Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
SAMIR, 24 ANNI, SI E’ CANDIDATO AL X MUNICIPIO NELLA LISTA ROMA FUTURA CHE APPOGGIA GUALTIERI
Un condensato di razzismo e xenofobia si è riversato sotto il post su Facebook di
Samir Abdelkhalik, 24 anni, in cui annunciava la sua scesa in campo per il voto di ottobre nella lista di Roma Futura del X municipio della Capitale.
A denunciare l’episodio la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni: “Una violenza tanto più grave perché rivolta verso un ragazzo che a soli 24 anni ha voluto mettere a disposizione dei cittadini di Ostia, dove è nato e cresciuto, le sue energie e il suo tempo”
‘Samir: ottimo per il I municipio di Tunisi o di Rabat’, ‘Ok, ora sali sugli elefanti e vai a caccia di leoni, ok?’, ‘De preciso da ndo vieni? yemen iraq iran? ma vatte a fa na passeggiata’, ‘romano de Roma?’, ‘vai a pascolar serpenti’. Sono solo alcuni dei commenti vergognosi ricevuti da Samir Abdelkhalik Omran Mohamed sotto al post Facebook in cui annunciava la sua candidatura con la lista civica ‘Roma Futura’ al Municipio X, una serie di insulti razzisti inaccettabili che Samir ha deciso di denunciare con forza, per riportare ancora una volta l’attenzione delle istituzioni sulla moltiplicazione degli episodi di xenofobia nella Capitale.
“Purtroppo è stata coinvolta anche la mia ragazza, con insulti sessisti e razzisti inviati in una chat social privata- prosegue nella nota Samir Abdelkhalik Omran Mohamed- Ho deciso di denunciare perché non possiamo tacere di fronte all’ennesimo caso di odio online a sfondo razzista. Mi era capitato di affrontare situazioni simili, sui social e sui campi da calcio dove giocavo e dove ora alleno. Ho sempre reagito con pacatezza, ma da candidato a consigliere mi sento investito di una responsabilità in più. Per questo ho deciso di raccontare, per spronare le persone vittime di razzismo e sessismo a non aver paura di essere se stesse e denunciare sempre. Sono nato in un quartiere difficile- sottolinea Samir- ma mi sono sempre sentito accolto. Eppure c’è ancora un grosso lavoro da fare per trasformare Roma in una città pienamente inclusiva”.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
CONTINUA IL DELIRIO: “GIORNALISTI CORROTTI AL SERVIZIO DI BIG PHARMA”… “ATTENDO CHE MICHETTI RETTIFICHI, ALTRIMENTI FARA’ UNA FIGURA MESCHINA”
“Non sono antisemita, ma dovete pur scrivere qualcosa, altrimenti come
guadagnate lo stipendio?”. Francesca Benevento, la no-vax candidata nella lista civica di Enrico Michetti a Roma, risponde così, via Telegram, all’Adnkronos, mentre ancora imperversa la bufera che l’ha travolta in questi giorni di campagna elettorale per alcuni suoi vecchi post complottisti contro il vaccino anti-Covid e contro il ministro della Salute Roberto Speranza (definito “ebreo askenazita formato dalla McKinsey”).
Trapela il suo sfogo contro lo staff di Michetti, reo di averla ‘scaricata’.
“Le frasi pronunciate da Benevento sono gravi e prendiamo le distanze. Prendiamo le distanze e prenderemo i dovuti provvedimenti. Ci sarà un confronto con lei ma non anticipo la sentenza”, ha dichiarato ieri l’aspirante sindaco del centrodestra, a margine della presentazione della lista per le amministrative assieme alla leader di Fdi Giorgia Meloni. Il tribuno delle radio romane si è detto “molto arrabbiato” per la vicenda, e ha aggiunto: “Stiamo provando a rintracciare la candidata ma ancora non siamo riusciti”. Benevento, però, racconta all’Adnkronos un’altra versione, sostenendo che è stato Michetti a non voler parlare con lei: “Sono in contatto con la segreteria di Michetti… Attendo che rettifichino, altrimenti li aspetta una figura meschina”, minaccia l’ex M5S.
