ADDIO A CHARLIE WATTS, IL MITICO BATTERISTA DEI ROLLING STONES
IL MUSICISTA AVEVA 80 ANNI
Morto il batterista dei Rolling Stones, Charlie Watts. Aveva 80 anni. “Per una volta, il mio tempismo è stato leggermente sbagliato” aveva detto con una punta di ironia dopo l’intervento del quale non era stata specificata la natura. Watts aveva fatto sapere di aver bisogno di riposo e di non poter prendere parte alle prove della band che inizieranno tra un paio di settimane. Non si hanno notizie più precise sulle ragioni dell’intervento chirurgico, nel 2004 gli fu diagnosticato un cancro alla gola, che era però riuscito a sconfiggere.
Grande appassionato di jazz, che continuava a suonare parallelamente alla sua attività con gli Stones, Charlie Watts era stato l’ultimo tra i componenti ad unirsi alla band.
Si era fatto le ossa suonando nei locali a Londra nei primi anni Sessanta esibendosi al fianco di Alexis Korner. Fu soltanto nel gennaio del 1963 che egli si unì alla band di Mick Jagger, Keith Richards, Bill Wyman e Brian Jones, per rimanervi poi fino alla sua morte.
Le radici
Nato nel 1941, Watts era cresciuto nel quartiere di Wembley, nella parte Nord-Ovest di Londra, e si era poi trasferito nel sobborgo di Kingsbury. La sua prima passione musicale fu il jazz americano, dallo swing al bebop, che seguiva da adolescente suonando sui dischi con il primo kit di batteria che gli era stato regalato dai genitori. Dopo il diploma alla scuola d’arte aveva trovato i primi lavori da grafico e intanto si esibiva con piccole band giovanili della scena londinese. Nel 1962 si unì ai Blues Incorporated di Alexis Korner che suonava rhythm and blues, suonando tra l’altro al fianco del bassista dei Cream, Jack Bruce. Grazie a Korner incontrò Brian Jones, che sarebbe poi entrato negli Stones e che in quel momento si esibiva anche con i Blues Incorporated. Tra i loro estimatori c’erano anche Mick Jagger e Keith Richards, che talvolta si unirono a loro.
Dopo qualche mese Jagger e Richards formarono i Rolling Stones, Watts si unì nel 1963. “Era solo l’ennesima band a cui mi univo, in quel momento ero in tre differenti formazioni” ha spiegato Charlie Watts.
Iniziò dunque in maniera informale, “provavamo tanto, Brian e Keith non andavano mai lavorare, così suonavamo accompagnando i dischi di altri per tutto il giorno, e facevamo una vita bohemienne. Mick in quel momento frequentava l’università. Ma pagava comunque l’affitto”.
Lo stile
Alla batteria, gli altri batteristi facevano sfoggio di kit. Non Watts che ha sempore continuato a usare i suoi quattro tamburi canonici. Un minimalismo che lo ha sempre contraddistinto, sin dal disco di debutto degli Stones nel 1964. “Non mi sono mai piaciuti gli assoli di batteria”, spiegò, “ammiro chi sa farli, ma preferisco la batteria che suona per la band. La sfida con il rock’n’roll è essere regolari, il mio obiettivo è creare un sound che balla, che salta e sobbalza”.
Con il suo particolarissimo timing, il tocco swing, sempre sul tempo pur apparendo sempre fuori centro, Watts era il vero punto di incrocio tra i musicisti degli Stones, libero anche di tenere il tempo a prescindere persino dal bassista Bill Wyman. Ha sempre continuato a studiare jazz, per tutta la vita, e amava dire “Non sapevo niente di R&B, per me il blues era Charlie Parker quando suonava lentamente”.
Uno dei suoi modelli era il batterista e band leader americano Chico Hamilton. Andando ad abitare con Richards e Jagger nel leggendario appartamento londinese di Edith Grove, Watts verrà introdotto dagli altri Stones al blues e al rock’n’roll nascente. Keith Richards l’ha sempre stimato moltissimo, considerandolo ancora oggi “il miglior batterista con cui abbia mai suonato”.
La passione per il jazz
Accanto alla sua attività negli Stones Charlie Watts, ha pubblicato alcuni album da solista proprio in ambito jazz. La sua passione per Charlie Parker in particolare lo portò nel 1964 a realizzare un album tributo a Parker intitolato High Flying Bird.
Poi nel corso degli anni Settanta ha affiancato il pianista degli Stones Ian Stewart nella band Rocket 88, con altri giovani jazzisti come Evan Parker e Courtney Pine. Poi nel corso degli anni Novanta Watts Quintet ha pubblicato una serie di album con un quintetto.
Nel 2000 la collaborazione con il batterista Jim Keltner nel The Charlie Watts/Jim Keltner Project (2000), un progetto di musica tribale ed elettronica. Si segnalano anche un album live registrato nel tempio londinese del jazz, il Ronnie Scott’s, con il suo Charlie Watts Tentet. Dal vivo si è esibito nel 2010 con la ABC&D of Boogie Woogie, una formazione nella quale suonavano i suoi amici Dave Green al basso, e i pianistri Axel Zwingenberger e Ben Waters.
(da agenzie)
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