FARSA HOOLIGANS: GLI OLANDESI NON PAGANO E PER LA POLIZIA “E’ ANDATO TUTTO BENE”
DANNI PERMANENTI ALLA BARCACCIA E PER UN DIRIGENTE DELLA P.S.”IL SINDACO E’ UN CRETINO”: FIGURARSI GLI ALTRI…
Dopo la vergogna, la farsa.
La scia tragicomica della razzia di Piazza di Spagna è la disputa italo-olandese su chi debba pagare i risarcimenti.
Il tenore del dibattito è ben riassunto dalla modesta proposta lanciata in tv da Bruno Vespa, giovedì sera.
Il conduttore di Porta a Porta abita proprio in zona Piazza di Spagna. La sua indignazione è particolarmente vibrante: “Qualcuno deve pagare — esordisce Vespa, prima di mettere in fila i candidati —. Uno: il Feyenoord. Due: il governo olandese. Tre, se non lo fa nè l’uno nè l’altro: ecco cinque multinazionali olandesi. Philips, Unilever, Shell, Heineken, Ing Bank. Quaranta mila euro a testa, un’elemosina per salvare la dignità del loro popolo”
Al di là dello spericolato ragionamento del giornalista, era stato lo stesso sindaco Marino, ancora prima di quantificare i danni, a promettere che il peso del risarcimento non sarebbe finito sulle spalle dei romani.
Ieri mattina, il sopralluogo alla Barcaccia del Bernini ha confermato “danni permanenti” — come ha dichiarato la responsabile restauri della Soprintendenza — evidenziando altre “110 scalfitture e scheggiamenti”, oltre al pezzo di marmo di 10 centimetri che si è staccato dal candelabro centrale della vasca
La Barcaccia aveva appena beneficiato di un restauro da circa 200 mila euro, donati da privati.
Dopo la visita alla piazza ferita, Marino è tornato a promettere che a mettere mano al portafogli sarebbero stati gli olandesi.
Ma il contatto telefonico con l’ambasciata non deve essere stato particolarmente promettente, se lo stesso sindaco poco dopo è stato costretto alla marcia indietro: “Non si sentono responsabili dell’esborso economico, ne prendo atto”.
Niente soldi, dunque, ma almeno una lettera di solidarietà dal sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb: “Abbiamo accolto con orrore la notizia del comportamento riprovevole di una parte dei tifosi del Feyenoord”.
La questione più delicata per il sindaco di Roma però è altrove, sul fronte dell’ordine pubblico.
Dopo aver criticato pesantemente la gestione di giovedì, ieri Marino ha alluso alle dimissioni del prefetto Giuseppe Pecoraro: “Non è una decisione che spetta a me, ma al ministro dell’Interno”.
Peccato che Angelino Alfano, fino a tarda serata di ieri, non fosse ancora rintracciabile dopo il viaggio negli Stati Uniti e che l’incontro sia slittato a stamattina.
So è sentita eccome, invece, la replica del questore Nicolò D’Angelo agli strali di Marino.
La lunga conferenza stampa si è trasformata in una specie di sfogo: “Sapevamo che c’era il pericolo di un corteo non autorizzato con gravissimi rischi per l’incolumità di tutti, siamo riusciti a evitarlo. Abbiamo scongiurato anche un agguato di 600 tifosi romanisti appostati vicino all’Olimpico. Qualcuno ci ha criticato perchè non siamo intervenuti diversamente in Piazza di Spagna, ma è stata una scelta di campo strategica e militare. Abbiamo risparmiato una strage”.
Non si sa se ridere o piangere.
Il questore, pubblicamente, ha negato l’esistenza di “uno scontro istituzionale” col sindaco.
Ma per saggiare la temperatura dei sentimenti nei confronti del primo cittadino, bastano le parole pronunciate a voce (incautamente) alta da un dirigente della polizia romana, mentre scendeva le scale della Questura: “Questo sindaco è un cretino, un co… ne, una testa di c… o.
Dice che apre un fascicolo, ma che c… o apre? ”.
Cretini e coglioni altrove evidentemente non ne ri-conosce.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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