciare da quelle straniere.
Ma figuriamoci, lo Stato potrebbe uscirne rafforzato.
Che il suo indebolimento costituisca lo scopo primario del governo lo conferma il secondo provvedimento di Draghi, la concessione della libertà  condizionale ai boss mafiosi condannati all’ergastolo (il che, in Italia, significa aver ammazzato o fatto ammazzare parecchie persone) e che si siano rifiutati di collaborare — in altre parole, un regalo puro, senza nulla in cambio.
Quale è la logica? Appunto quella di alimentare l’antistatalismo degli italiani e la loro sfiducia nel sistema pubblico e nelle istituzioni, a cominciare dalla giustizia e dalla politica.
Questo è l’ultra-liberismo e Draghi è uno dei suoi profeti.
Un altro è Salvini, la cui Lega ha per analoghi motivi smantellato la sanità  lombarda. A cosa pensate che porterà  la clamorosa inettitudine dimostrata nella programmazione delle vaccinazioni? A un crollo dei consensi nei confronti dei responsabili? Macchè, l’incompetenza leghista condurrà  piuttosto a un’ulteriore americanizzazione della sanità  lombarda e italiana.
Meglio un iPhone oggi che una buona assistenza pubblica domani: tanti milanesi (e non solo) la pensano così. È un meccanismo psicologico elementare, Freud lo chiamò principio del piacere e lo contrappose al principio di realtà , che è una conquista della maturità  e della civiltà  e consiste nella capacità  di resistere alle pulsioni immediate per avere risorse anche quando arrivassero tempi più difficili.
Ma per affermarsi la civiltà  ha bisogno di norme e di punizioni per chi non le rispetta. Deve essere repressiva, diceva Freud.
Il condono di Draghi e il suo buonismo sono strumenti di distruzione della civiltà .

(da Infosannio)

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SPUTNIK, IL VACCINO IMMAGINARIO DI DE LUCA

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

DRAGHI AVVERTE: “STAREI ATTENTO A FIRMARE CONTRATTI, LA PRONUNCIA DELL’EMA SUL VACCINO RUSSO NON ARRIVERA’ PRIMA DI 3-4 MESI”

