ALLA FESTA DELL’ASSO DI BASTONI A TORINO ANCHE GLI EX DI CASA POUND GUIDATI DAL LEGHISTA MATTEO ROSSINO
LE FOTO CERTIFICANO LA SUA PRESENZA ANCHE SE PO LE HA FATTE SPARIRE… DA RESPONSABILE DI CASA POUND AD AN, POI ITALEXIT E ORA VOLTO DELLA LEGA A TORINO
Per festeggiare i sedici anni dell’Asso di Bastoni, i militanti di CasaPound non hanno lasciato nulla al caso. Desiderosi di celebrare sabato scorso l’anniversario del pub della «Torino Nera» — il colore preferito dai «fascisti del Terzo millennio» in tono con i lividi procurati al giornalista de La Stampa Andrea Joly picchiato per aver ripreso la folla di nostalgici, — gli attivisti della tartaruga frecciata hanno fatto le cose in grande: arruolato il dj Bonnie direttamente da Roma, acquistato in quantità i fuochi di artificio da sparare e ordinato la mega torta di panna, ornata da una sola candelina e dal disegno di un faro acceso nella tempesta: metafora della militanza di estrema destra.
Insomma, un party da non perdere che ha richiamato «camerati» da tutta Italia. Compresi quei militanti che sono stati per anni il gruppo dirigente di Cp sotto la Mole e che negli ultimi mesi hanno dato vita a una diaspora verso altri partiti in cerca di una poltrona. Come l’ex leader Matteo Rossino diventato il volto nuovo di una Lega in crisi di consenso.
A differenza di Federico Depetris, neoletto di Fratelli d’Italia a Rivoli che giura di essere lontano da Torino e di non andare «da parecchi mesi all’Asso», Rossino era presente alla festa di sabato scorso. A testimoniarlo le foto trovate sui social e poi sparite appena l’aggressione al cronista si è trasformata in un caso nazionale.
Rossino — estraneo alla violenza su Joly — è immortalato in via Cellini. Luogo che sembra continuare a frequentare nonostante le aspirazioni politiche lo hanno portato apparentemente molto lontano. Partito con le giovanili di An, l’ex numero uno di CasaPound torinese ha fondato l’associazione «sovranista» Torino Tricolore. E, prima «dell’apparentamento» con l’onorevole leghista Elena Maccani e il tesseramento nel Carroccio, era finito in Italexit di Gianluigi Paragone, il partito simbolo della galassia novax.
L’estate scorsa, durante un sit-in per la sicurezza in Barriera, il suo matrimonio con il partito di Salvini è stato ufficializzato. Allora Riccardo Molinari, il luogotenente piemontese del «capitano», cancellò il sospetto di un’alleanza neroverde: «Nessun apparentamento Lega-CasaPound», intesa diventata più di un sospetto complice l’investitura come candidato sindaco alle elezioni del 2018 a Ivrea di Igor Bosonin, altro volto storico della tartaruga crociata.
Molinari, fattosi notare più volte per aver celebrato i valori della Resistenza, sembra non aver però Rossino nel suo radar. Altrimenti forse eviterebbe di correre qualche rischio dichiarando anche questa volta: «Rossino ha lasciato CasaPound. Evidentemente se ha cambiato partito, non ha più quelle idee».
L’ex leader dei «Fascisti del Terzo Millennio», dichiara, di non aver rinnovato la tessera del «movimento» Cp, nato quando si è chiusa l’esperienza del partito, e dell’Asso di Bastoni. Pub che però gli rimane ospitale. Come testimoniato dagli scatti di sabato, dove si confonde tra i tanti volti sorridenti. Appartengono agli ex compagni di lotta, passati anche loro da esperienze amministrative. Come Euclide Rigato, già consigliere comunale di Varisella, che al party indossava la maglietta degli ZetaZeroAlfa, la band di Gianluca Iannone. Il presidente di CasaPound autore di canzoni dai titoli che oggi sembrano ancora più inquietanti: «Nel dubbio mena».
(da Il Corriere della Sera)
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