Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
INVECE CHE CONSERVARLE PER LA SECONDA SOMMINISTRAZIONE DOPO 21 GIORNI NON CI SONO PIU’… IL TIMORE CHE SIANO STATE SOMMINISTRATE A TERZI NON AVENTI DIRITTO…ALTRA VERGOGNA DELLA SANITA’ SOVRANISTA
Una comunicazione che fa sapere ad anziani ultraottantenni in condizioni di estrema fragilità che le seconde dosi di vaccino Pfizer sono da rimandare “a data da destinarsi” nonostante i 21 giorni di scadenza per completare l’immunizzazione.
Avviene in alcuni piccoli comuni in provincia di Cosenza: le seconde dosi non ci sono nei paesi di Amendolara, Roseto Capo Spulico, Oriolo e Trebisacce.
In particolare, le segnalazioni a Fanpage.it arrivano da Roseto Capo Spulico, dove diverse famiglie hanno lamentato l’impossibilità per anziani over 80 di conseguire le dosi di vaccinazione Pfizer. Il timore, spiega Nella Converti, originaria di Roseto ma nata e cresciuta a Roma, è che questi vaccini siano stati somministrati a persone non aventi diritto.
Le seconde dosi da somministrare dopo 21 giorni sono normalmente conservate automaticamente a nome di coloro che conseguono la prima. Una procedura per assicurarsi che, al momento della vaccinazione, vi sia il siero utile a completare l’immunizzazione.
Soprattutto nel caso del vaccino Pfizer, è molto importante conseguire la seconda dose nei tempi stabiliti per garantire lo sviluppo degli anticorpi. Si tratta di paesi piccoli in cui raggiungere gli ospedali richiede un viaggio di almeno 40 minuti. Realtà in cui l’impossibilità di ricevere il vaccino e dover aspettare “data da destinarsi”, significa per molti conseguire delle vaccinazioni nulle.
“I miei genitori avrebbero dovuto conseguire la seconda dose in questi giorni — racconta a Fanpage il figlio di un’anziana coppia interessata dalla mancata somministrazione -. Ci hanno chiamato dicendoci che il vaccino non c’era. I miei genitori hanno tempo fino al 3 aprile, se le dosi non arriveranno in quel lasso di tempo, dovranno fare nuovamente tutto il percorso vaccinale e ripartire dalla prima dose”. Un processo, questo, che causerebbe danni ingenti alle famiglie e all’intero sistema vaccinale calabrese e nazionale. Secondo il testimone, sarebbero quasi 200 gli anziani che avrebbero lamentato lo stesso trattamento. “Numeri da prendere con le pinze, perchè nella realtà dei fatti da cittadini non abbiamo questi dati” sottolinea ancora.
La vicenda è nota nei territori del Cosentino, ma soltanto il sindaco di Amendolara ha scritto un post pubblico per comunicare pubblicamente la situazione sulla pagina del comune. “Le dosi utili al richiamo del vaccino non sono al momento disponibile — fa sapere l’account ufficiale di Amendolara -. Pertanto le vaccinazioni programmate nella Sala Consiliare sono rinviate a data da destinarsi. L’auspicio è che le suddette dosi possano essere disponibili quanto prima per garantire agli anziani il ciclo completo. Nel caso in cui il carico non arrivasse entro gli 8 giorni previsti dalla scadenza dei 21 utili alla seconda vaccinazione, i pazienti dovrebbero ricominciare il ciclo da zero secondo quanto affermato dal testimone diretto. Un dato che, se confermato, rappresenterebbe un vero e proprio disastro per lo spreco di dosi nel piano vaccinale locale e nazionale.
(da Fanpage)
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Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
IL CASO DELL’OSPEDALE DI LAVAGNA INVESTITO DA UN FOCOLAIO PER COLPA DI ALCUNI DIPENDENTI CHE NON SI SONO VOLUTI VACCINARE
A Lavagna (GE) l’Ospedale pubblico è investito da un focolaio di Covid per colpa di alcuni dipendenti
che non si sono voluti vaccinare. Si parla anche di infermieri “no vax”. E fin qui tutto normale.
Quello che rende la vicenda grottesca sono le autorità che dovrebbero decidere che hanno invece paura di prendere provvedimenti.
Il governatore della Liguria, Toti Giovanni, se n’è uscito con una tipica richiesta: “Il legislatore intervenga”.
