Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
IL TESTO RIDUCE DA 18 A 5 ANNI L’ARCO DI TEMPO PER POTER RICHIEDERE GLI ARRETRATI MAI OTTENUTI E RIVENDICATI LA PROTESTA DELLE OPPOSIZIONI, DI CGIL E UIL (LA CISL MUTA): “LA DESTRA VUOLE SCHIAVI, NON LAVORATORI”
Il governo Meloni vuole condonare tutta l’evasione retributiva fino al 2020 delle imprese con più di 15 dipendenti. Lo fa con l’emendamento al decreto ex Ilva firmato dal relatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese.
Un emendamento – sottolineano opposizioni e sindacati, già insorti – non collegato alle crisi industriali, tema del provvedimento. Ma che stravolge il diritto del lavoro. E allo
stesso tempo passa un colpo di spugna su tutte le violazioni dei datori di lavoro in materia di retribuzione fino a cinque anni fa.
Questo emendamento stabilisce che i crediti di lavoro – ovvero tutto ciò che il datore non paga al lavoratore, ma previsto dalla legge o dal contratto: dagli straordinari alla tredicesima – si prescrivono in cinque anni. E la prescrizione inizia a decorrere «in costanza di lavoro». E non aver dopo aver chiuso il contratto, come avviene ora, per paura di ritorsioni.
Come se non bastasse, l’emendamento introduce anche un termine di decadenza: dopo la messa in mora del datore con diffida scritta, il lavoratore ha 180 giorni per fare causa. Non si prevede conciliazione.
Una rivoluzione che ribalta la giurisprudenza della Cassazione (sentenza 26246/2022) laddove stabilisce che la prescrizione non decorre durante il rapporto di lavoro, se il lavoratore è privo di tutele effettive in caso di licenziamento.
E lo sono tutti gli assunti dopo il 7 marzo 2015, grazie al Jobs Act, privati della reintegra dopo un licenziamento illegittimo prevista dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, già smantellato dalla legge Fornero del 2012.
Il plauso delle associazioni imprenditoriali, a partire da Confcommercio che al pari di Fratelli d’Italia esultano per «la ritrovata certezza del diritto». Oggi ci sono cinque anni per fare causa.
Ma si possono richiedere tutte le somme non erogate sin dal luglio 2007, ovvero cinque anni prima dell’entrata in vigore della legge Fornero: 18 anni di arretrati. Con l’emendamento Pogliese al massimo cinque: una maxi sanatoria del pregresso.
Oltre al concreto rischio di perdere il posto.
Tutta l’opposizione è insorta, insieme a Cgil e Uil (la Cisl in silenzio mentre celebrava il suo congresso). «La destra vuole schiavi non lavoratori», dice la responsabile pd del Lavoro, Maria Cecilia Guerra. Il riferimento è anche alla seconda parte dell’emendamento Pogliese.
Quella che detta le regole ai giudici del lavoro. Stabilendo che se un datore applica un contratto collettivo firmato da sindacati comparativamente più rappresentativi, si presume che la retribuzione sia “giusta”, cioè conforme all’articolo 36 della Costituzione. Una presunzione che può essere superata solo dimostrando che sia “gravemente” inadeguata.
E anche qualora il giudice dimostri questa “grave” inadeguatezza, il datore paga solo dal momento della diffida o della causa. Niente arretrati. «Un modo per combattere i contratti pirata», dice il presidente della commissione Lavoro della Camera Walter Rizzetto (FdI).
In realtà si vuole restringere il campo di azione del giudice anche nei confronti dei contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil che – come nel caso della vigilanza – prevedono una retribuzione da 5 euro all’ora giudicata dai tribunali inadeguata. Ora dovrebbe essere anche “gravemente” inadeguata. E non basterebbe ad avere gli arretrati.
Il blitz estivo di Pogliese si inserisce nel quadro più generale di una destra che «non vuole disturbare chi fa». Nonostante 11-12 miliardi all’anno di evasione di contributi a Inps e Inail, indice di un’ampia fetta di lavoro nero e grigio nel Paese. E di imprese che pagano poco o non pagano. L’Inps si ritrova 120 miliardi di crediti contributivi non riscossi. Su questi poi la Lega si avventa per fare rottamazioni ed operazioni di “saldo e stralcio”.
