INTERVISTA A STEFANO FASSINA: “CON QUESTA RIFORMA ANCHE SACCONI PUO’ ENTRARE NEL PD DI RENZI”
IL LEADER DELLA MINORANZA DEM BOCCIA SENZA APPELLO IL DECRETO SULLO JOBS ACT: “RENZI AL SERVIZIO DEI POTERI FORTI”
«Con questo decreto il Pd di Renzi diventa il partito degli interessi forti. Dopo essere arrivato sulle posizioni di Ichino ora ha raggiunto Sacconi che, a questo punto, può entrare nel Pd di Renzi».
Stefano Fassina, deputato della minoranza del Pd, non votò il Jobs Act, e oggi boccia senza appello il decreto delegato varato dal governo.
Eppure, Renzi annunciò che il secondo decreto sul lavoro sarebbe stato più di sinistra rispetto al precedente. C’è stata la cancellazione dei finti collaboratori, l’estensione di alcune tutele. Non le pare un tentativo di fare un po’ di pulizia nella giungla dei contratti precari?
«È una straordinaria operazione propagandistica. Restano tutte le forme di contratti precari. Con questo decreto il diritto del lavoro italiano torna agli anni Cinquanta. Renzi attua l’agenda della Troika economica con una fedeltà che – sono certo – il professor Monti invidierà ».
Il presidente Renzi ha detto di aver rottamato i collaboratori. D’ora in poi ci sarà o il lavoro autonomo o quello subordinato. Non le pare un miglioramento?
«Propaganda. La rottamazione dei co. co. co c’è già stata, rimangono solo nella pubblica amministrazione dove, per il blocco delle assunzioni, non ci sarà alcuna trasformazione».
Sì, ma i collaboratori a progetto ci sono nel settore privato.
«Già , ma con le eccezioni che sono state previste non cambierà nulla. Per esempio resterà tutto come adesso per i professionisti senza partita Iva. Rimangono anche i contratti a tempo determinato senza causalità ; restano il lavoro intermittente, il lavoro accessorio e pure l’apprendistato senza requisiti di stabilizzazione. Il carnet di contratti precari non cambia. È una foglia di fico per coprire l’unico vero obiettivo di questo governo sul lavoro: cancellare la possibilità del reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato, cioè cancellare l’articolo 18».
Sempre il premier, però, sostiene che per un’intera generazione di giovani lavoratori ci saranno diritti e tutele.
«Altra operazione di propaganda. Non c’è nulla di più di quanto era già previsto dalla legge Fornero».
C’è la maternità per le partite Iva.
«C’è già . L’ha introdotta Livia Turco per tutte le donne lavoratrici».
Il governo punta sull’estensione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Non è meglio di un contratto di collaborazione o a tempo determinato?
«Il previsto aumento dei contratti a tempo indeterminato ci sarà non grazie alla cancellazione dell’articolo 18 bensì per effetto del taglio dei contributi per tre anni per i neoassunti nel 2015. Una misura che costa tantissimo e che, date le condizioni della nostra finanza pubblica, non sarà ripetibile».
Il governo non ha tenuto conto dei pareri, non vincolanti, delle Commissioni parlamentari. Cosa pensa?
«Che è un fatto molto grave. Il governo non solo ha ignorato il parere del Parlamento ma anche l’ordine del giorno della Direzione del Pd che chiedeva il reintegro per i licenziamenti disciplinari e per quelli collettivi. Si dimostra che chi, come me, scelse di non partecipare al voto sul Jobs Act aveva ragione mentre si illudeva chi pensava che il Parlamento avrebbe potuto modificare i decreti. Ma penso anche che il nostro capogruppo debba fare una valutazione su quel che è accaduto».
Roberto Mania
Leave a Reply