Destra di Popolo.net

SALVINI INSISTE SULLE RIAPERTURE PER PARARSI IL CULO DALLA MELONI MA VIENE CAZZIATO DAL NORD PRODUTTIVO: “NON DISTURBARE”

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

GLI IMPRENDITORI E GLI INDUSTRIALI HANNO DRAGHI COME REFERENTE E NON AMANO SCENEGGIATE CHE CREANO INSTABILITA’… E’ NERVOSO PERCHE’ CONTINUA A PERDERE CONSENSI

Al Consiglio dei ministri di martedì farà  chiedere “discontinuità ”: aperture mirate già  a metà  aprile, revisione settimanale dei colori, alt allo strapotere del Cts. E in caso contrario è pronto a marcare il dissenso come “minoranza di governo”.
Matteo Salvini ha il carniere (quasi) vuoto ed è sul piede di guerra: non ha ottenuto aperture dopo Pasqua a parte le scuole, nessun ritorno al giallo ancorchè rinforzato, nessuna garanzia sui tempi.
In cabina di regia la linea della Lega al Governo è finita in (nettissima) minoranza, e alle sue istanze “aperturiste” Draghi ha riservato un sorrisino e una risposta sferzante. Con Forza Italia morbida, gli equilibri del cdm non sono tali da riaprire i giochi.
In più, il mondo produttivo e imprenditoriale del Nord — pur considerando quello delle chiusure un problema serio — “segue” il premier considerandolo l’unico leader di statura europea in grado di gestire una politica economica e fiscale adeguata al post-pandemia.
Il leader leghista però ha un problema politico immediato e uno elettorale in prospettiva: se l’esecutivo si compatta in senso “rigorista”, l’elettorato che non apprezza le chiusure finirà  per sovrapporre il dissenso all’unica opposizione in campo, quella di Giorgia Meloni.
Ecco perchè, se la minaccia di far disertare ai suoi ministri il Cdm — o di votare contro i provvedimenti o astenersi – appare caricata a salve, sottotraccia la trattativa continua. Il Capitano invoca “aperture mirate” dopo le feste soprattutto per bar e ristoranti. Nel suo mirino c’è soprattutto il Cts, che appena il governo apre uno spiraglio si precipita a richiuderlo.
La partita è in corso. Ecco perchè il giorno dopo il botta e risposta con il premier,
La linea è chiara: fare emergere il dissenso, marcare il “territorio” della ripresa graduale delle attività . Insomma, il conto politico non lo pagherà  il “tecnico” Draghi bensì i partiti
A Draghi Salvini ha fatto arrivare la minaccia ufficiosa dell’Aventino. Giorgetti aveva il mandato di strappare qualche allentamento, ma pur essendosi “battuto come un leone” si è trovato di fronte — raccontano — “il muro dei numeri letti e decifrati da un economista”.
L’alternativa ventilata da via Bellerio è il voto contrario ai provvedimenti. Una minaccia mediatica, dato che le decisioni si prendono a maggioranza. Tuttavia, a Palazzo Chigi sono convinti che ci sia un buon margine di manovra per far rientrare la situazione. Intanto, sul piatto, subito dopo Pasqua, ci sarà  la quantificazione dell’ulteriore scostamento di bilancio che interessa alla ministra delle Autonomie Regionali Gelmini ma su cui anche la Lega vuole voce in capitolo.
In secondo luogo, smarcarsi non sarebbe una scelta indolore neppure per gli autori: “Il Nord produttivo sta con Draghi — spiegano ambienti governativi — Imprenditori e industriali si rendono conto che il premier è un leader europeo senza alternative, soprattutto in una fase di debolezza di Merkel e Macron. Nessuno è contento delle serrate, ma bisogna guardare al medio periodo. La sfida sugli eurobond è stato un segnale”.
Nonostante le lentezze della campagna vaccinale, l’ex presidente della Bce confida di incassare il dividendo della scelta di ministri — Giorgetti, Garavaglia, e   Stefani vicina al governatore Zaia — sensibili al quel tipo di istanze.

