Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
ACCUSE DURISSIME DA PARTE DELLE TRE DONNE: “SAREBBE LA FINE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA”
«Un secondo mandato di Donald Trump potrebbe decretare la fine della democrazia americana così come la conosciamo». Parole durissime che arrivano da chi ha lavorato per l’ex presidente degli Stati Uniti. Si tratta dell’ex direttrice delle comunicazioni della Casa Bianca, Alyssa Farah Griffin, l’ex vice addetta stampa della stessa, Sarah Matthews, e l’ex assistente della Casa Bianca, Cassidy Hutchinson, che hanno rilasciato una lunga intervista a Abc News. Griffin sostiene che Trump si sia spinto «troppo oltre a livello storico e incostituzionale nel tentativo di rubare un’elezione democratica e di rimanere al potere». «Non abbiamo bisogno di speculare su come sarebbe un secondo mandato di Trump, perché lo abbiamo già visto», incalza Matthews. Le tre ex dipendenti della Casa Bianca hanno, inoltre, collaborato con il comitato ristretto della Camera che ha indagato sull’attacco al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump il 6 gennaio 2021.
Il raconto di Hutchinson in particolare ha svolto un ruolo fondamentale nell’indagine perché ha saputo fornire resoconti dettagliati sullo stato d’animo di Trump riguardo sia le elezioni del 2020 che ha perso, sia gli eventi prima, durante e dopo il 6 gennaio. Non hanno dubbio le tre ex lavoratrici che una nuova elezione potrebbe essere altamente pericolosa. «Non ho mai votato per un democratico in vita mia, ma credo che alle prossime elezioni metterei da parte la politica e sceglierei la democrazia», commenta Matthews. «Ciò che mi spaventa tanto quanto Trump e le sue punizioni è il seguito cultuale che ha sui suoi sostenitori più accaniti. Le minacce di morte e le molestie che ricevi quando ti prende di mira sono davvero terribili e non hanno posto nel nostro discorso americano», aggiunge Griffin. Motivo per cui molti repubblicani non si pongono contro l’ex presidente.
(da Open)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
“LO SPARO PARTITO ALL’IMPROVVISO, C’ERANO TANTI BAMBINI”: PARLA UN TESTIMONE PRESENTE ALLA FESTA DI CAPODANNO CHE SMENTISCE LA RICOSTRUZIONE DEL PARLAMENTARE
Il clima alla festa di Capodanno alla Pro loco di Rosazza è cambiato
in pochi attimi, dopo lo sparo partito «all’improvviso» dalla pistola del deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, che ha inevitabilmente spaventato i partecipanti alla serata.
È uno di loro a raccontare cosa ha visto e sentito, dopo aver riferito ai carabinieri che stanno raccogliendo le testimonianze di chi ha partecipato alla festa.
Il testimone citato dall’Ansa, che vuole restare anonimo, racconta che nei locali della Pro loco c’erano anche dei bambini.
Il parlamentare si era aggregato alla serata solo a tarda serata, almeno un’ora dopo la mezzanotte del 31 dicembre.
Il testimone ricorda come Pozzolo fosse «molto allegro». A un certo punto è spuntata la mini-pistola che «stava mostrando tenendola nel palmo della mano». La prefettura di Biella ha deciso di togliere il porto d’armi al parlamentare, indagato per lesioni aggravate.
Il testimone conferma che l’arma era «molto piccola e stava tutta nel palmo della mano. Sembrava un accendino». Quando poi è esploso il colpo, «si è sentito all’improvviso e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di chiedere di riporre l’arma, visto peraltro che c’erano anche dei bambini».
Momenti concitati raccontati dai testimoni, secondo i quali dopo l’esplosione del colpo sono intervenuti gli agenti della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro, presente alla serata, ma che non avrebbe assistito alla scena.
Così come sua sorella Francesca, sindaca di Rosazza, che sarebbe andata via prima dell’incidente. Sarebbero stati quindi gli agenti della scorta di Delmastro i primi a soccorrere l’uomo rimasto ferito.