(da La Repubblica)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
RENZI: “IL GOVERNO DEI PATRIOTI CONTINUA A FARE IL MAGGIORDOMO DI TRUMP O INTENDE DIFENDERE I DIRITTI DI UN CITTADINO ITALIANO? GLI ITALIANI NEI POLLAI, LA MELONI GENUFLESSA A TRUMP”
«Siamo in gabbia come polli, 32 persone con tre bagni aperti, tutti vedono tutto. Non so
di cosa mi accusano, non posso parlare con un avvocto né con un giudice». È un racconto terribile quello che Gaetano Mirabella Costa, uno dei due italiani rinchiusi in Alligator-Alcatraz fa ai microfoni del Tg2.
Le condizioni di detenzione sono disperate: «Le autorità italiane mi aiutino a uscire da quest’incubo». Originario di Fiumefreddo di Sicilia […] ha 45 anni e vive in America da 10. Arrestato in seguito a una denuncia dell’ex moglie per aggressione e possesso di stupefacenti è stato condannato a 6 mesi e all’espulsione.
Doveva uscire dal carcere il 9 luglio, invece l’hanno trasportato direttamente nel malsano centro di detenzione, «incatenato come un cane» come racconta la mamma. Può fare alcune chiamate: «È l’unica cosa positiva» dice la donna, spiegando, però, che anche quello è difficile: «La situazione è molto dura, mi ha detto
“mamma non vedo il sole da 10 giorni”. Noi non siamo stati ancora contattati da nessuno per affrontare questa situazione ma faremo di tutto per farlo tornare, speriamo presto»
A raccontare dall’interno le difficili condizioni di vita in quel luogo costruito in appena otto giorni su un terreno insalubre e infestato da insetti e pitoni assemblando roulotte, tende e circondando il tutto con filo spinato e 200 telecamere, ci ha già provato anche l’altro italiano prigioniero: Fernando Artese, 63anni, entrato con un visto turistico di 90 giorni nel 2014 e rimasto in Florida.
A un giornalista del Tampa Bay Times ha descritto «condizioni da campo di concentramento».
E ieri per lui la figlia 19enne Carla ha aperto una sottoscrizione su GoFoundMe che ha lanciato dal suo account Instagram: […] «Non gli danno informazioni e non lo hanno inserito negli archivi: non esiste come carcerato. Gli danno due miseri pasti a 12 ore di distanza. Il caldo è terribile ma dal 3 luglio ha potuto fare solo due docce. I gabinetti sono otturati non c’è sapone né spazzolini da denti. Ci serve un avvocato che ci aiuti e soldi per coprire le spese. Vi prego, aiutatemi a liberare mio padre».
Ieri anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, è intervenuto sul caso con una nota durissima: «Un italiano è chiuso ” in un pollaio”, detenuto ad Alligator Alcaraz, il centro voluto dai sovranisti americani. Non può chiamare un avvocato. Il Governo dei patrioti continua a fare il maggiordomo di Trump o intende difendere i diritti di un cittadino italiano? La domanda forse è retorica, la risposta di Meloni certo è ridicola. Gli italiani nei pollai, la Meloni genuflessa a Trump». Pure Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra attacca: «Questo governo, sempre pronto a compiacere Washington, resta in silenzio anche davanti a una palese violazione dei diritti umani. Patrioti a parole, vassalli nei fatti».
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
AL TERZO POSTO LA TUNISIA… IL LAZIO E’ LA REGIONE DA CUI NE PARTONO DI PIU’
I pensionati italiani preferiscono la Spagna. Il numero di ritirati dal lavoro che hanno scelto di emigrare è triplicato. Tra loro soprattutto chi ha un assegno oltre i 5 mila euro. Nel 2010 se ne andavano 10 pensionati ogni 100 mila, oggi sono 33. Fino a qualche fa la meta preferita era il Portogallo. Anche a causa dei beneifici fiscali concessi da Lisbona. La stretta sui bonus h
portato i flussi verso la Spagna. Secondo il rapporto dell’Inps la penisola iberica era la preferita per il clima mite, la presenza di comunità italiane consolidate e l’accessibilità delle strutture sanitarie.
Spagna e Albania
Il Messaggero aggiunge che un altro paese scelto come meta di vita per i pensionati è l’Albania. Poi ci sono la Svizzera, la Francia, la Germania. Dove «probabilmente», sottolinea l’ente, i pensionati si trasferiscono anche per ragioni di ricongiungimento familiare. «Nel 2023 significativi sono stati anche i flussi verso la Tunisia», spiega ancora l’Istituto nazionale di previdenza, perché è «una meta strategica per pensionati autosufficienti e autonomi». Verso l’Africa ci si sposta soprattutto dal Lazio. Che è la quarta regione per pensionati che emigrano. Dietro Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Liguria.