(da “Huffingtonpost”)

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SONDAGGIO PAGNONCELLI: NEL GRADIMENTO DEI LEADER LETTA SUPERA SALVINI

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

GUIDA CONTE CON 57%, SEGUONO SPERANZA 39%, MELONI 37%, LETTA 33%, SALVINI 32%, BERLUSCONI 29%, TOTI E CALENDA 27%, FRATOIANNI 25%, CRIMI 20%, BONELLI 19%, LUPI 18%, RENZI 11%

Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Nando Pagnoncelli, direttore di Ipsos,   per il Corriere della Sera nella classifica dei leader, a guidare è sempre l’ex premier, Giuseppe Conte.
Che però tra febbraio e marzo, cioè quando ha deciso di accettare la guida dei 5 stelle, perde quattro punti e passa da un gradimento del 61% a uno del 57.
Perde un punto anche il secondo classificato, che è il ministro della Salute Roberto Speranza a quota 39.
Terza Giorgia Meloni con un indice del 37%, mentre la quarta piazza registra una new entry: il neo segretario del Pd, Enrico Letta, che piace al 33% degli intervistati.
Un punto in più rispetto a Matteo Salvini.
Seguono Silvio Berlusconi (29), Carlo Calenda e Giovanni Toti a 27.
E Matteo Renzi? È sempre più ultimo, all’11% di gradimento, superato da Maurizio Lupi (18), Vito Crimi (20), Angelo Bonelli (19) e Nicola Fratoianni (25).

(da agenzie)

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VOGHERA, INDAGINE PER CORRUZIONE ELETTORALE ALLE COMUNALI: POLIZIA GIUDIZIARIA IN MUNICIPIO DOPO L’ESPOSTO DI DIVERSI CITTADINI

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

“SOLDI IN CAMBIO DI VOTI”: NEL MIRINO UN’ASSESSORA DELLA LEGA

Sulle elezioni comunali a Voghera si sospetta la corruzione elettorale. Venerdì 27 marzo, la polizia giudiziaria si è recata nel comune in provincia di Pavia per acquisire documenti riguardanti un’indagine.
L’inchiesta è partita in seguito ad un esposto presentato da un gruppo di cittadini, che sostengono di essere stati contattati durante la campagna elettorale per le ultime elezioni comunali nella città  oltrepadana (svoltesi nello scorso mese di settembre).
La Procura di Pavia, dopo aver ricevuto l’esposto, ha avviato gli accertamenti per far luce sull’episodio. Al momento non risultano indagati. Ma l’indagine è ancora in pieno svolgimento.
La segnalazione indica in Francesca Miracca, leghista, assessore con deleghe a commercio, turismo, fiere e mercati, l’esponente politica l’esponente politico che ha promesso soldi in cambio di voti.
Il presunto caso di corruzione elettorale si sarebbe verificato in occasione delle elezioni comunali svoltesi nella città  oltrepadana nello scorso settembre.
L’esponente del Carroccio non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Tramite il suo legale, l’assessore ha fatto sapere “di aver agito sempre in maniera pulita e trasparente”.

(da agenzie)