Il ferito
Il 31enne colpito dal proiettile partito dalla pistola di Pozzolo non avrebbe riportato ferite gravi. Dopo il ricovero in ospedale, però, è stato necessario un piccolo intervento per estrarre il proiettile che gli si era conficcato dietro la coscia destra, poco sotto il gluteo. L’uomo è genero di un agente della scorta di Delmastro. È un elettricista in una ditta di installazione di allarmi. E per i prossimi giorni sarà costretto a spostarsi con l’aiuto delle stampelle.
(da Open)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
CI SAREBBE DA CHIEDERSI COME L’AVEVA OTTENUTO IL PORTO D’ARMI
«Al momento non abbiamo ancora emesso alcuna revoca del porto d’armi rilasciato Emanuele Pozzolo. Ma il fascicolo è sulla nostra scrivania in bella evidenza». L’ufficio del vice prefetto di Biella lascia intendere che a breve arriverà la firma sul provvedimento che impedirà al deputato di Fratelli d’Italia di portare con sé qualsiasi tipo di arma, compreso quelle più adatte ad uso sportivo.
Il parlamentare poteva infatti disporre anche del relativo permesso di utilizzo di pistole e fucili nei campi di tiro nazionali, rilasciato dalla questura di Vercelli.
Al momento poi del trasferimento della residenza nel Biellese (scelta che risale ad alcuni mesi fa, mentre la moglie e il resto della famiglia sono rimasti a Vercelli), aveva chiesto e ottenuto quello di difesa personale, pare a seguito delle sue prese di posizione in favore della resistenza iraniana: ora la revoca a firma del prefetto di Biella li cancellerà entrambi.
Nel frattempo l’arma, una pistola di modeste dimensioni, modello North american Arms Lr22, è già stata sequestrata. Dal piccolo revolver, nella notte di Capodanno nella sala dell’ex asilo di Rosazza, comune guidato dalla sindaca Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario alla Giustizia, è partito il colpo accidentale che ha ferito ad una gamba il genero di un agente di scorta dello stesso Andrea Delmastro. L’uomo, 31 anni, è stato subito soccorso e trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Ponderano, da dove è stato dimesso quasi subito con una prognosi di pochi giorni.
«La pistola è mia, ma non sono stato io a sparare» ha poi precisato Emanuele Pozzolo, che al momento risulta comunque l’unico indagato dalla Procura di Biella con l’accusa di lesioni aggravate: un atto dovuto, trapela dal terzo piano di Palazzo di giustizia, scattato automaticamente con il sequestro della pistola.
In un primo momento era circolata la notizia che il deputato di Fdi si sarebbe avvalso delle sua posizione di parlamentare rifiutando di sottoporsi agli accertamenti richiesti dalle forze dell’ordine. In realtà, nelle sette ore in cui è stato ascoltato, dalle 2 alle 9 del mattino, Pozzolo avrebbe poi acconsentito allo stub (il test che serve a verificare la presenza di tracce di esplosivo o polvere da sparo), ma si sarebbe solo rifiutato di consegnare gli abiti.
Al momento Emanuele Pozzolo ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione, evitando i cronisti che lo hanno cercato sia a Vercelli, sia nella casa della piccola frazione della Valle Cervo, con una strada aperta ai residenti e quindi raggiungibile solo a piedi. Anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, intercettato in centro città, non ha voluto aggiungere commenti a quando già dichiarato ieri: <Sono molto provato da questa vicenda, non ho altro da dire
(da La Stampa)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
IL QUIRINALE È LA REPUBBLICA, LUOGO DELL’UNITÀ: AL PUNTO CHE L’ISTERISMO E LA FAZIOSITÀ, QUANDO PARLA IL COLLE ZITTISCONO… QUESTO CI FA CAPIRE QUANTO DECISIVO SIA IL QUIRINALE PER UN PAESE LACERATO E INDISPOSTO AL RISPETTO RECIPROCO… QUALUNQUE RIFORMA SI PROPONGA DI RIDURRE O CONTENERE QUEL RUOLO, SARÀ UNA RIFORMA CONTRO L’UNITÀ REPUBBLICANA, O QUEL CHE NE RIMANE
Come ogni anno, il discorso del Presidente è stato accolto dal plauso
unanime di tutti i partiti. Ognuno sottolinea il passaggio che meglio soddisfa la propria parte, così che il discorso nel suo complesso possa sembrare confermativo del proprio agire politico. Il plauso unanime è previsto dal copione. Ma l’impressione, con Mattarella perfino più che con i suoi predecessori, è che questo copione regga anche perché, al di fuori del Quirinale, non esiste più niente che rappresenti lo Stato e le istituzioni nel loro complesso.