La Campania più vicina a San Marino che a Bruxelles. De Luca più avanti della Commissione Europea, degli Stati nazionali e persino della Lega di lotta e di governo. Salvini, infatti, aveva proposto di consentire ai transfrontalieri italiani di usufruire delle dosi di Sputnik acquistate dalla Repubblica del Titano.
Il governatore campano ha stipulato un contratto per l’acquisto del vaccino russo, nell’ambito della “procedura competitiva con negoziazione diretta”, subordinato alla condizione dell’autorizzazione da parte di Ema e Aifa.
A chiudere l’accordo, due giorni fa, è stata la centrale regionale degli acquisti Soresa con l’azienda Human Vaccine rappresentata dal fondo russo Rdif.
E’ un “acquisto congelato”: a scanso di contenziosi, una clausola attende il via libera delle agenzie del farmaco italiana ed europea. Che non si vedrà  tanto presto, visto che Mosca non ha ancora nemmeno avanzato la richiesta: “La pronuncia dell’Ema non arriverà  prima di tre o quattro mesi — ha avvisato Mario Draghi — Se tutto va bene il vaccino sarà  disponibile nel secondo semestre. Starei attento a fare contratti”.
Il premier ha scelto l’approccio della moral suasion con le Regioni, sottolineando l’importanza di “contrattare tutti insieme” e di un “coordinamento europeo” senza minacce. Il concetto però è chiarissimo: parlare di Sputnik adesso è propaganda.
Subito la reazione di Luca Zaia, il governatore (leghista) del Veneto che a febbraio aveva chiesto l’autorizzazione per approvvigionarsi in proprio con Pfizer ed era finito travolto dalle polemiche.
“Un fatto disgustoso e immorale — aveva tuonato il virologo Andrea Crisanti — Se tutti facessero così i prezzi schizzerebbero alle stelle”. Il Doge protesta: “Il governo conferma che le Regioni possono comprare, allora la storiella che solo l’Europa ci può rifornire era una farsa e mi hanno rotto le palle per niente… Non è grappa”.
De Luca nelle polemiche ci sguazza da sempre. Dal conflitto con l’allora presidente dell’Antimafia Rosy Bindi sulle liste di candidati “impresentabili” al ricorso (vinto) nel 2015 contro il governo per evitare che la legge Severino facesse saltare la sua giunta. Adesso Parigi accusa Putin di usare lo Sputnik come mezzo di “propaganda e diplomazia aggressiva”? Lui ringrazia l’ambasciata italiana a Mosca per il supporto. Tra Bruxelles e gli Stati membri dell’Ue è in atto una discussione sull’introduzione del passaporto vaccinale in modo non discriminatorio? Lui ha già  fatto ordinare 4 milioni di card: “L’obiettivo è rilanciare il turismo”.
Estate, vacanze, immunizzazioni di massa. Niente di meglio per sognare.
De Luca è maestro nel fiutare l’aria e accarezzare — a volte contropelo — i suoi elettori. Durante la prima ondata di pandemia ha moltiplicato la popolarità : grazie a chiusure rapide quanto drastiche e atteggiamenti da “Sceriffo” (vedi la minaccia di “usare il lanciafiamme” alle feste di laurea in pandemia).
Diventando l’”uomo forte” del Pd, che inizialmente avrebbe preferito candidare l’ex ministro dell’Ambiente Costa sull’altare dell’alleanza giallorossa, e stravincendo le elezioni a settembre scorso.
La seconda ondata, però, si è trasformata in uno tsunami che rischia di travolgere il governatore. Ogni giorno sotto Palazzo Santa Lucia c’è qualche manifestazione: i genitori No-Dad, i ristoratori, il settore del wedding, i commercianti.
Addirittura si manifesta anche a Salerno, città  di cui De Luca è stato sindaco per quasi vent’anni. Le scuole di ogni ordine e grado chiuse da quasi un anno sono fonte di ininterrotte proteste, approdate anche nella conferenza stampa di Draghi: “Alcune scelte dei governatori saranno da riconsiderare alla luce della scuola in presenza come obiettivo prioritario del governo”, ha scandito gelido il premier.
De Luca non si turba e si tuffa in un’altra partita. Eccolo di traverso — insieme ai renziani – all’ipotesi di Roberto Fico candidato unitario Pd-Cinquestelle come sindaco di Napoli.
Nel frattempo, con una mano vieta di andare nelle seconde case fino a dopo Pasqua, con buona pace delle diverse scelte fatte da Draghi a Roma, e con l’altra si prenota il vaccino russo per l’autunno. Ma: “Una volta vaccinati i nostri concittadini, metteremo le dosi a disposizione delle altre Regioni in un’ottica di solidarietà  nazionale. Con l’efficienza del governo l’Italia sarebbe andata verso il disastro, ringraziate il Signore che hanno lavorato le Regioni”.

(da “Huffingtonpost”)

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RACHID, L’EROE CHE HA SALVATO DUE DONNE, DA QUATTRO MESI DORME IN AUTO: “NON CHIEDO NULLA”

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

NON GLI HANNO PAGATO UNA FATTURA ED E’ FINITO A DORMIRE IN UN’AUTO… TRE ANNI AVEVA SALVATO UNA MADRE E SUA FIGLIA DA UN INCIDENTE STRADALE, SUBENDO 104 PUNTI DI SUTURA… IL QUARTIERE SI E’ MOBILITATO