38 mila
Dal 2010 si sono spostati 38 mila italiani. Andando a ingrossare le file dei quasi 229mila pensionati che vivono fuori dai confini nazionali. Resta stabile il numero di chi invece sceglie di rientrare in Italia dopo la pensione, con cifre che ogni anno oscillano tra i 400 e gli 800 pensionati.
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
“L’UCCISIONE DI BAMBINI IN FILA PER UN PUGNO DI RISO GRIDA GIUSTIZIA A DIO”
Secondo il cardinale Augusto Paolo Lojudice «c’è chi si è stracciato le vesti leggendo la
parola genocidio usata da Francesco in un libro. Ma a Gaza siamo oltre la follia. È all’opera il male più sfrenato e senza logica. L’uccisione di bambini in fila per un pugno di riso grida giustizia a Dio». Il giudice della Cassazione Vaticana e collega per cinque anni di
Leone XIV in Curia, oltre che arcivescovo di Siena e Montepulciano e membro del consiglio permanente della Cei, dice in un’intervista a La Stampa che «ormai il masso è rotolato e si è azzerata qualunque giustificazione geopolitica». Perché «di fronte all’attuale escalation di nefandezze nessuno dice più che sia giusto che Israele si difenda. La strage degli innocenti grida vendetta al cielo. Non ci può più tirare indietro dal denunciarlo».
La strage degli innocenti
Secondo il cardinale Benjamin Netanyahu «non si ferma perché è un tiranno che persegue un cupo e sanguinario disegno di potere. A parte Donald Trump, a cui interessa solo vendere armi, nessuno accetta più le sue auto-legittimazioni. L’altra sera all’abbazia cistercense di San Galgano, la Caritas ha organizzato un concerto di beneficenza. Alla fine è venuta a parlarmi una signora della comunità ebraica quasi in lacrime, con tono di scuse. L’ho abbracciata e le ho risposto che non c’entra nulla l’appartenenza religiosa. Come fa a guardarsi allo specchio chi si macchia di atrocità del genere e ha decine di migliaia di vittime sulla coscienza? Non c’è nulla di ragionevole in una carneficina, è la malvagità che prende campo e spazza via il senso di umanità».
Occhio per occhio
Lojudice dice che siamo molto al di là dell’occhio per occhio, dente per dente: «Nessuna violenza può strumentalizzare il nome di Dio. A Gerusalemme ho sentito frange fondamentaliste farsi scudo delle Scritture per calpestare i diritti umani. In realtà non c’è più modo di tentare una spiegazione. La lettura
fondamentalista della Bibbia richiama la distruzione totale del nemico? Una mistificazione perché si parla di abbattere il male non di sterminare bambini. Quando si stravolge l’Antico Testamento gli si fa dire ciò che si vuole. Non tutti gli ebrei lo fanno. In Israele sono ora al comando settori integralisti che uniscono il fondamentalismo a politiche di estrema destra, alla folle ricerca del potere assoluto. Il diritto della forza umilia la forza del diritto. Per colpa di scelte dissennate commettono le stesse atrocità compiute su di loro. Se non si ferma il tiranno non se ne esce. La vita ha perso qualunque valore rispetto al tornaconto economico dell’industria di morte e alla ricchezza usata come sopraffazione»
La bomba sulla chiesa
Riguardo il bombardamento sulla chiesa di Gerusalemme, secondo il cardinale non era un attacco mirato: «Si colpisce tutto senza fare distinzioni. Netanyahu ha dovuto chiedere scusa e in un clima avvelenato un fatto simile non conveniva a nessuno. Il cristianesimo ha una forza travalica ogni confine. Abbatte i muri dell’odio ai quali Francesco prima e Leone adesso oppongono i ponti del dialogo. Il sogno di vedere Gaza pacificata è stato negato a Bergoglio, speriamo che dall’alto ci aiuti a realizzarlo. Non c’è da interrogarsi sulle cause di azioni criminali come quelle nella Striscia. Il dispiegarsi di una violenza cieca e crudele si riverserà per decenni sulle generazioni seminando discordia. La presenza cristiana si staglia come un’oasi profetica che testimonia la possibilità di un altro modo di vivere sulla stessa terra».