“Ieri (7 settembre, ndr) – prosegue l’architetta – mi hanno detto che mi avrebbe chiamato Michetti, dopodiché, invece, hanno detto che aveva una lunga riunione. Non ha quindi voluto parlare con me nonostante io lo avessi cercato”.
“Tutte falsità”, insiste la candidata, che ne ha anche per la categoria dei giornalisti, alla quale riserva parole non esattamente al miele: “Ipocriti lecchini servi del potere, corrotti come i politici al soldo di Big Pharma”.
Ora non resta che attendere il confronto tra Michetti e Benevento per capire il destino della candidata no-vax. Ma i toni utilizzati dalla consigliera ex M5S non lasciano presagire un lieto fine.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
I “PATRIOTI DEL COVID” E I MEDIA SOVRANISTI COMPLICI CHE HANNO DIFFUSO BALLE SENZA CONTRADDITTORIO HANNO SULLA COSCIENZA MIGLIAIA DI MORTI
Ieri bastava dare un occhio alle chat della Lega per farsi un’idea di quanto pagherà caro la pagliacciata sul Green Pass.
Da quasi due mesi Salvini e i suoi agitano le piazze parlando di uno strumento di tortura, ma poi in Parlamento al momento di votare contro hanno ritirato gli emendamenti.
Naturale che molti elettori abbiano subito voltato le spalle, e non si bevano i giochetti per salvare la faccia, come il voto a una proposta di FdI in minoranza (leggi l’articolo): chi dice che il certificato verde è un ricatto agli italiani (testuale) ci mette la faccia oppure ha solo preso in giro il prossimo.
In politica – direte – quest’ultima è la prassi, ma farlo in una pandemia è roba da alto tradimento. Grazie al martello battuto senza sosta sull’inutilità del Green Pass, la Lega, Meloni e personaggi in cerca d’autore alla Paragone, hanno gonfiato irresponsabilmente le fila dei no-vax, che in Italia non erano mai stati così tanti, allontanando quell’immunità di gregge che serve per gestire la pandemia.
Un danno incalcolabile, di cui devono vergognarsi protagonisti e fiancheggiatori, comprese le tv e i giornali complici, che hanno consentito ai leader dei partiti ni-vax di confondere le idee senza contraddittorio (a meno che non si voglia spacciare per contraddittorio la bava depositata dai conduttori delle reti Mediaset quando intervistano un giorno Salvini e Meloni, e l’altro Meloni e Salvini).
Tutta propaganda che la Lega si è rimangiata per salvare le poltrone, mentre Fratelli d’Italia continua a capitalizzare il vantaggio di stare all’opposizione, anche a costo di zavorrare un Paese che così può affogare.
(da La Notizia)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
INVITI A BOICOTTARE LA COMPAGNIA AEREA COLPEVOLE DI FARE “PROPAGANDA PER IL PASSAPORTO SCHIAVITU'”… CE NE SARA’ DI LAVORO PER GLI PSICHIATRI ANCHE SE NOI PROPENDIAMO PER GLI AGENTI PENITENZIARI
Il gruppo “Basta Dittatura” su Telegram prende di mira ogni giorno un nuovo
obiettivo. Oggi tocca a Ryanair, obiettivo di una vera e propria campagna di boicottaggio da parte degli ormai quasi 44 mila membri del gruppo Telegram che sta facendo tribolare anche la procura.
Basta Dittatura contro Ryanair sta provando a programmare una vera e propria azione di mailbombing inserendo i contatti social, dell’ufficio stampa e di diversi membri della compagnia aerea.
Mentre i magistrati starebbero valutando una serie di ipotesi di reato per il gruppo Telegram “Basta Dittatura” – con la procura di Torino che ieri avrebbe inviato una mail a Telegram per chiederne l’oscuramento già nella giornata di ieri – sul gruppo gli utenti si fanno beffe della questione e continuano a prendere di mira persone specifiche – per ultimo, cronologicamente parlando, è toccato oggi ad Andrea Scanzi – e ora anche aziende.