Ma come! Sono quelli che prima delle elezioni parlano di meno burocrazia, meno leggi, più semplificazione e ora vogliono aumentarle?
Così pure il direttore generale di Asl4 ligure, Paolo Petralia, che dovrebbe essere il primo responsabile dell’Ospedale: “Non conosciamo i nomi degli infermieri e medici che non si sono vaccinati. C’è la privacy”.
Ecco un caso tipico di persone che dovrebbero governare e prendere decisioni ed invece hanno paura di lavorare.
Dal 1942 esiste l’art. 2087, nel codice civile, che obbliga tutti i datori di lavoro a tutelare l’integrità fisica dei propri dipendenti.
Questa norma si applica anche alla pubblica amministrazione e si interpreta estensivamente nel senso che il datore di lavoro, imprenditore privato o dirigente pubblico, ha l’obbligo di non trasformare il posto di lavoro in un luogo pericoloso per tutti i dipendenti e per coloro che sono presenti come pubblico o ricoverati.
Vero è che non c’è l’obbligo di vaccinarsi, vero è anche che chi non si vaccina non deve continuare a svolgere funzioni di infermiere e medico con il rischio di infettare i poveretti ricoverati.
Il direttore dell’Asl deve licenziare i dipendenti che non si sono vaccinati.
Il governatore deve licenziare il direttore dell’Asl che non licenzia i dipendenti che non si sono vaccinati.
La procura deve indagare il governatore e il direttore dell’Asl che non hanno fatto nulla.
Il CSM deve aprire un fascicolo nel caso la procura non faccia nulla contro i responsabili di questi focolai (cluster, scrivono i pennivendoli).
Insomma, la colpa è sempre di qualcun altro.
(da Infosannio)
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Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
PER LIBERARE LA “EVER GIVEN” CI VORRANNO FORSE SETTIMANE
Il blocco del canale di Suez, dove martedì 23 marzo 2021 si è arenata una nave portacontainer più lunga di piazza San Pietro, potrebbe costare l’equivalente di 8,16 miliardi di euro al giorno, pari a 340 milioni di euro l’ora. È la stima “approssimativa” della rivista di settore Lloyd’s List, citata da Bloomberg, e basata su un valore giornaliero di 5,1 miliardi di dollari per le merci dirette a occidente e di 4,5 miliardi di dollari per quelle dirette a oriente.
A tentare di liberare la portacontainer, in questi giorni è stata chiamata una delle società che già aveva lavorato al recupero della Costa Concordia, naufragata di fronte all’isola del Giglio nel 2012. L’olandese Smit Salvage nota nel settore per i salvataggi di alto profilo, spesso abbordando navi in tempesta, ha inviato a Port Said la propria nave Boka Da Vinci, pronta a prendere parte alle operazioni di recupero. Oltre a Smit Salvage la compagnia che opera la Ever Given, Evergreen Marine, ha dichiarato di aver ingaggiato la giapponese Nippon Salvage.
Secondo quanto riportato da Reuters, Peter Berdowski, amministratore delegato di Boskalis, che ha acquisito Smit Salvage nel 2010, ha dichiarato che al momento non è possibile escludere che le operazioni per rimuovere la Ever Given, entrata 5 metri nella riva del canale, possano richiedere diverse settimane.
Negli scorsi giorni un altro veterano del recupero della Costa Concordia, il “salvage master” Nick Sloane, ha detto a Bloomberg che il momento migliore per liberare il canale potrebbe arrivare domenica o lunedì, con l’aiuto dell’alta marea che dovrebbe aggiungere altri 46 centimetri di profondità . Nel caso dovesse fallire il tentativo, Sloane ha detto che sarà necessario attendere almeno altri 12 giorni prima che la marea torni a un livello adeguato.
Nel 2020 quasi 19.000 navi sono passate per il canale che collega il Mar Rosso con il Mediterraneo , una media di 51,5 navi al giorno. Attualmente, secondo dati compilati da Bloomberg, 185 navi sono in attesa di attraversarlo. Nel canale, in cui transita circa il 12 percento del commercio globale, sono stati rilevati 75 incidenti nell’ultimo decennio, oltre un terzo dei quali hanno riguardato navi portacontainer nella maggior parte dei casi per arenamento.