I palestinesi
Infine: «Non è cacciando un popolo che si pacifica una terra. Lavorare insieme è l’unico strumento per tutelare gli innocenti. Ciò che ho visto in Terra Santa non è accettabile, è una devastazione etica e materiale che ti scava dentro e non dimentichi più. A Gaza sono i civili le vittime del conflitto e la dignità umana è calpestata ogni giorno di più. Dobbiamo mobilitarci per fermare la tragedia di una guerra orribile, sempre più insensata e totalmente priva di ogni giustificazione umana e morale. Non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità. L’uso e il possesso di armenti in grado di radere al suolo la “casa comune” è un abominio per il quale arriverà il giudizio divino».
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
TRA PAUSE ANTICIPATE, CALENDARI GENEROSI E PRESENZE SPORADICHE, DA NORD A SUD GLI ELETTI SEMBRANO PERENNEMENTE A RIPOSO
In Piemonte le chiamano ferie ridotte: la politica regionale si farà “solo” 27 giorni di vacanza, con chiusura della saracinesca il 7 agosto e rientro il 2 settembre, ma c’è un però. Perché se nel 2024 i giorni di pausa erano stati di più, ossia la bellezza di 34 giorni di fila, quest’anno il calendario pre-agostano rischia comunque di essere versione ultraleggera: l’attesa riforma sanitaria slitterà con ogni probabilità in autunno perché gli alti lai dell’assessore Federico Riboldi che pure vorrebbe imbullonare alla poltrona i consiglieri per un bel pezzo dell’estate, sono caduti nel vuoto. Del resto, non che il 2025 sia stato una faticaccia: il consiglio regionale in quattro mesi (l’aggiornamento delle presenze è fermo ad aprile) si è riunito la bellezza di 13 volte. E la giunta? Qui il dato aggiornato a giugno racconta che in sei mesi le riunioni sono state 47, ma per chi
c’era: il presidente della regione Alberto Cirio ha timbrato il cartellino solo 28 volte.
Ma se la politica in Piemonte è ormai pronta per l’ombrellone, la Lombardia di Attilio Fontana non scherza: il menù, alle latitudini di una Milano terremotata dalle inchieste, prevede un “filone” di 52 giorni di pausa. Con ultima seduta del parlamentino prima della pausa prevista per il 25 luglio e rientro dai lidi (o dalle vette) il 16 settembre. Poco male. A difendere l’operosità lombarda ci penseranno come al solito i muratori: il Pirellone rimarrà aperto tutto il tempo ma solo perché a darci dentro con la pala saranno gli altri addetti alla ristrutturazione della sede della regione onde poter riaccogliere al loro ritorno gli onorevoli consiglieri già pronti per le ferie. Altrove invece è proprio iniziato il rompete le righe.
Sarà per il clima da fine di mondo (l’era Luca Zaia) o solo perché il caldo non dà tregua, ma dieci giorni fa il presidente del consiglio regionale Veneto, il leghista Roberto Ciambetti ha avuto un moto di disappunto, diciamo così, perché davanti ai suoi occhi, tra gli scranni riservati agli eletti, specie quelli della maggioranza di centrodestra, c’erano solo le zanzare. “In quest’aula vuota, sorda e grigia” ha detto Ciambetti citando il più noto Benito Mussolini del discorso del bivacco, quello in cui nel 1922 aveva solo minacciato di sprangare l’aula del Parlamento. In Veneto semmai servirebbero i buttadentro: anche per il presidente Luca Zaia se è vero, come ha denunciato Erika Baldin del M5S ad aprile, che le presenze al suo attivo erano quel che erano: 12 su 158 sedute di consiglio, da medaglia di presidente più assenteista d’Italia. Ora in attesa che venga fissata
la data delle urne pure i consiglieri marcano visita e si godono le ferie anticipate.
Che saranno extra large anche nella Toscana di Eugenio Giani, altra regione che andrà al voto prossimamente: stando al calendario l’ultima seduta del consiglio è quella prevista l’8 agosto con ripresa il 23 settembre. Ma ripresa per modo di dire viste le elezioni che incombono forse già a ottobre.
