ALLEANZA CON SALVINI? M5S IN FIBRILLAZIONE, L’ALA ORTODOSSA DI FICO COSTRINGE GRILLO ALLA SMENTITA
IPOCRISIA DEI SOVRANISTI DELLA POLTRONA: SMENTISCONO MA NON TROPPO…E ESPONENTE DI FDI: “SE NON CI SARA’ GOVERNABILITA’, NORMALE CHE SI CERCHINO ALLEANZE”
Le smentite non si fanno attendere, più o meno nette. M5s, Lega e Fratelli d’Italia: tutti a negare la possibilità che nel prossimo futuro ci si possa ritrovare a governare insieme in nome di un asse trumpista-lepenista.
Qualche significativa convergenza c’è, soprattutto in politica estera, e passa dal grande interesse con cui si guarda al neo presidente degli Stati Uniti da una parte e a Vladimir Putin dall’altra.
Più volte, peraltro, in passato il leader del Carroccio, Matteo Salvini, aveva teso una mano al movimento di Beppe Grillo (che ha sempre respinto al mittente). Ma qualcosa, secondo i rumors, sarebbe cambiato proprio nei progetti della Casaleggio associati, dove si sarebbe cominciato a ragionare di intese nel caso in cui la Consulta (o il Parlamento) dovesse dare vita a una legge elettorale di tipo proporzionale.
Ed è proprio dai pentastellati che arriva la smentita più netta, soprattutto nei toni.
Se ne incarica per primo il candidato premier in pectore, Luigi Di Maio: “Non so se la mattina qualcuno beve e si mette a scrivere queste cose: noi non facciamo alleanze nè con Salvini, nè con Meloni”.
Ancora più sprezzante un tweet dello stesso Grillo: “Salvini, Meloni, mangiate tranquilli. Il Movimento 5 Stelle non fa alleanze con quelli che da decenni sono complici della distruzione del Paese”.
Più sfumata la risposta del leader della Lega. “Io — argomenta – sto lavorando per una alternativa seria al Pd e ai Cinque Stelle” e poi i pentastellati “ormai dicono una cosa il lunedì e la smentiscono il martedì”.
La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, si limita a definire l’ipotesi “molto difficile”.
Ma da che mondo e mondo, e in quello della politica soprattutto, la differenza tra “difficile” e “impossibile” nasconde un mare di opportunità .
Il fatto è che il solo trapelare di questi scenari ha mandato in fibrillazione il Movimento5stelle. Soprattutto quella ala ortodossa che più volte recentemente (vedi il caso Alde) si è trovata in conflitto con le direttive elaborate a Milano.
Un gruppo che ha tra i punti di riferimento Roberto Fico, che oggi avrebbe animato diversi conciliaboli e raccolto gli sfoghi di tanti scontenti.
La stessa perentorietà della smentita sarebbe stata fatta anche in chiave interna. Ma non soltanto.
Perchè nei vertici c’è anche molta preoccupazione per come tutto ciò possa finire per disorientare la base, che ha sì sancito con un voto tutte le recenti “giravolte” proposte da Grillo sul blog, ma difficilmente potrebbe accettare il venire meno del motto “mai alleati con nessuno”.
D’altra parte, è lo statuto del Movimento5stelle a prevedere che non si possano siglare alleanze. Ma la chiave di lettura dei recenti movimenti in corso sarebbe proprio in questa ambiguità : non di alleanza, infatti, si tratterebbe.
Quella che è stata ipotizzata dalla Casaleggio associati sarebbe al massimo un’intesa di tipo parlamentare da siglare dopo le elezioni, se il M5s sarà il primo partito sì, ma in un sistema di voto proporzionale. Qualcosa del tipo: “Questo è il nostro programma, vediamo chi ci sta”.
Ad ammettere che lo scenario non sia ideale ma possibile, è anche un dirigente di Fratelli d’Italia.
“Se dalla legge elettorale — spiega – emerge uno schema che dopo le elezioni porta a una sostanziale ingovernabilità , bisognerà capire che tipi di dialoghi andranno aperti. Se Berlusconi immagina di poter governare di nuovo con Renzi, per il bene dell’Italia l’unico modo per evitare che ciò accada è la nascita di un’alleanza uguale e contrapposta”.
Assomiglia più a una conferma che a una smentita.
(da “Huffingtonpost”)
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