ACCORDO SULLA GRECIA: CHI HA VINTO E CHI HA PERSO
LA GERMANIA HA OTTENUTO PIU’ DI QUANTO CONCESSO, MA ANCHE ATENE PUO’ RIVENDICARE UN SUCCESSO… LE POLITICHE DI AUSTERITA’ ORA POSSONO ESSERE DISCUSSE
La partita era 18 (tutto il resto dell’Eurogruppo) contro uno (la Grecia).
Quale è stato il risultato?
Hanno vinto ottenendo molte più cose di quante ne hanno concesse – come accade sempre tranne che nelle favole – i più forti: Jeroen Dijsselbloem e la Germania.
Anche Atene però, soprattutto per la disparità di forze in campo può permettersi di vedere il bicchiere mezzo pieno, come ha fatto subito dopo la conclusione – temporanea – dei negoziati il ministro delle finanze Yanis Varoufakis.
Non solo per i piccoli miglioramenti delle intese con Bruxelles, ma soprattutto per aver aperto dal basso e contro la legge dei numeri un dibattito sull’Europa destinato a durare oltre le decisioni di questi giorni.
Scoprendo in qualche modo l’intransigenza tedesca, obbligando Barack Obama a scendere in campo e costringendo tutto il continente a discutere sui risultati delle politiche di austerità adottate negli ultimi anni e sulle loro conseguenze.
Ecco di seguito il tabellino della sfida con i risultati portati a casa dalle parti.
COSA HANNO OTTENUTO GERMANIA ED EUROGRUPPO
La Grecia ha rinunciato a parlare di taglio del debito.
Atene si è impegnata a non introdurre unilateralmente misure umanitarie e a non far marcia indietro sulle misure imposte dalla Troika (specie su pensioni, licenziamenti e contratti collettivi) senza l’ok dei creditori.
Gli 11,5 miliardi rimasti nel fondo salva-banche torneranno al Fondo salvastati e non potranno essere usati (come sperava Tsipras) per finanziare parte del programma di Syriza.
Varoufakis ha garantito che rispetterà tutti gli impegni dei creditori. E qualsiasi ritocco al vecchio memorandum dovrà essere concordato tra le parti.
A supervisionare l’intero processo sarà la vecchia Troika (Ue, Bce e Fmi) anche se con un nome diverso.
L’estensione vale quattro mesi e non sei come chiesto da Atene. Questo significa che finirà prima di luglio e agosto, quando scadono 6,7 miliardi di debiti con la Bce.
A quel punto la Grecia sarà con le spalle al muro per trattare una proroga. Se non avesse i soldi per ripagare Eurotower, finirebbe in default.
COSA HA OTTENUTO LA GRECIA
Quattro mesi di tempo per mettere a punto un nuovo programma di riforme targato Syriza, l’ok formale della Ue a non chiamare Troika la Troika (ribattezzata “le istituzioni”) e a non chiamare il memorandum memorandum (è rinato come “estensione del piano”).
La possibilità di cambiare con l’ok dei creditori le misure di austerity previste dal vecchio progetto targato Samaras – che prevedeva l’aumento dell’Iva e nuovi tagli per 2,5 mld entro fine febbraio – con altre misure da presentare entro lunedì.
La speranza e la possibilità , previa intesa generale, a chiudere almeno il 2015 con un avanzo primario inferiore al 3% imposto dalla Troika.
L’accordo dovrebbe consentire alla Bce di riutilizzare come garanzia per finanziamenti i titoli di stato ellenici, una boccata d’ossigeno importante per il sistema creditizio.
Ettore Livini
(da “La Repubblica”)
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