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PD, SERRACCHIANI VERSO IL RUOLO DI CAPOGRUPPO ALLA CAMERA

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

ASSE A SOSTEGNO   DELRIO-FRANCESCHINI-GUERINI… MARTEDI’ LA VOTAZIONE

Serracchiani è in rampa di lancio per fare la capogruppo del Pd. Nella sfida tra lei e Marianna Madia, da ieri sera le chance di Serracchiani sono cresciute.
Perchè Base riformista, la corrente che fa capo a Luca Lotti e a Lorenzo Guerini, ha deciso nell’ultima riunione di appoggiare Serracchiani.
A questo punto l’ex governatrice del Friuli, avvocato del lavoro, vice presidente del partito, può contare sull’asse Delrio-Franceschini-Guerini che la sostengono. Soprattutto Graziano Delrio, il capogruppo uscente, è il suo più convinto supporter.
In numeri: 60 deputati dei 93 del Pd, la vorrebbero capogruppo. Martedì la votazione nel gruppo della Camera, difficilmente potrà  comparire la terza candidata a sorpresa, di cui ancora ieri mattina si parlava nelle file dem, facendo i nomi di Anna Ascani o Alessia Rotta.
Le fibrillazione sono appunto legate alla presidenza della commissione. Forza Italia, che non ha alcuna presidenza di commissione, ha cominciato a farsi sentire. Ha battuto un colpo, avanzando la richiesta di un proprio candidato. Le grandi manovre non si sono fermate qui.
È stata sondata per la presidenza anche Renata Polverini, ex sindacalista, ex governatrice del Lazio che ha lasciato Forza Italia a gennaio appoggiando il governo Conte 2 per evitarne la caduta. Polverini ha risposto: “No grazie”, e ha avuto un colloquio con Serracchiani a scanso di equivoci, garantendo il suo appoggio.
Comunque, a chi in Forza Italia aveva ambizioni di guidare la commissione è arrivato lo stop ultimativo del Pd. “In politica esistono dei codici di comportamento che vanno rispettati”, è stato l’avvertimento di Enrico Borghi, a cui Letta ha appena affidato la delega alla Sicurezza nella segreteria dem. Borghi ha ricordato la buona regola dello scambio di cortesia: “Quando dopo le dimissioni di Mara Carfagna diventata ministra, Forza Italia rivendicò la continuità  per il ruolo di vice presidente della Camera, il Pd rispettò tale richiesta, pur avendo i requisiti per avanzare una propria candidatura”. Continua Borghi: “Se Debora Serracchiani dovesse essere eletta alla presidenza del nostro gruppo, sulla presidenza della commissione Lavoro chiediamo il rispetto della dialettica interna del nostro partito”. L’alt è nettissimo: per Base riformista, la corrente a cui Borghi appartiene, l’insistenza forzista sarebbe una invasione di campo nel dibattito interno al Pd.
Con il M5S l’accordo c’è per una continuità  dem alla presidenza. Ugualmente con Leu, il cui rappresentante in commissione Lavoro è Guglielmo Epifani, ex segretario Cgil ed ex segretario del Pd che ha poi seguito Pierluigi Bersani nella fondazione di Articolo 1. Italia Viva non dovrebbe mettersi di traverso.
Sui i nomi. Il Pd potrebbe proporre Antonio Viscomi, professore di diritto del lavoro nell’università  della Calabria, che ha un ampio consenso trasversale. Oppure Romina Mura, che ha a sua volta una esperienza di lungo corso. Il nodo commissione Lavoro è l’ultimo ostacolo per via libera di Serracchiani a capogruppo del Pd

(da “La Repubblica”)

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ALLARME IN PUGLIA: “SITUAZIONE CRITICA NEGLI OSPEDALI DI BARI, LECCE E TARANTO”

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

IN REGIONE PIU’ DI DUEMILA RICOVERATI, PAZIENTI TRASFERITI IN ALTRE PROVINCE

Gli ospedali di Bari, Lecce e Taranto sono al collasso.
Con oltre 2mila persone ricoverate nelle strutture sanitarie della Puglia, la Regione è stata costretta ad attivare i trasferimenti dei pazienti Covid in altre province e continua la corsa a riconvertire i reparti per accogliere i positivi che necessitano di ospedalizzazione.
Con i dati odierni si arriverà  a sfiorare il 50% dei posti in area medica occupati da Covid positivi. Come spiegato da un servizio del TgR Rai, il Dipartimento Salute non nasconde la preoccupazione per il momento più difficile da inizio pandemia per la Puglia. Una situazione assai delicata, come raccontato da Ilfattoquotidiano.it anche dall’interno della terapia intensiva allestita nella Fiera del Levante.
I posti letto occupati nel Leccese sono 122, mentre l’area medica degli ospedali di Taranto è sostanzialmente piene, come pura la terapia intensiva dell’ospedale Moscati, dove restano solo 4 posti letto a disposizione. Piena anche la rianimazione dell’ospedale di Bisceglie.
A supplire alla situazione critica di alcune Asl è in particolare la provincia di Brindisi, quella meno colpita dall’onda del virus. Nell’ospedale Perrino del capoluogo sono ricoverate 21 persone arrivate da fuori provincia, 3 delle quali in rianimazione, e la rete di strutture sanitarie del Brindisino è pronta a riconvertire altri 50 posti in area medica. In soccorso anche alcuni ospedali privati del Barese, dove vengono dirottati alcuni pazienti in arrivo nei pronto soccorso per altre patologie e che risultano negativi al tampone.
E nuovi incrementi di ospedalizzati sono previsti nei prossimi giorni. La Puglia infatti non ha ancora raggiunto il picco della curva epidemica.
L’ultimo bollettino regionale del 27 marzo conteggia 2.008 nuovi casi, ben 820 dei quali in provincia di Bari, e 32 decessi. Da oggi e fino al 6 aprile, la regione è entrata in zona rossa “rafforzata”, disposta dal presidente del Michele Emiliano con un’ordinanza che vieta l’asporto dopo le 18, salvo prenotazione telefonica, vieta gli spostamenti verso le seconde case e introduce qualcosa di molto simile a un lockdown nella Domenica delle palme, a Pasqua e e Pasquetta.
Venerdì è tornato a farsi sentire anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, sottolineando che “i numeri sono altissimi” e “gli ospedali sono tornati in crisi”. Nell’ultima settimana la provincia del capoluogo pugliese è stata una delle peggiori in Italia per numero di nuovi casi in rapporto agli abitanti.
“Se ci vogliamo ammalare sicuramente un modo c’è: basta uscire e stare tutti insieme — ha detto — Prima di uscire pensiamo alle persone che stanno in ospedale e che può succedere a ciascuno di noi”. Quindi ha avvertito: “Se mi arriveranno segnalazioni di assembramenti, le trasferirò immediatamente alle forze dell’ordine”.

