LA “SHAKIRA CURDA” CANTA L’INNO ANTI-ISIS A FIANCO DEI PESHMERGA, MENTRE LE TRUPPE CURDE AVANZANO SU TAL ABYAD
GLI UOMINI E DONNE DELL’ESERCITO CURDO SFONDANO LE LINEE DELL’ISIS
E’ la pop star curda a firmare il primo inno anti-Isis.
Helly Luv è in visita alle truppe peshmerga impegnate in Siria contro Isis ed ha cantato “Revolution”, il motivo del nuovo video nel quale veste la divisa dei combattenti curdi mentre ferma i tank del Califfato, guidando civili e militari al riscatto contro gli aggressori.
Nelle immagini la “Shakira curda”, come viene sovente chiamata, innalza striscioni con le scritte “End the War” e “No Violence”, mostrandosi con la kefiah biancorossa dei curdi mentre si batte a fianco dei peshmerga che difendono i propri villaggi dagli attacchi di Isis.
“Siamo uniti” canta Helly Luv e in alcuni fotogrammi appare uno striscione con i simboli di tutte le fedi – dalla mezzaluna alla croce fino alla stella di David ed alla ruota buddista – per sottolineare l’importanza di agire assieme contro i terroristi.
«Sono voluta venire qui, fra i peshmerga, per fare qualcosa per loro, considerandomi una di loro» ha detto la pop star durante una tappa della tournee ad Arbil.
«Il mondo deve unirsi ai peshmerga per battere Isis» ha aggiunto, identificando in questa richiesta il messaggio di “Revolution”.
Nel frattempo i curdi siriani del movimento YPG, sostenuti da nuclei di ribelli e dai raid della coalizione, sono a pochi chilometri dalla cittadina di Tal Abyad, al confine con la Turchia.
La campagna lanciata dai curdi con movimenti da Est e da Ovest ha confermato ancora una volta come i militanti islamici, quando incontrano un avversario motivato e deciso, non sono invincibili.
I curdi li hanno battuti a Kobane, quindi hanno sviluppato un’offensiva paziente che li ha portati, villaggio dopo villaggio, fino a Tal Abyad. E questo nonostante il loro armamento sia infinitamente inferiore
Tal Abyad riveste un ruolo importante per lo Stato Islamico.
E’ la porta sul territorio turco, può essere usata per ogni tipo di traffico, dunque ha un valore economico, è snodo di transito per i volontari provenienti dall’estero, è sull’asse stradale che conduce a Raqqa, la città -covo dell’Isis, “casa” dei dirigenti e prigione di tanti ostaggi e rappresenta un cuneo, una frattura, tra l’area curda di Kobane e quella di Cizere.
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