La chiamano azione collettiva contro Ryanair, colpevole di «fare propaganda al passaporto schiavitù», sottolineando come «con esso si viaggerà più facilmente». Il punto è inondare di messaggi tutti i contatti condivisi sul gruppo legati a Ryanair dicendo che per loro si tratta di una norma inutile e dannosa. Dopo aver ricevuto tutte le mail – che gli admin invitano anche a scrivere preferibilmente in inglese o a tradurre con un traduttore – Ryanair dovrebbe «fare pressioni sui governi!».
«Ditegli – vengono incitati i membri del gruppo – che se richiederanno pass schiavitù e test negativo per viaggiare, non comprerete più i loro biglietti».
Con gli aerei riempiti all’80% e 180 mila passeggeri solo nel mese di agosto, dati che confermano una ripresa per la compagnia lowcost, la minaccia dei No Green Pass di Basta Dittatura passerà probabilmente inosservata. Si rimane in attesa di un riscontro da parte di Telegram.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
“SPACCATO CRIMINALE CONSOLIDATO”: TASSISTI COSTRETTI A SOTTOSTARE A ESTORSIONI PER POTER CONTINUARE A LAVORARE… SI E’ INTASCATO ANCHE I CONTRIBUTI STATALI PER IL LOCKDOWN
È risultato essere l’amministratore di fatto di ben 21 società cooperative operanti nel settore del trasporto di persone. Raffaello Melaragno, 50 anni, vero e proprio ras delle auto bianche nella capitale, un nome che incuteva in molti timore e paura.
L’uomo è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver estorto denaro ai “soci” di quelle che di fatto erano cooperative solo di nome, ma su cui l’uomo avrebbe deciso tutto, compresa la parte destinata ai conducenti.
Dall’inchiesta è emerso quello che gli inquirenti non esitano a descrivere come uno “spaccato criminale” nella gestione del servizio di taxi, che vedeva come prime vittime proprio i conducenti costretti a subire regole arbitrarie e vessatorie pur di mantenere il posto di lavoro. E a chi non andava bene venivano rivolte minacce di licenziamento e sottrazione dell’auto.
Le indagini, partite a gennaio di quest’anno, hanno visto già da febbraio l’utilizzo di perquisizioni, analisi delle movimentazioni bancarie del soggetto e delle varie società a lui riferite.
Società affidate a vari prestanome che risultano coinvolti nelle indagini. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno potuto così ricostruire un metodo consolidato, con cui Melagrano gestiva il suo impero economico: a chi alzava la testa arrivavano minacce di licenziamento o di sottrazione dell’auto utilizzata per il servizio, oltre che di azioni legali per presunti crediti nei confronti delle cooperative.
Così l’uomo imponeva condizioni di sfruttamento. Secondo quanto ricostruito dal mese di luglio del 2018 fino ad oggi, i “soci” sono stati costretti a versare somme di danaro, anche indipendentemente dai reali incassi, con “la predisposizione di buste paga di comodo contenenti indicazioni fittizie”.
Neanche i mesi del lockdown hanno fermato la bramosia dell’indagato che, secondo quanto emerso, ha continuato a pretendere dai soci le loro quote anche se l’Inps aveva erogato alle società in questione il fondo di integrazione salariale, soldi che neanche a dirlo sarebbero rimasti nelle tasche di Melagrano
Sulla base di quanto scoperto dalle Fiamme Gialle, le cooperative sono state poste in liquidazione lo scorso maggio dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha nominato dei commissari liquidatori.
(da Fanpage)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
IL MAGGIORDOMO DEI SOVRANISTI NON E’ RITENUTO SUFFICIENTEMENTE SCHIERATO
Ha criticato le parole di Sergio Mattarella, evidenziando una presunta
contraddizione sulla libertà in cambio di sicurezza tra le ultime dichiarazioni (pro vaccinazione e pro green-pass) e quanto affermava nei passati 25 aprile.
Si è posto delle domande sul green pass e sulla certificazione verde (di cui ha mostrato persino il QR Code in bella vista, con una prassi che più volte abbiamo censurato e vi abbiamo spiegato il perché).