E che dire della Puglia? Qui l’unica certezza è che nel 2025 il consiglio regionale è stato convocato solo 12 volte, ma le riunioni vere sono state molte meno per via delle defezioni che, da ultimo, trovano motivo anche nella canicola di luglio: pesano però soprattutto i contraccolpi politici di una legislatura che ormai sembra aver detto già tutto da un bel po’. Solo stando al 2025, per nove volte la presidente del consiglio, Loredana Capone ha dovuto dichiarare tolta la seduta anticipatamente perché i banchi in aula, soprattutto quelli della maggioranza, erano deserti e pace per i provvedimenti da approvare. Come era successo a giugno quando Capone – si dovevano votare norme sul terzo settore – aveva perso la pazienza: “No vabbè, ma che caspita. Per favore richiamate i colleghi che sono nei corridoi, di maggioranza soprattutto. Sono sinceramente arrabbiata”. C’è che in tutta la legislatura le interruzioni causate dalle defezioni sono state 32 su 118, più di un quarto del totale, altro che consiglieri nei corridoi a fumare. Il fenomeno degli assenteisti ha assunto una consistenza tale che il Pd che governa la regione, preoccupata evidentemente anche per il futuro, minaccia una riforma dello statuto e del regolamento: colpire nel portafoglio chi marca visita o si allontana dopo aver firmato la presenza con
una decurtazione di 500 euro, e anche la minaccia di decadenza da consiglieri dopo la terza assenza. Anche se per il centrodestra l’assenza cronica è più che altro la spia del fallimento politico della maggioranza di Michele Emiliano: “I Consigli regionali ormai sono un mare di lacrime, tra i banchi vuoti e provvedimenti non all’altezza dei tanti problemi di questo territorio”.
E la Campania? A quanto pare una sola seduta (che ancora non è stata fissata) separa i consiglieri dalle agognate ferie che i più impiegheranno in campagna elettorale vista la fine della legislatura che termina ufficialmente il 21 settembre anche se Vincenzo De Luca, presidente della regione a fine corsa, spera ancora di ottenere una proroga per scavallare il 2026 ché – dice – se si votasse a scadenza non ci sarebbe tempo per “un’approvazione seria del bilancio”. Ma l’argomento non tiene: le Marche di Francesco Acquaroli (il presidente della regione uscente che sente il fiato sul collo di Matteo Ricci) briga per andare alle urne già a settembre. Ma questa è un’altra storia, giacché qui interessano le ferie e la politica in costume da bagno: il consiglio delle Marche è convocato il 22 luglio e, salvo una eventuale ulteriore seduta si scavallerà in scioltezza l’estate e chi si è visto si è visto.
Ma la fine della stagione è attesa anche in Basilicata: domani verrà fissato il calendario dell’agognata pausa estiva nella regione di Vito Bardi. Mentre la lieta novella delle ferie sarà annunciata ai deputati dell’Assemblea siciliana martedì e il peggio che possa accadere è lavorare fino alla prima settimana di agosto. Ma forse pure meno: l’ultima seduta è stata un
calvario con lavori fermi per le proteste delle opposizioni che hanno chiesto al presidente Renato Schifani di riferire sugli ultimi scandali, quelli che riguardano l’assessora al Turismo Elvira Amata e l’altro fratello d’Italia Gaetano Galvagno che è il presidente dell’assemblea regionale. Ma già nei mesi scorsi, per l’assenza di assessori o per i nodi politici irrisolti in seno alla maggioranza si è proceduto a singhiozzo col Parlamento siciliano bloccato in un immobilismo senza precedenti. Dall’altra parte dello stretto gode invece la Calabria di Roberto Occhiuto: l’inizio delle vacanze verrà fischiato il 6 agosto come lo scorso anno quando il consiglio era tornato a riunirsi il 2 ottobre.
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
“IN TUTTO IL GLOBO IL POTERE ATTACCA I EMDIA MA CONTRO TRUMP VINCERA MURDOCH”
«La causa di Trump contro Murdoch verrà ritirata o respinta, perché è frivola dal punto
di vista legale e richiederebbe una testimonianza in tribunale del presidente sul caso Epstein, che non darà mai». Michael Wolff è al centro di questa tempesta perfetta, perché ha scritto libri su entrambi i protagonisti e Donald voleva denunciarlo. Perciò avverte: «È una strategia per intimidire i media in tutto il mondo, ma in Italia dovete fare più attenzione perché siete più esposti di noi».
Perché Trump ha fatto causa a Murdoch per 10 miliardi?