Il Quirinale è la Repubblica, e la Repubblica, fin qui, è il luogo dell’unità: al punto che l’isterismo rissoso e la faziosità ottusa che contrassegnano tutte o quasi tutte le pagine della cronaca politica, quando parla il Colle zittiscono. Questo ci fa capire quanto decisivo sia il Quirinale per un paese lacerato e indisposto al rispetto reciproco. Qualunque riforma si proponga di ridurre o contenere quel ruolo, sarà dunque una riforma contro l’unità repubblicana, o quel che ne rimane.
(da La Repubblica)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
“LA PROROGA AI BALNEARI VA CONTRO IL DIRITTO EUROPEO”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato lo scorso 30 dicembre la legge annuale per il mercato e la concorrenza e oggi ha inviato una lettera di osservazioni in cui sottolinea «i profili di contrasto con il diritto europeo» e in cui rileva la necessità di arrivare, in tempi brevi, a «ulteriori iniziative di Governo e Parlamento». Il documento firmato dal capo dello Stato è stato spedito al presidente del Senato, Ignazio La Russa, a quello della Camera, Lorenzo Fontana, e alla premier Giorgia Meloni. I dubbi di Mattarella riguardano in particolare la «proroga automatica delle concessioni» sulle regole relative ai balneari, un dossier per cui è già stata aperta una procedura d’infrazione a carico dell’Italia. L’articolo 11 della legge, precisa l’inquilino del Quirinale, «introduce l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo, in modo che appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi».
Il precedente dello scorso anno
Sulla base di tutte queste perplessità, l’appello rivolto da Mattarella a governo e parlamento è di mettersi al lavoro al più presto su «ulteriori iniziative» legislative, che sono diventate oramai «indispensabili». A dirla tutta, non è la prima volta che il capo dello Stato striglia il governo sulla questione delle concessioni balneari. In «una mia precedente lettera del 24 febbraio 2023», scrive Mattarella, «evidenziavo i profili di contrasto di quella disciplina con il diritto europeo e, quindi, con il dettato costituzionale». Eppure, a distanza di un anno sembra cambiato ben poco. «Della legge ora in esame – aggiunge il presidente della Repubblica – suscitano analoghe, rilevanti perplessità di ordine costituzionale le disposizioni del richiamato articolo 11 che intervengono sulle concessioni in essere e ne dispongono proroghe a vario titolo».
(da agenzie)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
INTERROGATI ALTRI TESTIMONI
Ha fatto ricorso all’immunità parlamentare il deputato di FdI
Emanuele Pozzolo, che si è rifiutato di sottoporsi al test dello stub e non ha voluto consegnare i suoi vestiti ai carabinieri, per la verifica di eventuali tracce di polvere da sparo.
Proseguono con la raccolta delle testimonianze le indagini della procura di Biella, che puntano a chiarire che cosa sia successo la notte di Capodanno a Rosazza. Alla fine di una festa nella sede della Pro loco, dalla pistola di Pozzolo è partito un colpo che ha ferito un 31enne. Si tratta del genere di un membro della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro, anche lui tra i partecipanti alla festa a cui Pozzolo si è aggiunto. Il deputato FdI sin da subito ha detto di non aver sparato lui il colpo partito dalla mini-pistola, senza però chiarire chi abbia sparato. Il colpo sarebbe partito mentre stava mostrando l’arma ai presenti.