Shoei Kisen Kaisha, società giapponese proprietaria della nave, si è scusata per i disagi causati dall’incidente, affermando che non si sono verificate perdite di carburante e impegnandosi a risolvere la situazione nel più breve tempo possibile. Secondo la compagnia i 25 membri dell’equipaggio, tutti cittadini indiani, sono al sicuro.
Martedì la Ever Given, lunga 400 metri e dal peso di quasi 220mila tonnellate, si è arenata nel canale mentre si dirigeva verso i Paesi Bassi dalla Cina con un carico di 200.000 container, a causa del forte vento. Da allora le centinaia di navi che ogni settimana transitano nel principale canale al mondo sono bloccate in fila in attesa della fine delle operazioni di soccorso.
Secondo quanto riportato da Reuters, Shoei Kisen Kaisha e le compagnie che hanno assicurato la nave dovranno far fronte a richieste di risarcimento nell’ordine di svariati milioni di dollari per i ritardi e i costi aggiuntivi.
I mercati petroliferi non sembrano essere preoccupati al momento da un blocco del traffico marittimo nel canale in cui transita circa il 10 percento del petrolio mondiale. Dopo la sospensione, mercoledì i prezzi globali del petrolio sono aumentati del 6%, compensati giovedì da un calo di oltre il 4%. La mancanza di una reazione sostanziale al blocco è finora dovuto a pressioni al ribasso dal lato della domanda e dell’offerta del mercato. Nel caso il dovesse continuare tuttavia gli operatori dovranno cercare rotte alternative e più costose. Quelle che ad esempio passano intorno al capo di Buona Speranza in Africa meridionale possono richiedere due settimane in più.
Secondo quanto riportato dal New York Times, citando la società di ricerche di mercato Kpler, le petroliere per il momento bloccate nel canale trasportano 8,8 milioni di dollari di greggio, meno di un decimo percento dei consumi giornalieri globali, per un valore di circa 550 milioni di dollari.
Nel 1967 a seguito della guerra dei sei giorni tra Egitto e Israele, il canale rimase chiuso per otto anni, lasciando intrappolate le quindici navi che vi stavano navigando allo scoppio del conflitto, che divennero note come parte della “flotta gialla”, per la sabbia che vi si era depositata. Dopo la guerra dello Yom Kippur del 1973 che portò alla prima crisi petrolifera, nel 1974 iniziarono le operazioni di sgombero a cui seguì la riapertura l’anno successivo.
(da agenzie)
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Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
SI E’ PRESENTATO A UN AMBULATORIO DI MILANO CON I PIEDI DOLORANTI
Dal Pakistan a Milano a piedi in un viaggio durato tre anni. 
È questa la storia che un migrante di circa 25 anni ha raccontato ai volontari dell’associazione Naga di Milano, l’organizzazione fondata a Milano nel 1987 in prima linea per l’assistenza al migrante, lo scorso 24 marzo. Il ragazzo, originario del Pakistan, ha chiesto aiuto sulla porta dell’ambulatoria della Onlus verso le 9: è arrivato facendo fatica a camminare fino a quando non si è tolto le scarpe e si è seduto.
Questo il dialogo tra il migrante e i volontari, raccontato dall’associazione Naga sulla sua pagina Facebook: “Come possiamo aiutarti?”. “Ho bisogno di un medico. Ho male ai piedi. Non riesco a camminare”. “Cosa è successo?”. “Sono arrivato praticamente a piedi dal Pakistan. Ci ho messo tre anni, le scarpe me le ha date una signora a Trieste”
A raccontare questa storia a Fanpage.it è Simonetta Kucker, il medico che ieri mattina ha visitato il ragazzo negli ambulatori del Naga: “Lo abbiamo visto arrivare a piedi sulla porta degli ambulatori poi si è tolto le scarpe, degli scarponcini che gli avevano regalato a Trieste, ed è entrato sofferente a piedi nudi”.
Una scena che Simonetta, da quattro anni medico del Naga, in realtà vede spesso: “In tanti arrivano con piedi distrutti dalla lunga camminata che hanno fatto per raggiungere l’Italia. Il ragazzo mi ha raccontato che è partito dal Pakistan, dove sta ancora la famiglia, è arrivato in Turchia, poi in Grecia e poi ha raggiunto la Slovenia e quindi il confine con l’Italia. Non so se resterà a Milano o proseguirà il suo viaggio verso altro Paesi. Intanto gli ho detto di tornare lunedì per la seconda medicazione”.
