IL COMANDANTE GIACOMAZZI: “NON SONO UN EROE, SOFFRO PER LE VITTIME”
L’AMMIRAGLIO LA MAESTRA: “NON POTEVA FARE MEGLIO, OPERAZIONE DI SOCCORSO DA MANUALE”
«Il comandante Argilio non poteva fare di meglio, nella gestione dell’emergenza: è partito dal porto perchè aveva la piena navigabilità della nave. E’ rimasto a bordo fino alla fine, come si deve fare: ed oggi, chi fa il proprio dovere, è un eroe. In quanto all’operazione di soccorso, con quelle fiamme, quel mare, e l’uso degli elicotteri, è stata da manuale. Rimarrà nella storia, come esempio positivo».
Il contrammiraglio della Marina Militare, Eugenio La Maestra, porge i suoi complimenti al comportamento del capitano spezzino.
Lo fa a nome dell’associazione che raccoglie tutti gli ex allievi dell’istituto Nautico Nazario Sauro, della Spezia.
«Personalmente ho scritto e inviato una lettera al capitano Giacomazzi – sottolinea il contrammiraglio – e l’ho fatto dopo aver sentito numerosi compagni di scuola, e colleghi, che vivono e lavorano non solo in Italia ed in Europa, ma in tutto il mondo. Chi oggi rileva che forse a bordo c’erano dei clandestini, dice una cosa possibile: ma il capitano non poteva saperlo, perchè si tratta, appunto, di clandestini. E se c’era chi dormiva nei camion, purtroppo si tratta di un comportamento pericoloso, e vietato dalle norme di sicurezza. Imputare le conseguenze di comportamenti non regolari al comandante di una nave, è cosa che non ha senso».
Il comandante ha dalla sua parte la stima e il sostegno di tutti i colleghi spezzini che operano sul mare: siano civili o militari.
La lettera degli ex compagni di scuola, che troverà presto nella cassetta postale della sua abitazione di Cadimare, recita così: «A nome dell’associazione tutta e mio personale, voglio esprimerle i più vivi sentimenti di vicinanza ed apprezzamento per il comportamento tenuto durante l’evento recentemente occorso alla nave Norman Atlantic sotto il suo comando. La circostanza, seppur tragica, ha evidenziato come si comporta un comandante vero e ha ridato lustro alla marineria italiana che alcuni fatti abbastanza recenti avevano immeritatamente offuscato. Voglia estendere, egregio comandante, i nostri sentimenti anche alla sua famiglia, che sicuramente le è stata vicina e che, come ben sa la gente di mare, è un importante elemento della vita di ognuno di noi, anche se fisicamente lontana».
Il comandante, intanto, pur sofferente per alcuni colpi riportati durante le operazioni di soccorso, e per una inevitabile intossicazione, leggera, dovuta al fumo respirato, dovrebbe rientrare presto a casa.
Nel lungo colloquio con i magistrati, a Bari, ha fatto presente di aver seguito le procedure di sicurezza, e di aver fatto il possibile per mettere al sicuro la vita dei passeggeri e dell’equipaggio.
È quanto il capitano risulta abbia ribadito, in una breve telefonata, anche al sindaco della città , Massimo Federici, che gli aveva espresso stima, definendolo «l’orgoglio della città ed il riscatto della Marineria Italiana».
Giacomazzi ha ripetuto di «non sentirsi un eroe» e di «non aspettarsi onori», ed ha espresso di nuovo il proprio «dolore per le persone che hanno perduto la vita».
Tutta la famiglia Giacomazzi, dalla moglie Paola, alla figlia Giulia, dal fratello Marcello alla sorella Dorinda, da giorni ripetono che “Argilio ha fatto il suo dovere”, e rivolgono il proprio pensiero commosso alle famiglie che hanno perduto una persona cara nella tragica vicenda.
Alla Spezia, però, tutti lo aspettano come si aspetta un eroe, e stanno organizzando anche una festa, per riabbracciarlo tutti insieme.
(da “il Secolo XIX”)
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