«Lo fa sempre, è la sua mossa abituale. Non significa nulla, è solo una dimostrazione di spavalderia. Murdoch però tende a non cedere su questo, quindi presumo verrà archiviata o respinta».
Perché?
«Va sempre così. L’enorme numero di cause fatte da Trump contro i media è stato in genere archiviato perché non hanno merito legale, tranne alcuni casi recenti in cui certi gruppi hanno scelto di patteggiare per ottenere favori da lui. Murdoch però non cederà, anche perché sa che Trump dovrà testimoniare sul caso Epstein, se vorrà procedere con la causa, ma non lo farà mai».
Per difendersi il Wall Street Journal dovrebbe consegnare la lettera di auguri scritta da Donald a Jeffrey, dimostrando la propria buona fede?
«Potrebbe, ma non è tenuto a farlo. L’obbligo della prova ricade sul querelante, che deve dimostrare l’intento diffamatorio. È un ostacolo alto, richiederebbe che Trump testimoniasse in aula sui suoi rapporti con Epstein. Perciò credo che Murdoch non stia perdendo un minuto di sonno su questa causa».
Com’è il rapporto fra i due?
«Murdoch odia Trump. È stato costretto a sopportarlo ma lo odia»
Averlo sulla sua televisione non genera ascolti e ricavi?
«La Fox ha sostenuto prima DeSantis e poi Haley, chiunque pur di fermare Trump. Poi però Donald ha vinto le elezioni e Rupert è rimasto fregato. È stato costretto ad inginocchiarsi, ma ciò non significa che fosse felice e quando ha avuto l’occasione per vendicarsi l’ha colta. Sono sicuro che il Wall Street Journal
abbia lavorato bene. Murdoch era informato e da buon editore, quale può essere quando vuole, ha deciso che era una grande storia da pubblicare».
Odia Trump per motivi personali o politici?
«Entrambe le cose. Sul piano personale lo considera un vile e riprovevole truffatore. Murdoch è un conservatore tradizionale e crede che i politici debbano essere persone serie, non barzellette. Sul piano politico poi è un internazionalista, favorevole all’immigrazione, quindi opposto ai pilastri della linea Maga».
E Trump odia Murdoch?
«No, ha sempre corteggiato la sua approvazione. Rupert è un editore di successo miliardario, ciò che Trump stima e ama».
Il mondo Maga è tornato a schierarsi con Donald dopo la causa. Attaccare i media tradizionali è più importante della verità su Epstein?
«Chiedetelo a loro, è disorientante».
Però Trump ha avuto alcuni successi negli attacchi ai media.
«No, non ha mai avuto successo. Tranne i casi di Abc e Cbs, che hanno scelto di patteggiare per paura. Tutti concordano sul fatto che se queste cause fossero arrivate in tribunale le avrebbe perse, come le altre, perché non hanno merito sul piano legale».
Allora perché insiste con questa strategia?
«Le cause hanno molti usi, non solo vincerle. Ha minacciato anche me. Così attira l’attenzione, ti obbliga a sprecare energie e risorse con gli avvocati, spera di intimidirti e metterti a tacere. Ha creato un modello globale, imitato dai suoi alleati».
Cosa intende?
«Succede anche in Italia, ma dovete fare più attenzione. Da noi
il sistema giudiziario ci protegge ancora, voi siete più esposti».
(da repubblica.it)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
GLI HATER AVEVANO INONDATO DI COMMENTI OFFENSIVI LA FOTO POSTATA PRIMA DELL’INIZIO DEL TORNEO
Dopo la conquista dell’Europeo di basket, vittoria in finale contro la Lituania, l’Italia U20 si toglie un peso che covava al suo interno dall’inizio del torneo. Attraverso una storia Instagram di David Torresani, tra i protagonisti del trionfo azzurro, lo spogliatoio ha attaccato gli haters che si erano scagliati contro la squadra, formata in parte da atleti neri e da italiani di seconda generazione. “Grazie mille a tutti i commenti negativi e razzisti sotto i vari post – si legge – ci avete dato la carica!”. Messaggio firmato, a suon di tag, da tutti i componenti della rosa.
L’Italia del basket contro i razzisti
Commenti razzisti e offese inqualificabili erano comparsi infatti il 12 luglio sotto alla foto di squadra postata su Facebook dalla pagina dell’Italbasket, contenuto in cui si presentava la rosa pronta a iniziare il torneo. Gli azzurri, in silenzio, hanno disputato partite meravigliose, portato l’Italia sul tetto d’Europa e infine messo a segno una bella schiacciata contro i razzisti, purtroppo sempre attivi. Sotto canestro ma non solo.