(da   agenzie)

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SIAMO TROPPO LENTI: IN ITALIA VACCINATO SOLO IL 23,5% DEGLI OVER 80

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

OTTO REGIONI SONO SOTTO IL 20%

Ecco dati aggiornati pubblicati sul sito del governo: gli over 80 che hanno ricevuto invece solo la prima dose sono 2.173.782, cioè il 48,74%.
In pratica sono stati finora vaccinati (compreso il richiamo) contro il Covid 983.320 ultraottantenni, e cioè il 23,52% di questa fascia di popolazione.
Otto Regioni sotto il 20%
Ma in otto Regioni la situazione è ancora peggiore: lì gli ultraottantenni vaccinati con due dosi sono meno del 20%. Si tratta di Sardegna (6,32%), Toscana (10,47%), Calabria (13,03%), Umbria (16,57%), Lombardia e Puglia (17,28%), Sicilia (17,86%) e Abruzzo (18,49%).
Trento e Bolzano le migliori – Le aree più virtuose sono invece la Provincia Autonoma di Trento (41,37%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (35,73%). T
ra le Regioni, la migliore è la Basilicata con il 34,88%, seguita dall’Emilia Romagna al 30,18%. Al 27,56% il Lazio, al 21,03% il Veneto, al 21,97% il Piemonte.

(da agenzie)

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QUANTI SONO REALMENTE I MEDICI E GLI INFERMIERI NO VAX NEGLI OSPEDALI? 35.000 NON RISULTANO ANCORA VACCINATI