E’ pieno di cantieri nel quartiere Borgo Vittoria di Torino, in zona via Fossata, dove recenti riqualicazioni lasciano grandi spazi della città  ancora ostaggio di lavori in corso da anni.
Il parcheggio dove si trova la macchina che Rachid usa come letto da 4 mesi è circondato da una scuola, da palazzi alti e da una piccola stazione ferroviaria. La macchina ha ruote sgonfie e il parabrezza spaccato, dentro ci sono coperte e sacchi di plastica con dentro vestiti e oggetti.
“C’è tutta la mia vita attuale lì dentro — mi racconta Rachid, che non vuole farsi riprendere in viso — è la mia villetta grigia, me l’ha prestata un connazionale che mi aveva visto dormire sulla panchina. Mi ha portato giù una copertina rosa e mi ha detto che potevo dormire lì perchè faceva troppo freddo”.
Il quartiere di Borgo Vittoria in zona rossa è freddo e sui marciapiedi si affrettano verso casa donne e uomini con la mascherina e il passo veloce. Sta calando la sera e alcuni cittadini del quartiere si avvicinano a Rachid per lasciargli qualche soldo e un po’ di spesa: oggi non ha ancora mangiato e non fatico a intravedere le ossa sotto il suo giubbotto spesso.
“Ho conosciuto Rachid qui nel parcheggio — mi spiega Luca, abitante del quartiere — e lui mi ha raccontato la sua storia. Sono rimasto stupito di come sia potuta succedergli una cosa così dopo il suo gesto di eroismo. Stiamo muovendo tutte le nostre conoscenze per aiutarlo a trovare una casa e un lavoro”.
“Quando mi sono accorta di lui — racconta Giorgia — sono subito andata a portargli quello che potevo dal frigorifero. Nemmeno io me la passo bene economicamente, ma non è giusto che una persona che ha salvato due vite, madre e figlia, sia ridotta così”.
Oltre al quartiere, diversi politici locali si sono interessati alla vicenda e pare che ci sia un interessamento da parte di un imprenditore nel settore alberghiero: “Rachid sa cinque lingue, è qui da moltissimi anni — continua Luca — ma quello che potrebbe fare la differenza è concedergli la cittadinanza italiana, anche in virtù del suo eroismo”.
Il vero desiderio di Rachid Saiad infatti non è soltanto uscire da questa situazione, ma riuscire a vivere in Italia con la sua famiglia, che attualmente è a Casablanca e che non sente da parecchio: “Mi vergogno a dire loro come sono finito — mi racconta con la testa tra le mani — avevo promesso a mio figlio che sarei riuscito a farlo studiare in Italia”.
Per chi volesse contattare Rachid per dargli una mano in qualche modo a venire fuori da questa situazione, può contattarlo direttamente al 351.2395221. Non ha whatsapp.

(da Fanpage)

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COSA PENSANO GLI ITALIANI DEL PIANO VACCINI E DEL CONDONO DI DRAGHI

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

IL 39% E’ OTTIMISTA SUL PIANO, IL 36% LO BOCCIA… IL 40% CONTRARIO AL CONDONO FISCALE, IL 34% LO RITIENE “ACCETTABILE” MA A PATTO DI RESTITUIRE LA QUOTA CONDONATA ANCHE AGLI ONESTI CHE HANNO PAGATO A TEMPO DEBITO

Per quanto riguarda il piano vaccini che ha presentato il nuovo commissario straordinario, il generale Francesco Figliuolo, gli italiani sono spaccati: per il 39% degli intervistati sta funzionando bene, contro il 36% per cui la campagna vaccinale sta andando male.
Nel sondaggio è stato anche indagato il parere degli italiani per quanto riguarda il condono relativo alle cartelle esattoriali inserito nel decreto Sostegni.
Negativi i giudizi sul condono appena approvato: il 40 per cento degli intervistati lo reputa una “ingiustizia”, contro il 34 che invece ritiene sia “accettabile”.
Più nel dettaglio, il 35 per cento lo riterrebbe ricevibile se si restituisse l’equivalente della quota condonata a chi ha pagato tutte le tasse, mentre un 27 per cento lo reputa “sempre inaccettabile” e solo il 17 considera il condono giustificabile in ogni caso

(da agenzie)

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PREGLIASCO: “QUANDO SAREMO LIBERI? TRA 7 E 13 MESI SECONDO IL MODELLO DELL’ISS”

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

“C’E’ UNA TENDENZA AL LIBERI TUTTI, MOLTO DIPENDERA’ DA QUESTO”