Ha parlato delle teorie di Montagnier sulla vaccinazione.
Eppure, Mario Giordano – nel suo canonico editoriale che sarà sempre lo stesso anche in questa nuova stagione di Fuori dal Coro – non ha convinto i no-vax che scrivono su Telegram nel gruppo Basta Dittatura!.
Sulla chat con oltre 40mila persone che ha pianificato interventi (non troppo riusciti) nelle stazioni e nelle piazze italiane, non hanno particolarmente gradito l’intervento di Mario Giordano, che sta andando in tendenza su Twitter anche questa mattina:
Secondo i no-vax di Basta dittatura, Mario Giordano farebbe «dissenso controllato», il tutto perché ci sono state le proteste dei manifestanti contro il green pass.
Insomma, ancora una volta si ha la sensazione che quanto scritto in quella chat sia l’unico modo possibile, l’unico strumento per contrastare le decisioni relative a green pass e vaccinazione anti-covid. Si vuole quasi cercare di intercettare in maniera univoca il dissenso anti governativo. Peccato, però, che la realtà sia sempre diversa da come viene rappresentata lì sopra.
Le parole di Mario Giordano, che ammiccano molto all’universo che va nella direzione opposta alle attuali politiche di contenimento della pandemia, sono state comunque molto condivise sui social network perché c’è ancora una larga fetta di elettorato che si riconosce nell’opinione del giornalista di Rete 4. Ma per quelli di Basta dittatura non è abbastanza. Questo sarebbe soltanto “dissenso controllato”.
Già, i veri “rivoluzionari” sono loro.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
A UN MESE DAL VOTO COSA DICONO I NUMERI DEI SONDAGGI A MILANO. ROMA, BOLOGNA, NAPOLI E TORINO
A un mese dal voto i sondaggi sulle elezioni comunali nelle grandi città disegnano una traiettoria ancora frastagliata, in cui i risultati del primo turno potrebbero essere capovolti dai ballottaggi.
Le rilevazioni sulle intenzioni di voto del consorzio Opinio, cioè Istituto Piepoli, EMG e Noto sondaggi, a un mese dalle urne fotografano il primo turno nelle sei città principali. Il centrodestra è favorito a Torino, il centrosinistra sicuro vincente a Napoli e Bologna; e i grillini determinanti ovunque.
Anche per Giuseppe Sala, se ci sarà ballottaggio a Milano, e per Roberto Gualtieri se arriverà lui alla sfida finale con Enrico Michetti a Roma.
Nel dettaglio, secondo i sondaggi di Opinio, Beppe Sala è dato come in vantaggio a Milano con una forchetta che va dal 44 al 48% dei voti, mentre Luca Bernardo è accreditato del 38-42%. Layla Pavone del MoVimento 5 Stelle è tra il 3 e il 5%.
A Roma Michetti, candidato del centrodestra, si trova tra il 29 e il 33% ed è in calo di due punti percentuali, così come Roberto Gualtieri che si trova tra il 22 e il 26% e perde un punto percentuale rispetto alla precedente rilevazione.
Nella Capitale la sindaca uscente Virginia Raggi è accreditata di una forchetta che va dal 19 al 23% mentre Carlo Calenda è tra il 15 e il 19%.
Poi c’è Torino, dove Paolo Damilano, candidato del centrodestra, è al 42-46% mentre Stefano Lorusso del centrosinistra insegue con il 39-43%. Valentina Sganga, candidata grillina al posto dell’attuale sindaca Chiara Appendino, si trova tra il 7 e l11%.
A Napoli l’ex ministro Gaetano Manfredi, candidato di centrosinistra e M5s insieme, è tra il 42 e il 46%, mentre Catello Maresca sta tra il 27 e il 31%. L’ex sindaco Antonio Bassolino è accreditato di una percentuale che va tra il 16 e il 20%.