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

ALTRO CHE LA BALLA CHE SONO UN   CENTINAIO, E’ ORA DI FARE CHIAREZZA E PRENDERE PROVVEDIMENTI

Mentre il governo Draghi studia un decreto legge per introdurre il vaccino obbligatorio contro il Coronavirus per il personale sanitario che lavora a contatto con i pazienti, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sta completando una ricognizione per capire quanti siano effettivamente i lavoratori del comparto che finora non hanno ricevuto nemmeno la prima dose.
Secondo quanto anticipato dal quotidiano la Repubblica, la copertura rilevata è del 96,5%. Tradotto in valore assoluto, ci sono circa 35 mila operatori sanitari ancora non vaccinati, includendo nel calcolo anche i dipendenti delle cliniche convenzionate e private. Ma non è detto che siano tutti No Vax
La maggior parte del personale sanitario che non si vuole vaccinare lavora comunque nelle Rsa, le residenze per anziani.
Sempre secondo il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, il 40% non ha ricevuto alcuna dose di vaccino. Parliamo di circa 100 mila persone, ma il dato va preso con le molle, perchè i numeri forniti da alcune regioni non sono completi.
E c’è un altro elemento di cui tenere conto: molti di questi lavoratori si sono già  ammalati di Covid-19, quindi potrebbero aver semplicemente deciso di procrastinare la vaccinazione. Lo stesso discorso si applica anche al personale che lavora in ospedale e nelle cliniche private.
Le stime dei sindacati
Fa riflettere, tuttavia, la discrepanza tra le cifre rilevate dall’Agenas e quelle provenienti dai sindacati dei medici ospedalieri e degli infermieri. I numeri forniti dalle organizzazioni dei lavoratori, infatti, sono molto più bassi e corrispondono per i medici a circa un 2% di mancate adesioni alla campagna, pari a circa 2 mila persone su 114 mila. Numeri ancora più bassi riguarderebbero gli infermieri, nell’ordine di qualche centinaia su 255 mila lavoratori.
Oltre all’obbligo vaccinale, nel decreto legge che il governo sta preparando, potrebbe trovare spazio anche lo scudo legale per medici e infermieri che somministrano i vaccini, per evitare che possano finire sotto inchiesta da parte dalle magistratura in caso di effetti collaterali pesanti del farmaco. La protezione non varrebbe solo in caso di colpa grave.

(da agenzie)

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OPERATRICE SANITARIA NO VAX E POSITIVA INFETTA 27 OSPITI NELLA RSA DI FIANO ROMANO

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

QUANDO L’ASL AVEVA INVIATO I VACCINATORI NELLA CASA DI RIPOSO, I 26 DIPENDENTI IN BLOCCO HANNO RIFIUTATO LA DOSE

E’ bastata la lieve febbre di un’operatrice socio-sanitaria no-vax, a far da far da miccia a un focolaio che ha colpito la maggioranza degli anziani ospiti di una casa di riposo di Fiano Romano: 27 su 36, ora tenuti sotto stretto monitoraggio dalla Asl Roma 4. E adesso gli operatori “egoisti”, che hanno rifiutato in massa il vaccino, rischiano il posto di lavoro.
Quando i primi di gennaio i vaccinatori della Asl Roma4 erano venuti alla “Casa di riposo e riabilitazione” di Fiano Romano, il titolare, Roberto Agresti, aveva “fatto un discorso alla nazione”. Per convincere i suoi “nonni” ospiti, e il suo personale, a dire sì all’iniezione. Su 36 anziani, in 24 hanno accettato.
Ma per quanto riguarda gli operatori – nonostante Agresti per primo avesse dato il buon esempio, facendosi somministrare la dose – non c’è stato niente da fare: tutti e 26 hanno scosso la testa. Due mesi dopo se ne sono viste le conseguenze. “Tutto è partito il 15 marzo, quando un’operatrice ha avuto la febbre – spiega Agresti – l’ho subito mandata a casa, ha fatto il tampone ed era positiva.
Abbiamo subito preso tutte le precauzioni, tute, isolamento, ma il danno era fatto. E sono venuti fuori i casi”.
Tra gli operatori, tutti giovani, solo in 3 si sono contagiati. Ma non è stato così per gli anziani. Anzi, a risultare positivi, sebbene con sintomi lievi, sono stati anche alcuni vaccinati. “Ho fatto il conto – prosegue il titolare – i 9 nonni negativi sono tutti vaccinati, ma tra i 27 positivi il 70% aveva ricevuto le due dosi di Pfizer”.
Tanto che la Asl porterà  avanti anche gli esami per determinare il dosaggio degli anticorpi presenti negli ultra 80enni.
“Al momento non ci sono fortunatamente criticità , ma abbiamo mandato un’equipe Uscar a valutare le condizioni dei positivi dal punto di vista clinico”, spiega Simona Ursino, direttrice del Servizio prevenzione della Asl che copre l’area a nord-ovest di Roma da Ladispoli a Civitavecchia.
“Sono amareggiata – prosegue Ursino – .Abbiamo finalmente uno strumento per precedere il virus, invece di corrergli dietro, eppure c’è chi non lo vuole sfruttare”.
La dottoressa confessa che il caso della casa di riposo di Fiano Romano non è isolato. “Sul territorio abbiamo strutture che hanno avuto un’adesione del 90%, ma in tante non è affatto così e gli operatori che accettano sono la minoranza – continua il medico – le strutture socio- sanitarie, come le Rsa vanno meglio, ma in quelle comunitarie e assistenziali ci sono problemi. E comunque bisogna sempre fare una forte attività  di couseling”. Un lavoro di convincimento incessante da parte della Asl.
“Il 20 aprile, appena arriva il vaccino Johnson & Johnson, inizieremo la vaccinazione dei detenuti del carcere di Civitavecchia, ma abbiamo già  organizzato degli incontri formativi tenuti da personale sanitario, per fugare ogni dubbio a chi si vaccinerà “, conclude.
Intanto, nella casa di riposo di Fiano, immersa nel verde, regna la mestizia e la rabbia. “Sono cinque giorni che sto chiuso qui dentro, non abbandono la mia nave, è un dramma – si sfoga Agresti -. E’ da un anno che siamo chiusi ai parenti, ai nostri anziani viene richiesto un enorme sacrificio, non è giusto che ci sia un egoismo tale, una totale mancanza di senso civico. C’è stato un duro confronto con gli operatori, e ho detto alla cooperativa che fornisce il personale che a fine focolaio tutti quelli che lavorano in questa struttura dovranno essere vaccinati. Altrimenti qui non tornano. Punto. Non c’è un matrimonio tra struttura e operatore, chi si vaccina rimane, chi non lo fa va a lavorare altrove”.
Per Agresti l’unica soluzione al problema è rendere obbligatoria la vaccinazione per chi fa lavori di tipo sanitario. “Lo deve imporre lo Stato, noi privati abbiamo sempre le mani legate – conclude l’imprenditore -. Perdiamo 400 persone al giorno per il Covid. Non c’è scusa che tenga”.