Si tratta di un modello matematico che, per definizione, si basa sui numeri attuali ed è pronto ad aggiornarsi se varieranno alcuni fattori all’interno dell’equazione.
Ne ha parlato questa mattina, in collegamento con Agorà  (su Rai3), Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università  degli Studi di Milano, rispondendo alla domanda: “Quando saremo liberi dalla pandemia?”.
I tempi sono ancora lunghi, ma sono inevitabilmente influenzati dalla velocità  della campagna vaccinale. In attesa di arrivare al target annunciato dal governo per la metà  di aprile, quando sarà  a disposizione anche il prodotto anti-Covid prodotto da Johnson & Johnson.
“Questa è una fase iniziale, c’è anche una problematica di sovranismo complessivo e di paura di arrivi dall’estero — ha detto Fabrizio Pregliasco in collegamento con Agorà  -. Esiste un modello matematico dell’Istituto Superiore di Sanità  evidenziava da 7 a 13 mesi come il tempo per un ritorno alla normalità ”.
All’inizio del 2022, dunque. Il tutto, occorre ribadirlo, si basa su dati attuali che hanno dato vita a questa previsione.
Qualora arrivasse la tanto agognata data in cui si inizieranno a vaccinare tra le 500 e le 600mila persone al giorno, come indicato più volte dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e dal Commissario Straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, quella previsione sarà  rivista.
Cambiando i valori all’interno di un’equazione, infatti, cambia anche il risultato finale.
Il ritorno graduale alla libertà 
Il virologo dell’Università  di Milano ha sottolineato come il non sarà  facile realizzare in tempi rapidi un ritorno alla libertà  che, comunque, sarà  graduale e viaggerà  “in un senso progressivo. Perchè, lo abbiamo visto fra le zone gialle e bianche, c’è subito una tendenza al liberi tutti. I motivi di queste perplessità  arrivano analizzando due grandi città  come Roma e Milano: “Come si fa a regolare il flusso rispetto alla libertà  dei singoli? La difficoltà  è questa”.

(da agenzie)

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LA DENUNCIA DI CRISANTI SULL’AUMENTO DEI CASI IN VENETO: “USANO I TEST RAPIDI, MA FANNO SCHIFO”

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

“INVECE CHE INVESTIRE IN STRUTTURE PER PROCESSARE I TAMPONI MOLECOLARI HANNO SPESO 260 MILIONI PER TAMPONI CHE NON RICONOSCONO LE VARIANTI”

Il Veneto, anzichè «investire in strutture per processare i tamponi molecolari», ha preferito «spendere 260 milioni per tamponi antigenici senza investire in infrastrutture». E ora ne paga lo scotto, a detta del professore di Microbiologia dell’Università  di Padova
Il virtuoso “modello Veneto” non esiste più. E a decretarne la fine, ancora una volta, è il professor Andrea Crisanti che, a margine di un convegno ha attaccato duramente la gestione della pandemia di Coronavirus nella regione guidata da Luca Zaia.
«Se durante la prima ondata la regione Veneto ha dimostrato che l’arma vincente era l’identificazione precoce delle catene di trasmissione e questo si poteva fare soltanto attraverso il tampone molecolare. A maggio, quando siamo usciti da questa crisi, — spiega Crisanti — c’era l’opportunità  di fare investimenti per aumentare questa capacità ».
Ma così non è stato. E il Veneto, anzichè «investire in strutture per processare i tamponi molecolari», ha preferito puntare sui test rapidi antigenici, che secondo lui «fanno schifo».
«Le varianti sono totalmente invisibili ai test rapidi»
L’errore del Veneto starebbe innanzitutto negli investimenti, dirottati nella direzione sbagliata.
Crisanti ricorda come finora la Regione abbia speso «260 milioni di euro per tamponi antigenici senza investire in infrastrutture». Insomma, «se la Regione Veneto invece di adoperarsi alacremente e freneticamente per i tamponi rapidi avesse investito in laboratori di microbiologia non saremmo in questa situazione».
Una situazione dovuta anche alla circolazione delle varianti che, secondo precedenti dichiarazioni di Crisanti, «sono totalmente invisibili ai test rapidi» e sfuggono al tracciamento, diversamente da quanto accade con i tamponi molecolari.
«Non si può creare il problema e poi trovare una soluzione che è peggio del problema»
Ma quando è nata questa “stortura”? Secondo Crisanti è frutto di «scelte fatte mesi fa. Del resto — spiega — i tamponi rapidi non sono lo strumento di lasciapassare sociale, o di filtro per le Rsa e per gli ospedali».
E proprio alla luce di queste scelte, il Veneto «ha fatto più di 7 mila morti e ha il 10% dei morti su base nazionale. Di questi, un terzo dei morti sono riconducibili ai decessi nelle Rsa, che non sono state protette da questa politica.
E — osserva ancora — la cosa era stata fatta notare ala Regione già  a ottobre». Insomma, secondo il professore di Padova «non si può creare il problema e poi trovare una soluzione che è peggio del problema». In sostanza, secondo Crisanti, «l’ossessione della zona gialle e l’uso dei tamponi rapidi in modo indiscriminato» ha portato a tutto questo.
(da agenzie)