“La pistola è mia ma non sono stato io a sparare”. Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia, ha negato di aver fatto partire il colpo che ha ferito a una gamba il genero di uomo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Ma ha rifiutato di sottoporsi al test dello stub che rivela la presenza di polvere da sparo sui vestiti e sulle varie parti del corpo. Per sottrarsi ha dovuto fare ricorso all’immunità parlamentare.
E’ successo tutto durante il veglione di Capodanno a Rosazza, comune in alta valle Cervo di cui la sorella del sottosegretario, Francesca, è sindaco.
Mentre ci si chiede chi abbia sparato, l’autodifesa di Pozzolo fa il giro del web e qualche internauta di buona memoria rispolvera un vecchio tweet del parlamentare.
Siamo nel 2015 e Pozzolo, eletto nel 2022, non era ancora un deputato. Pozzolo commenta la strage avvenuta in un campus universitario dell’Oregon: un ex studente ha sparato e ucciso 9 persone, un professore e otto studenti.
“Per Obama (allora presidente degli Stati Uniti) è sempre colpa delle armi – twitta Pozzolo – Ma io non ho mai visto una pistola sparare da sola”. La frase, ripescata oggi, si presta a facili ironie. Ma quello che in molti notano è anche l’hashtag usato dal non ancora deputato –
A fare chiarezza sull’accaduto sarà la procura di Biella che attende l’informativa dei carabinieri sui fatti. I militari già nella notte di San Silvestro e poi per tutta la giornata di ieri hanno raccolto le testimonianze dei presenti. A partire da quella di Pozzolo che ha confermato che a sparare è stata la sua pistola, una mini revolver. Ma ha negato di essere stato lui a premere il grilletto.
(da agenzie)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
“SONO UN ANARCHICO CONSERVATORE”
Da Ratzinger a Tolkien, fino ai No Vax, passando anche da Bukowski e Domenico Quirico, c’è un po’ di tutto nell’album dei preferiti di Emanuele Pozzolo. Non è così semplice da raccontare. Spirito ribelle, «anarchico conservatore»], testa dura e polemista pronto all’uso: «Sensuale, scettico e religioso non sarebbe una cattiva definizione di ciò che sono».
Queste non sono parole sue ma lui le sottoscrive. Naturalmente No Vax accanito e cattolico ultrà. Bisticcia con Fini, bisticcia con la Lega e si sposa con Fratelli d’Italia.
Stavolta non bisticcia con nessuno. Il suo fratello di partito è Andrea Delmastro, uno di quei parlamentari che contano, e guarda caso l’incidente è capitato proprio a una sua festa.
L’onorevole, pasdaran No Vax, è sempre stato nell’occhio del ciclone, con qualche confusione di troppo, e questo non facilita le cose. Dovessi chiederlo a lui, invece è tutto così lineare. Un suo riferimento politico? Ratzinger, «uomo fermo e coraggioso, autentico difensore della fede, anima profonda e potente». Poi anche la Meloni, ci mancherebbe. Qualche simpatia segnalata su Facebook invece è un po’ strana.
C’è Marco Rizzo, comunista puro e duro approdato ansimante sul carro dei sovranisti, che però in politica estera picchia Israele, mentre Pozzolo scrive un bel post, citando Quirico, sulla minacciosa guida Iran del terrorismo internazionale, dopo l’attacco di Hamas, con l’intento di saldare il fondamentalismo sciita con quello sunnita. Fra le sue letture ci sono Julius Evola e Charles Bukowski
Bukowski lo cita più volte: «Non cerco mai di migliorarmi o di imparare qualcosa. Rimango esattamente come sono. Non sono uno che impara, sono uno che evita. Mi sento perfettamente normale nel mio mondo pazzo, non voglio diventare come gli altri».
Che ci azzecca con quel che dice Ratzinger, riportato da Pozzolo nell’home page, sull’identità dell’Europa che deve fondarsi sui valori eterni del Cristianesimo?