(da agenzie)

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LA BARCA DEI BAMBINI E’ STATA SALVATA DAI PATRIOTI EUROPEI DI OPEN ARMS

Marzo 27th, 2021 Riccardo Fucile

UN BARCONE STAVA PER AFFONDARE CON 36 PERSONE, 15 BAMBINI E 7 SETTE DONNE A BORDO… LO SCONCIO DI UN’EUROPA CHE NON INTERVIENE, MALTA E ITALIA NON HANNO RISPOSTO ALLA RICHIESTA DI AIUTO

Sono state salvate dalle onde, dopo due giorni alla deriva, 36 persone: nel gruppo ci sono 15 bambini, di cui due piccolissimi, e 7 donne. A soccorrerli la ong spagnola Open Arms. Come ha spiegato il fondatore Oscar Camps, Alarm Phone aveva raccolto questa mattina la richiesta di aiuto dei naufraghi.
I 36 migranti rischiavano di affondare da un momento all’altro. Il natante si trovava inizialmente attualmente in zona Sar maltese.
Nessun Paese si è mosso per offrire loro soccorso, nonostante diverse sollecitazioni.
Il segnale di Sos era stato inoltrato al call center per i naufraghi in difficoltà  nel Mediterraneo, Alarm Phone, che sui suoi social aveva scritto: “Abbiamo informato tutte le autorità  con la posizione Gps, ma Malta non risponde al telefono e l’Italia non si assume la responsabilità . La barca perde e le persone sono in preda al panico. Non lasciarli annegare”
L’allarme era stato rilanciato anche dall’organizzazione umanitaria Mediterranea Savinh Humans: “Nel Mediterraneo centrale: barca con 30 persone a bordo, di cui 16 bambini, in difficoltà  in zona SAR Maltese. Stanno imbarcando acqua e sono in panico. Alarm Phone ha avvertito tutte le Autorità  competenti. Serve intervento immediato di soccorso!”, scrivono i volontari su Twitter.
C’è un altra barca in distress nel Mediterraneo centrale: si tratta di un natante con 122 migranti a bordo. “Abbiamo ricevuto una chiamata da un’altra barca con 122 persone. Sono in grave pericolo a largo della Libia. Dicono che alcuni stanno morendo, serve soccorso urgente. Abbiamo informato tutte le autorità  e inoltrato la posizione. Non lasciateli annegare!”, è l’appello disperato della piattaforma Alarm Phone.

(da Fanpage)

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