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NICOLA GRATTERI E QUELLA PREFAZIONE AL LIBRO NEGAZIONISTA

Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile

IL PROCURATORE CAPO DI CATANZARO AL CENTRO DELLE POLEMICHE PER AVER FIRMATO LA PREFAZIONE AL LIBRO DI DUE NOTI NEGAZIONISTI DEL COVID

Non si placano le polemiche sul procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, finito nel mirino per aver scritto la prefazione a un libro apertamente negazionista del Covid, i cui autori, Angelo Giorgianni e il medico Pasquale Bacco, sono noti per le loro posizioni antiscientifiche, No-vax e apertamente revisioniste sul Covid.
Il titolo, già  di per sè, è emblematico e non offre spazio ai fraintendimenti: “Strage di Stato”, dove emergono due dei tratti peculiari della retorica negazionista: la sostanziale evitabilità  dei morti e dell’emergenza e lo spostamento delle responsabilità  dal virus allo Stato in tutte le sue diramazioni, dai politici agli scienziati sino ai medici, in una tesi che va ad incasellarsi perfettamente in quel filone del complotto tanto caro a Giorgianni e a Bacco e da cui ci si aspetta che un servitore dello Stato come Gratteri stia a debita distanza. Di qui le inevitabili accuse al procuratore, che arrivano un po’ da tutte le parti politiche in ordine sparso. Accuse che il diretto interessato respinge al mittente sdegnato:
“Io negazionista? Ma se per l’Ufficio sono state acquistate migliaia di mascherine e siamo tutti vaccinati” spiega Gratteri, che non ci sta a fare la parte del negazionista.
E, anzi, sul tema rilancia: “La mia è una delle prime procure ad essersi blindato contro il Covid. Plexiglass in tutti gli uffici, dispenser di disinfettanti ogni cinque metri, sanificazioni regolari, accesso al pubblico limitato e tre nuove pec per il deposito degli atti. Questo non mi sembra certo l’ufficio di qualcuno che non crede nella pericolosità  del Covid”. Aggiungendo poi che tutti i magistrati in servizio sono stati vaccinati senza registrare alcun rifiuto. “Mi sono limitato a cogliere l’occasione che mi è stata offerta per lanciare per l’ennesima volta l’allarme sulla pandemia come nuova occasione di crescita e guadagno per le mafie. Un tema che da troppo tempo viene ignorato” replica Gratteri.
Una spiegazione che, tuttavia, convince fino a un certo punto.
Un professionista del suo livello, un uomo delle istituzioni, non può permettersi di non conoscere le posizioni degli autori ai quali concede la sua firma e la sua penna nè può ignorare il messaggio che manda con una iniziativa del genere, specie in un momento così delicato come quello vissuto da questo Paese, dove basta una parola in più o fuori posto per scatenare orde di negazionisti e No-vax, che non attendono altro che un segnale di debolezza da parte delle istituzioni per infiltrare la propria pericolosa propaganda.
E uno come Gratteri non può permettersi di prestare il fianco a tutto questo, più o meno consapevolmente.

(da “NextQuotidiano”)

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