ALEMANNO SCEGLIE BERTOLASO COME VICE: CENTRI MASSAGGI PER TUTTI
IL “PATTO DELLE FISIOTERAPISTE” TRA ALEMANNO E BERLUSCONI PROMUOVE L’EX CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE A VICESINDACO… NEL 2013 L’EX SOCIALE LASCERA’ IL POSTO ALL’ESPERTO IN PIEDATERRE GRATUITI PER CORRERE PER PALAZZO CHIGI COME RUOTA DI SCORTA DO SILVIO
Non ci sono solo le liti continue fra gli ex forzisti e il sindaco Alemanno, accusato di favorire i colonnelli di An a scapito della corrente azzurra.
E neppure la crescente insofferenza dell’inquilino del Campidoglio nei confronti dei vecchi “camerati” che, come Parentopoli insegna, si sono dimostrati fin troppo rapaci, oltre che incauti.
Dietro l’accelerazione della crisi spuntano due elementi che, apparentemente slegati tra loro, potrebbero ben spiegare il perchè di tanta fretta nell’azzerare deleghe e assessori.
Da una parte il sondaggio segreto, commissionato da Alemanno e planato giusto ieri sulla sua scrivania, che misura il gradimento dei romani nei confronti dell’attuale sindaco e del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, da molti nel Pd indicato come candidato unico alla successione nel 2013.
Allo stato attuale, in caso di sfida, l’esito sarebbe disastroso: secondo la rilevazione, infatti, Alemanno incasserebbe il 42 per cento dei consensi, Zingaretti il 58.
Un’autentica debacle per il Pdl e, soprattutto, per uno dei suoi uomini di punta.
Roba da spezzare qualsiasi carriera.
E qui veniamo al secondo elemento.
Assai caldeggiato dall’ala forzista e considerata una onorevole via d’uscita pure da Alemanno.
La strategia che comincia a circolare negli ambienti del centrodestra non solo capitolino, discussa in mattinata alla Camera nel corso del vertice con Cicchitto e Gasparri, prevede l’inserimento in giunta di un uomo fortissimo destinato, tra due anni, a succedere all’inquilino del Campidoglio nel frattempo chiamato a più alti e prestigiosi incarichi.
L’asso da calare si chiama Guido Bertolaso, cui verrebbe assegnato il ruolo del vicesindaco in attesa di conquistare – nel 2013 – il colle più alto della politica romana.
Naturalmente per Alemanno non sarà una retrocessione.
Lui, per quei tempi, sarebbe pronto a correre come vicepremier accanto a Silvio Berlusconi (o a chi per lui): prenderà insomma il posto che fu di Gianfranco Fini, capo di quei colonnelli di An rimasti senza guida.
Sarebbe stato il Cavaliere in persona a proporre questa soluzione all'”amico Gianni”: il più adatto – a dire del premier – a coprire la rive droite del Pdl assediata dai futurista.
E ad Alemanno l’idea non è mai dispiaciuta, restando sempre molto attivo nella vita di partito più che in quella amministrativa.
Ecco perchè quando a Roma i dissapori con l’ala forzista si sono inaspriti, Alemanno ha cercato di correre subito ai ripari.
La prova?
Quando, prima di Natale, aveva pensato di effettuare un rimpasto-blitz e di sostituire l’assessore all’Urbanistica Marco Corsini, potegè di Fabrizio Cicchitto, è bastata una telefonata di fuoco del capogruppo alla Camera per fargli cambiare idea.
Risultato? Corsini è diventato intoccabile Non solo.
L’azzeramento dell’esecutivo romano sarà l’occasione per tingere d’azzurro la giunta di Roma.
A spese del nero: è un fedelissimo di Alemanno l’assessore ai Trasporti Sergio Marchi, diventato dopo Parentopoli non più difendibile; proviene da Fi ma è passato con Gasparri il titolare dell’Ambiente Fabio De Lillo; è espressione di Andrea Augello, sottosegretario alla Funzione pubblica, motore del comitato elettorale di Alemanno prima e Polverini poi, l’assessore al Personale Enrico Cavallari; è sorella di un deputato nonchè espressione del parlamentare Fabio Rampelli, altro uomo forte del Pdl post-An in Campidoglio, la responsabile della Scuola Laura Marsilio.
Al loro posto scaldano già i motori Antonello Augemma, capo dei dissenzienti di Laboratorio Roma, ex Fi; Dino Gasperini, ex udc passato con Fi; Visconti, in quota Alemanno.
Solo l’asso verrà tenuto segreto fino all’ultimo.
Giovanna Vitale
(da”La Repubblica“)
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