Bologna potrebbe essere decisa già al primo turno, visto che Matteo Lepore si trova ampiamente sopra la soglia ed è accreditato di un consenso che va tra il 56 e il 60%. Fabio Battistini, candidato del centrodestra, arriva tra il 35 e il 39%.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
HANNO DISATTESO GLI ORDINI DEL CAPITONE, SI TRATTA DEGLI ELETTI VICINO A GIORGETTI E ZAIA
I conti li fa oggi Il Mattino: una parte dei deputati del Carroccio ha finito per
votare gli emendamenti di Fdi, come aveva annunciato ieri il Capitano.
Ma non tutti: mettendo insieme i voti che hanno a disposizione Lega e Fdi, ovvero 132 leghisti più 37 meloniani, si arriva alla somma di 169. Ma a dire sì agli emendamenti di Fdi sono stati 134.
Una trentina di leghisti avrebbero quindi disatteso l’ordine del Capitano e si è schierata con il governo Draghi.
E il quotidiano aggiunge che si tratta dello stesso numero di eletti che sono considerati più vicini alla linea di Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia.
Che non sono pochi, e sono soprattutto di peso: nel partito sono considerati pro-Draghi l’ex viceministro Massimo Garavaglia, così come Stefano Candiani e Dario Galli. Tra i parlamentari ci sono Barbara Saltamartini, Silvana Comaroli e Christian Invernizzi. Sul territori si annoverano tra i governisti Guido Guidesi e il presidente del Trentino Maurizio Fugazzi.
Ma, spiega oggi un retroscena di Repubblica, il voto coordinato tra Salvini e Meloni cela altro. Ovvero un accordo per serrare le fila in vista di elezioni politiche che i due leader vedono vicine dopo il voto per il Quirinale.
Proprio quello che ha detto domenica a Cernobbio Ignazio La Russa, cofondatore di Fratelli d’Italia: «Si è parlato di elezioni e della prospettiva che queste siano anticipate, come sia noi che Salvini crediamo e auspichiamo. Quella foto, insomma, non è un fatto episodico: è l’inizio di un cammino».
L’idea dei due partiti è quella di sostenere Mario Draghi nella corsa al Colle, per poi giungere a una chiusura anzitempo della legislatura. E il fatto che anche Fdi potrebbe appoggiare SuperMario al Colle potrebbe spingere l’ex Bce a dire sì senza riserve, visto che il consenso a quel punto sarebbe praticamente unanime.
In questo scenario è normale che la maggioranza sia in fibrillazione. Anche se il premier sembra determinato a perseguire i prossimi due obiettivi, ovvero l’estensione del Green Pass obbligatorio per i dipendenti pubblici, i lavoratori di bar e ristoranti e dei trasporti. Con l’ipotesi di arrivare anche ai lavoratori del settore privato.
Ma proprio su questi punti per ora c’è da registrare uno stop. Quello della Cabina di Regia del governo, che di solito si riunisce nell’imminenza di un provvedimento da portare nel Consiglio dei Ministri. E che però non è stata ancora convocata.
In più, spiega oggi il Corriere della Sera, gli addetti all’estensione del Green Pass al lavoro pubblico e privato negano di avere tra le mani un provvedimento pronto da portare sul tavolo del Cdm. Nelle stanze della presidenza del Consiglio dicono che il lavoro non è finito e che per ora non c’è intesa su niente.
Per questo, sostiene il quotidiano, il premier, che vuole continuare a muoversi senza forzare, con gradualismo e prudenza, potrebbe decidere di procedere per step.
L’idea è partire dalla scuola, allargando il green pass ai lavoratori esterni delle mense e delle pulizie. Il certificato verde per la PA e per le imprese private arriverebbe in un secondo momento.
Intanto ieri Draghi ha visto il leader di Confindustria Carlo Bonomi, ma lo ha deluso sul costo dei tamponi: non sarà a carico dello Stato, tranne che per le persone fragili. Oltre al prezzo dei test, che il ministro della Salute Roberto Speranza non vuole far scendere oltre, per non danneggiare la campagna vaccinale, c’è il problema che due milioni di lavoratori attivi over 50 non hanno ancora fatto la prima dose.