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
LA RAGAZZA, AFFETTA DA SINDROME DI BECHET, NON HA DIRITTO A UNA CORSIA PREFERENZIALE PER DEGLI ESAMI STRUMENTALI… LA FAMIGLIA, GIUSTAMENTE, PRESENTA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI E IL CASO FINISCE IN PROCURA
Invalida all’ottanta per cento, titolare di legge 104 comma ter, già sottoposta a diversi
interventi chirurgici, vittima di tre perforazioni intestinali nel tempo, secondo il sovracup non ha alcun canale preferenziale per ottenere un esame strumentale. Risonanza a dicembre 2026. Un anno e mezzo di attesa. Il calvario di una ventitreenne di Milazzo (Messina) affetta da sindrome di Bechet finisce in procura.
A raccontare la storia di Oriana che da quando aveva 12 anni è costretta a passare da un ospedale all’altro è la Gazzetta del Sud. La madre della paziente promuove a pieni voti le strutture ospedaliere che hanno seguito la figlia, ma boccia il sistema che già una volta l’ha portata a pagare 1.300 euro per una serie di esami che altrimenti non avrebbe avuto in tempo ma a cui avrebbe dovuto avere accesso gratuitamente.
Il sovracup a cui si è rivolta la famiglia ha risposto che quegli esami, due risonanze magnetiche, per ora, anche volendo, non si possono eseguire in intramoenia e potrebbero essere effettuati a giugno e a ottobre del 2026 al Policlinico di Messina. Di qui la decisione di presentare una denuncia ai carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto.
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2025 Riccardo Fucile
È NECESSARIO CHE LE PARETI DEL BUNKER SIANO SPESSE TRA I 30 E GLI 80 CENTIMETRI E CHE SI TROVI AD ALMENO TRE METRI DI PROFONDITÀ
La paura si fa sempre più soffocante, anche per coloro che sono lontani dalle zone di guerra. Il timore non scompare con la distanza e, come dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, l’escalation del conflitto tra gli Stati Uniti e l’Iran – con il bombardamento degli impianti di arricchimento dell’uranio di Fordo, Natanz e Isfahan – fa tremare tutti, non solo la terra.
Così anche in Italia si diffonde l’idea di trovare un rifugio che possa assicurare la propria sopravvivenza e quella dei propri cari: un bunker antiatomico. Ma come funzionano queste strutture e quanto tempo è possibile rimanervi?
Il bunker antiatomico è una struttura realizzata in cemento armato, lastre di acciaio e materiali isolanti con la funzione di assicurare un rifugio sicuro contro le radiazioni nucleari. Affinché possa adempiere al suo obiettivo è necessario che le pareti siano molto spesse, tra i 30 e gli 80 centimetri, e che sia realizzato sotto il livello del suolo, anche se la profondità può variare – in particolare in base all’area prescelta e alla possibile instabilità geologica, motivo per cui è importante la scelta di un terreno ottimale. Come riporta Bunker Specialist, in ogni caso, è bene che sia ad almeno 3-5 metri sottoterra.
Una volta completata la costruzione, che deve tenere conto di criteri quali il numero di occupanti e la durata del soggiorno, bisogna organizzare al meglio le risorse necessarie per la sopravvivenza, che secondo Bunker Swiss sono un sistema di ventilazione adeguato (come i filtri NBC), dei sistemi di illuminazione che possano riprodurre la luce diurna, grandi scorte d’acqua, prodotti alimentari non deperibili, farmaci di vario tipo, indumenti adatti per mantenere la giusta temperatura corporea, telecamere e sensori per monitorare l’ambiente esterno, molte batterie e un sistema autonomo di energia elettrica (per esempio tramite il movimento).
Non c’è una cifra fissa da pagare per la costruzione o l’acquisto di un bunker e naturalmente il prezzo finale dipende dalla
struttura che si desidera. In Italia, poi, è molto raro trovare case già dotate di un rifugio. In generale, nel caso di un bunker di base, certamente essenziale ma comunque efficace, il costo si aggira intorno ai 100mila euro, un totale che raggiunge i 500mila euro nel caso si desideri invece una struttura personalizzata, solitamente provvista di maggiori comfort e sistemi di protezione più avanzati
(da Leggo)
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