Qualche giorno fa ha festeggiato i 77 anni del Movimento Sociale, e sembra roba un po’ da antropologia archeologica. Lo è molto meno la sua battaglia per i cristiani perseguitati nel mondo
È un bel pasticcio descrivere Pozzolo. Quando attacca è molto aggressivo e provocatorio, ma se qualcuno lo insulta, evita di continuare sullo stesso piano. Sembra un guerriero democristiano, che è un po’ un ossimoro. Ma il fatto è che lo sembra proprio lui, un ossimoro. Fa l’assessore a Vercelli di una giunta che organizza i vaccini e attacca «l’arroganza pseudo-scientifica di chi mette all’indice esseri umani che non intendono sottoporsi a un trattamento sanitario di natura sperimentale che fa registrare casi di gravi reazioni avverse, quando non addirittura il decesso fisico».
Il sindaco cercò poi di metterci una pezza: «Ha parlato a titolo personale». Certo, che c’è di nuovo. Manny è fatto così. Manny è il suo soprannome. L’ha scritto anche su Facebook. Emanuele Manny Pozzolo. Che qualche volta ha pure cercato di spiegare come è fatto: «Sono uno a cui non piace catalogare le persone in buoni e cattivi. Sono un testardo che ama la ruralità e la solitudine, ma direi che non disprezzo anche un po’ di dannunziano divertimento. Forse la definizione migliore di me stesso è quella di anarchico conservatore: amore per la libertà e per i legami eterni. Se sono sicuro della mia idea lotto fino alla fine».
Può succedere però che si litiga, per questo. Lo dice la sua carriera: comincia da ragazzo di belle speranze nel movimento giovanile di An, «anni bellissimi di militanza pura, tra assemblee studentesche e scontro ad alto tasso ideologico». Ma poi critica Fini e gli dicono «quella è la porta». Fonda il Movimento Jan Palach e nel 2009 viene eletto come indipendente nelle liste della Lega in Comune a Vercelli. Anche qui, però, solita solfa, lui è un po’ troppo indipendente e «quella è la porta», di nuovo.
«Tolgo il disturbo e assieme a un manipolo di persone fondiamo Fratelli d’Italia». E questa volta, Emanuele Manny Pozzolo non litiga con nessuno. Perché? Perché siamo una famiglia». E lui la famiglia non la tradisce.
(da agenzie)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
“ARRABBIATO? VEDI UN PO’ TE: ESCI PER BUTTARE LA MONNEZZA, TORNI E TROVI UN PUTTANAIO”… POI SCARICA IL DEPUTATO POZZOLO, PROPRIETARIO DEL MINI-REVOLVER: “GLI AVEVO DETTO DI VENIRE, MA MAI AVREI IMMAGINATO CHE PORTASSE UNA PISTOLA. IO HO IL TERRORE DELLE ARMI”
Sottosegretario Delmastro buon anno.
«Buon anno un c….».
È arrabbiato?
«Vedi un po’ te, che vai a una festa di Capodanno, esci per buttare la monnezza, torni, e trovi un puttanaio della M…».
Beh, come inizio d’anno lascia a desiderare.
«Ho passato una giornata terribile, che non riuscirò più a smaltire, mi sento veramente sfortunato…».
Com’è andata fino all’incidente?
«Era una festa in un Comune molto piccolo del Biellese. Anche il deputato Pozzolo ha una casa in quella zona. È passato davanti alla Pro Loco, ha riconosciuto le macchine della mia scorta e l’auto di mia moglie, e ha intuito che potevamo essere lì».
E che ha fatto?
«Mi ha chiesto se più tardi poteva passare per un brindisi e io ovviamente gli ho detto di sì».
È amico di questo deputato?
«Io sono di Biella e lui è di Vercelli, facciamo politica tutti e due nello stesso partito, quindi ci conosciamo per forza, lui fa l’avvocato ed è alla sua prima elezione in Parlamento».
Quindi avete fatto Capodanno insieme.
«Per niente. Lui ha solo chiesto se poteva venire dopo, e infatti è arrivato verso mezzanotte e mezza, forse un quarto all’una, quando Capodanno era già passato, non ha fatto il brindisi con noi. E su Facebook ci sono le foto di lui che festeggia con la sua famiglia».
