STORIA DI MANNY, “PISTOLERO” NO VAX DALLE IDEE CONFUSE
“SONO UN ANARCHICO CONSERVATORE”
Da Ratzinger a Tolkien, fino ai No Vax, passando anche da Bukowski e Domenico Quirico, c’è un po’ di tutto nell’album dei preferiti di Emanuele Pozzolo. Non è così semplice da raccontare. Spirito ribelle, «anarchico conservatore»], testa dura e polemista pronto all’uso: «Sensuale, scettico e religioso non sarebbe una cattiva definizione di ciò che sono».
Queste non sono parole sue ma lui le sottoscrive. Naturalmente No Vax accanito e cattolico ultrà. Bisticcia con Fini, bisticcia con la Lega e si sposa con Fratelli d’Italia.
Stavolta non bisticcia con nessuno. Il suo fratello di partito è Andrea Delmastro, uno di quei parlamentari che contano, e guarda caso l’incidente è capitato proprio a una sua festa.
L’onorevole, pasdaran No Vax, è sempre stato nell’occhio del ciclone, con qualche confusione di troppo, e questo non facilita le cose. Dovessi chiederlo a lui, invece è tutto così lineare. Un suo riferimento politico? Ratzinger, «uomo fermo e coraggioso, autentico difensore della fede, anima profonda e potente». Poi anche la Meloni, ci mancherebbe. Qualche simpatia segnalata su Facebook invece è un po’ strana.
C’è Marco Rizzo, comunista puro e duro approdato ansimante sul carro dei sovranisti, che però in politica estera picchia Israele, mentre Pozzolo scrive un bel post, citando Quirico, sulla minacciosa guida Iran del terrorismo internazionale, dopo l’attacco di Hamas, con l’intento di saldare il fondamentalismo sciita con quello sunnita. Fra le sue letture ci sono Julius Evola e Charles Bukowski
Bukowski lo cita più volte: «Non cerco mai di migliorarmi o di imparare qualcosa. Rimango esattamente come sono. Non sono uno che impara, sono uno che evita. Mi sento perfettamente normale nel mio mondo pazzo, non voglio diventare come gli altri».
Che ci azzecca con quel che dice Ratzinger, riportato da Pozzolo nell’home page, sull’identità dell’Europa che deve fondarsi sui valori eterni del Cristianesimo?
Qualche giorno fa ha festeggiato i 77 anni del Movimento Sociale, e sembra roba un po’ da antropologia archeologica. Lo è molto meno la sua battaglia per i cristiani perseguitati nel mondo
È un bel pasticcio descrivere Pozzolo. Quando attacca è molto aggressivo e provocatorio, ma se qualcuno lo insulta, evita di continuare sullo stesso piano. Sembra un guerriero democristiano, che è un po’ un ossimoro. Ma il fatto è che lo sembra proprio lui, un ossimoro. Fa l’assessore a Vercelli di una giunta che organizza i vaccini e attacca «l’arroganza pseudo-scientifica di chi mette all’indice esseri umani che non intendono sottoporsi a un trattamento sanitario di natura sperimentale che fa registrare casi di gravi reazioni avverse, quando non addirittura il decesso fisico».
Il sindaco cercò poi di metterci una pezza: «Ha parlato a titolo personale». Certo, che c’è di nuovo. Manny è fatto così. Manny è il suo soprannome. L’ha scritto anche su Facebook. Emanuele Manny Pozzolo. Che qualche volta ha pure cercato di spiegare come è fatto: «Sono uno a cui non piace catalogare le persone in buoni e cattivi. Sono un testardo che ama la ruralità e la solitudine, ma direi che non disprezzo anche un po’ di dannunziano divertimento. Forse la definizione migliore di me stesso è quella di anarchico conservatore: amore per la libertà e per i legami eterni. Se sono sicuro della mia idea lotto fino alla fine».
Può succedere però che si litiga, per questo. Lo dice la sua carriera: comincia da ragazzo di belle speranze nel movimento giovanile di An, «anni bellissimi di militanza pura, tra assemblee studentesche e scontro ad alto tasso ideologico». Ma poi critica Fini e gli dicono «quella è la porta». Fonda il Movimento Jan Palach e nel 2009 viene eletto come indipendente nelle liste della Lega in Comune a Vercelli. Anche qui, però, solita solfa, lui è un po’ troppo indipendente e «quella è la porta», di nuovo.
«Tolgo il disturbo e assieme a un manipolo di persone fondiamo Fratelli d’Italia». E questa volta, Emanuele Manny Pozzolo non litiga con nessuno. Perché? Perché siamo una famiglia». E lui la famiglia non la tradisce.
(da agenzie)
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