(da Open)
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Settembre 8th, 2021 Riccardo Fucile
“NO VAX SCIAGURATI, ORA BASTA”
Concedere tamponi gratuiti a chi non si vuole vaccinare contro Covid-19 è come regalare il condono agli evasori fiscali. Il professor Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico scientifico e immunologo dell’Università di Milano commenta così la proposta di tamponi gratis per tutti lanciata da Matteo Salvini e supportata da Confindustria.
«Stiamo incentivando chi può e deve vaccinarsi a non farlo. Ho sempre paragonato i No vax a degli evasori fiscali, soggetti con poco senso civico che mettono in pericolo il sistema dell’intera collettività. Con una proposta simile stiamo applaudendo alla loro sciaguratezza fornendo un’alternativa alla strada più corretta da seguire».
La posizione dell’esperto è netta, il dibattito sul costo dei tamponi che i non vaccinati sono costretti a pagare per assicurarsi il pass sanitario è «concettualmente sbagliato». La valutazione non riguarda tutti i bambini under 12 che per il momento non hanno un vaccino sicuro ed efficace con cui proteggersi, né la parte di popolazione fragile esentata dalla somministrazione.
«Ma aiutare milioni di persone che invece potrebbero vaccinarsi senza problemi e che non si preoccupano di essere portatori di rischi gravi per sé stessi e per gli altri non può essere la prerogativa di questi tempi. Si pagassero loro gli strumenti con cui decidono di dire no alla protezione anti Covid», continua il professore.
Riguardo al costo dei tamponi, solo pochi giorni fa la Commissione affari costituzionali della Camera ha approvato l’emendamento per prorogare il termine entro cui i prezzi dei test rimarranno ancora calmierati: se la modifica godrà del via libera definitivo delle Camere insieme alle nuove norme sull’estensione dell’obbligo di Green pass, il prezzo di 8 euro per tutti gli under 18 e di 15 euro per il resto della popolazione sarà mantenuto fino alla data del 30 novembre e non più del 30 settembre, come era stato stabilito dall’intesa tra le farmacie e la struttura commissariale di Figliuolo.
Ora l’idea di tamponi gratis per tutti agita alcuni esperti della comunità scientifica tra cui il professor Abrignani, sostenitore di un obbligo vaccinale fin dai primi mesi di campagna. «Chi lo rifiuta è solo ignorante», aveva detto a Open lo scorso maggio. Oggi, nello scenario di un dibattito ancora più acceso, il professore ritiene del tutto errato fornire agevolazioni a chi dopo 9 mesi di campagna anti Covid ha deciso di non partecipare alla comune lotta al virus.
Alla luce dei più di 3 milioni di over 50 ancora da vaccinare e di una percentuale di copertura non ancora sufficiente per arginare il pericolo variante Delta, il professor Abrignani comincia a nutrire dubbi anche sull’effettiva efficacia di una legge pro obbligo. Pur mantenendosi favorevole circa l’idea di un provvedimento che spinga tutti a vaccinarsi, la domanda che si pone è sulle dinamiche che potrebbero innescarsi rispetto alle sanzioni previste. «Cosa dovremo fare poi? Mandare a più di 4 milioni di italiani infermieri e carabinieri davanti casa? Chi non vuole vaccinarsi troverà il modo di non farsi trovare o non aprire. I numeri cominciano a rendere tecnicamente impraticabile anche questa strada».
Per queste ragioni il componente del Comitato tecnico scientifico propone l’ipotesi «di un Green pass estesissimo» che preveda obbligo di Carta verde praticamente ovunque tranne che negli ospedali e in casa propria.
«Nei supermercati, nei mezzi pubblici, in ufficio. In tutti i posti al chiuso che prevedano la presenza di più di una persona».
Ecco perché il ruolo dei tamponi deve essere, secondo Abrignani, propedeutico alla vaccinazione. «I rapidi e i salivari attualmente validi per ottenere il Green pass presentano un’efficacia intorno al 60%-70%, certo meglio di niente ma devono essere strumenti di attesa prima della somministrazione e non certo l’alternativa.
(da Open)
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