E l’ha visto arrivare?
«Stavo raccogliendo il cibo avanzato per andare via. Avevo quattro buste da portare in auto. Dalla Pro Loco alla macchina saranno 200 metri. Ero uscito con le prime due. Ritorno indietro per prendere le altre due e sento la moglie di quello che è stato ferito, che poi è il marito della figlia di uno della mia scorta, che grida “un botto… un botto”. Mi si gela il sangue e cerco di capire».
E cosa ha fatto?
«Ho pensato che fosse esploso un petardo… e invece sento la moglie che dice “ma allora non hai capito… era un colpo di pistola”».
Brutto affare con lei di mezzo…
«La mia scorta voleva che andassi via subito, ma io ho detto che volevo sapere cosa fosse successo al ragazzo e sincerarmi della sua situazione».
Che ha scoperto lì per lì?
«L’avevano messo sul tavolo al centro del salone. Era ferito alla gamba. Lui ha 31 anni. Mi ha detto che aveva vinto il premio come miglior operaio dell’anno e sperava di vincerlo di nuovo. E poi ha aggiunto: “Mi dispiace per te che avrai dei casini e non eri neppure in sala”».
Gliel’ha detto proprio lui?
«Sì, io ho chiesto subito se avessero già chiamato la polizia, sono uscito e ho aspettato che venisse l’ambulanza. Poi sono arrivati carabinieri e polizia».
L’hanno sentita subito?
«Io, gliel’ho già detto, non so nulla della dinamica perché non ero presente quando è successo il fatto, e quando sono rientrato era già accaduto tutto».
Ha visto che Pozzolo ammette che la pistola era sua, ma il colpo è partito accidentalmente e non è stato lui a sparare? Lei ci crede?
«Guardi, se fossi stato in quel salone potrei dirlo, ma io lì non c’ero e non ho visto nulla».
Perché un deputato va armato a una festa?
«È una stranezza certo. Io sono basito. Gli ho detto di venire, ma mai avrei immaginato che portasse una pistola. E poi poteva andare in ventimila posti e invece è venuto proprio lì… Se l’avessi immaginato gli avrei detto di non venire».
Lei gira armato?
«Ma sta scherzando? Nessuno della mia famiglia ha mai avuto un’arma perché io ho il terrore delle armi».
Non è che poi esce una sua foto con lei armato?
«Sì, quando avevo sei anni ed ero vestito da cowboy…».
(da La Repubblica)
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Gennaio 2nd, 2024 Riccardo Fucile
SECHI: “UN MEMBRO DEL CLUB DEI BISCHERI”… MA SE I BISCHERI SONO LA MAGGIORANZA COSA VUOI ASPETTARTI?
Il quotidiano Libero all’attacco di Emanuele Pozzolo dopo il caso della sparatoria di Capodanno a Rosazza. Mentre l’indagine sulla dinamica dei fatti è ancora in corso, il giornale apre con un titolo significativo: «C’è un pistola anche in FdI».
Nel suo editoriale intitolato «Una sveglia dopo il veglione» il direttore Mario Sechi scrive che «l’azione del premier non può essere distratta da episodi provocati da chi non ha capito che occorrono anni per costruire una politica che è un’idea di nazione. Ogni legislatura sfoggia dei bischeri, quello eletto in Fratelli d’Italia va a un veglione con la pistola e poi ne perde il controllo (lo dice lui, questa è la cosa surreale) al punto che ci scappa un ferito, fa parte del club».
E ancora: «C’è una lezione? Nel corso di una legislatura i singoli episodi scolorano, ma la politica ha il suo breve, medio, lungo termine. Nel breve, tra cinque mesi, all’inizio di giugno il centrodestra misurerà la sua forza nel voto europeo. Sarà un test per il governo, la campagna elettorale è partita, l’opposizione userà ogni mezzo per colpire Giorgia Meloni. Dopo il veglione, prima sveglia del 2024 ai gruppi parlamentari: state attenti ai bischeri».
(da Open)
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