AGGRESSIONE AI RAGAZZI DI CINEMA AMERICA: TRE ARRESTI
SONO APPARTENENTI O VICINI A CASAPOUND
Dopo quasi quattro mesi si è arrivati a un primo passo contro i protagonisti dell’aggressione Cinema America del 16 giugno scorso a Trastevere, in pieno centro a Roma.
Tre persone, tutte vicine a movimenti dell’estrema e dell’ultra-destra capitolina, sono finite agli arresti domiciliari per quel vergognoso episodio di violenza che non ha giustificazione dietro gli ideali politici.
Un atto criminale deliberato e gratuito nei confronti di alcuni ragazzi che, nei pressi di piazza San Cosimato, sono stati colpiti a calci, pugni e testate solamente perchè indossavano la maglietta del Piccolo Cinema America.
Era lo scorso 16 giugno quando quattro ragazzi stavano concludendo la loro serata dopo aver assistito alla proiezione di un film organizzata proprio dal Piccolo Cinema America. Uno di loro indossava anche la maglietta con scritta e logo dell’associazione e questo, secondo le indagini, avrebbe scatenato la violenza ingiustificata delle tre persone finite questa mattina ai domiciliari per l’aggressione Cinema America.
La Digos, che ha provveduto agli arresti, ha individuato i responsabili di quella barbara violenza incrociando le immagini delle telecamere di sicurezza della zona.
Arrivando, dopo quasi quattro mesi, a dare un volto ufficiale e un’identità alle tre persone che si sarebbero rese protagoniste di questo vile gesto nella notte romana. Utili per l’identificazione sono stati anche i racconti dei testimoni e dei ragazzi rimasti vittime di questa aggressione.
Come evidenziato già dalle prime ore dopo l’aggressione Cinema America, il movente sarebbe politico. I tre agli arresti domiciliari, infatti, sarebbero tutti giovani appartenenti (o vicini) a movimenti dell’estrema destra capitolina, dal Blocco Studentesco a CasaPound.
E la violenza, dunque, sarebbe avvenuta per quell’odio provocato dalla maglietta del Piccolo Cinema America indossato da uno dei quattro ragazzi aggrediti. Il giorno seguente, come ricorda la cronaca, fu aggredita sempre in quella zona anche l’ex fidanzata del presidente dell’associazione.
(da agenzie)
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