AI LEGHISTI SALTA LA MOSCHEA AL NASO, DELIRIO DI MARONI E SALVINI: “CONSULTA ISLAMICA”
LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA GIUSTAMENTE UNA LEGGE IDIOTA DELLA REGIONE LOMBARDIA CHE DISCRIMINA IN BASE AL CREDO RELIGIOSO… ERA STATA BOCCIATA TRE VOLTE DALL’UFFICIO LEGISLATIVO DELLA REGIONE, DALL’ANCI E DA 11 CONFESSIONI RELIGIOSE, COMPRESA QUELLA CATTOLICA… ORA SI CHIEDANO I DANNI A CHI L’HA FIRMATA E CHI INSULTA LA CONSULTA VENGA DENUNCIATO IN BASE ALLE LEGGI VIGENTI
“E brava la Consulta islamica” scrive Matteo Salvini su Twitter mentre Roberto Maroni, sempre sui social afferma che “ora la sinistra esulta: Allah Akbar”.
Ma le cose non stanno così, semmai esultato le 11 confessioni religiose, compresa quella cattolica, che avevano espresso parere negativo su una legge idiota che discrimina in base al credo religioso.
La reazione isterica della Lega Nord in Lombardia dopo la decisione della Consulta di bocciare la cosiddetta ‘legge anti-moschee’, legge approvata qualche mese fa in Consiglio regionale con i voti della sola destra e subito impugnata dal governo Renzi, dimostra che si trattava di una legge di becera propaganda, priva di basi giuridiche.“Non ci voleva un esperto per capire che quel testo violava in più punti la Costituzione Italiana sul diritto di culto”, ha aggiunto il M5S lombardo, “come ricordato in ben tre pareri dell’ufficio legislativo del consiglio regionale ed ignorato dalla maggioranza, così come la voce di Anci Lombardia e delle undici confessioni religiose audite, compresa quella cattolica”.
Tanto per capire di cosa si trattava, entriamo nel merito.
Si tratta di tutta una serie di norme umoristiche, volte a impedire che si possa erigere un luogo di culto: riferimenti al “rispetto del paesaggio lombardo” come condizio sine qua non, “ulteriore controllo da parte di una Consulta regionale” solo per le moschee, una ridicola “valutazione ambientale strategica” per garantire che sorgano in aree a una “distanza minima” da altri, “una superficie di parcheggi pari ad almeno il doppio di quella dell’edificio”, “impianti di videosorveglianza collegati con le forze dell’ordine” e altre corbellerie di questo genere.
Quanto sta costando questa messa in scena propagandistica ai contribuenti?
E’ ora che la Corte dei Conti faccia pagare di tasca propria ai consiglieri che l’hanno votata la loro propaganda elettorale personale.
E sarebbe anche ora che chi insulta le istituzioni venga denunciato in base alle norme vigenti.
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