Una storia di migrazione che ha detto straordinario ma che allo stesso tempo racchiude la vita di molti, di chi si mette in cammino sulla rotta balcanica per raggiungere l’Italia. “Molti migranti durante il primo periodo di lockdown sono rimasti bloccati in Italia. Noi del Naga li assistiamo in stazione Centrale o tramite il nostro ambulatorio mobile”. Per alcuni Milano è una tappa, per altri invece la meta di un lungo viaggio: in tanti si incamminano a piedi, riescono a salire su qualche mezzo fortuito di tanto in tanto per risalire la rotta balcanica ed entrare in Italia, chi dalla Slovenia chi dall’Austria. “Durante il viaggio capita che vengano aggrediti picchiati dalle diverse autorità , come nel caso del ragazzo di ieri che mi ha raccontato, nonostante parlasse poco l’inglese, di essere stato picchiato in Croazia. Ora in Italia vive grazie anche ai soldi che gli manda la famiglia tramite alcuni portali e società di trasferimento denaro. Ma non so quale siano i suoi piani. Intanto spero di rivederlo lunedì per le altre cure”, conclude Simonetta.
(da Fanpage)
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Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
“VOGLIO ARRIVARE A 200 MILIONI DI VACCINATI ENTRO I PRIMI 100 GIORNI DEL MIO MANDATO”
“L’obiettivo è quello di somministrare 200 milioni di dosi di vaccino anti-Covid nei primi 100 giorni del mio mandato. So che è ambizioso, ma possiamo farcela”. Lo ha detto, nel corso della prima conferenza stampa dall’insediamento, il presidente Usa, Joe Biden.
Nonostante l’emergenza legata alla pandemia, sul fronte economico ci sono “segnali di speranza” ma, ha precisato, “c’è ancora molto lavoro da fare”.
Stime di crescita
Secondo Biden, molti osservatori hanno “rivisto al rialzo le stime di crescita per quest’anno, indicando una crescita superiore al 6%. Ci sono però troppi americani ancora senza lavoro, c’è molto lavoro ancora da fare”, ha detto nel corso della sua prima conferenza stampa da quando si è insediato alla Casa Bianca.
Attacco a Trump sull’immigrazione
Fino ad ora il Covid è stato al centro dei pensieri e delle azioni della nuova amministrazione ma lo stesso Biden ha aggiunto che “sono stato eletto per risolvere problemi. L’immigrazione e il controllo delle armi da fuoco sono problemi di lungo termine che inizio ad affrontare”.
Proprio sul tema immigrazione, Biden ha criticato il predecessore Donald Trump: rispondendo a una domanda sull’emergenza al confine con il Messico, ha detto che non volterà le spalle ai bambini non accompagnati al confine e non li lascerà patire la fame. “Nessun’altra amministrazione lo farebbe, eccetto Trump”, ha detto.
La ricandidatura
“La stragrande maggioranza del flusso di immigrati che attraversano il confine è rimandata indietro. Quello che stiamo cercando di fare è ricostruire il sistema di immigrazione. Il balzo di migranti c’è ogni anno”, ha aggiunto Biden rivelando poi l’intenzione di ricandidarsi alle presidenziali del 2024.
La politica estera degli Usa –
In materia di politica estera ci sono più fronti aperti per gli Usa. A partire da quello delicatissimo dell’Afghanistan: “Sarà difficile attuare la scadenza del primo maggio per ritirare le truppe. “Lasceremo l’Afghanistan, la domanda è quando, ma la mia intenzione è non stare ancora tanto. Non posso immaginare le nostre truppe lì ancora nel 2022”, ha spiegato. Poi sulle tensioni con la Corea del Nord dopo il lancio di due missili ha aggiunto: “Ci stiamo consultando con alleati e partner: ci sarà una risposta se Pyongyang sceglierà un’escalation. Ma sono pronto anche a qualche forma di diplomazia, a condizione di una denuclearizzazione”.
“Xi Jinping? Intelligente ma non democratico”
Biden ha poi parlato della Cina e ha spiegato di volere con Pechino “non uno scontro ma una concorrenza leale”. E sul presidente Xi Jinping ha aggiunto: “Lo conosco da tempo, è una persona intelligente ma non ha nulla di democratico”.
(da agenzie)
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