ALTRA GIRAVOLTA IN VISTA DELLA BANDERUOLA: SUL TERZO MANDATO MELONI POTREBBE DIRE SI’ CON UN DECRETO AL FINE DI NON CADERE IL GOVERNO
DOPO AVER SOSTENUTO PER MESI IL NO AL TERZO MANDATO, TEMENDO LE REAZIONI DEI LEGHISTI, IL GOVERNO PREPARA LA RETROMARCIA… RESTA SOLO DA SUPERARE IL NO DI FORZA ITALIA
Il terzo mandato non è più un tabu. Dopo lo strappo dell’altro giorno in consiglio dei ministri, coi ministri leghisti arrabbiati e quelli di Fratelli d’Italia decisi sulla necessità di impugnare davanti alla Consulta la legge del Trentino che consentirebbe a Fugatti di fare un terzo mandato (argomento che toccherebbe anche il Friuli qualora la scelta dei giudici delle leggi fosse per il no), qualcosa è cambiato.
I segnali informali di queste ore sono state tanti, ma nelle ultime ore si è aggiunto un elemento: il governo sta valutando di sbloccare l’argomento e di fare una legge, o un decreto, che consenta ai governatori uscenti di candidarsi ad un terzo mandato.
Per ora, l’intervento riguarderebbe le Regioni prossime al voto, cioè Veneto e Campania (con governatori uscenti per due mandati, che nel caso di Zaia sono in realtà tre), in futuro ci rientrerebbero anche le Regioni a statuto speciale.
L’ipotesi di intervento del governo
Il ragionamento all’interno del governo coinvolge ovviamente i ministri leghisti, come risulta ad Open, ma non solo. Anche Fratelli d’Italia ha aperto alla discussione. Oggi, 21 maggio, ne hanno parlato il presidente del Senato, Ignazio La Russa – «Io non sono contrario in assoluto e anche nel caso specifico, penso che una riflessione sia solo positiva», ha detto – e il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Ieri l’apertura era arrivata da Piantedosi. C’è la contrarietà di Forza Italia, espressa ieri direttamente dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani e oggi ripetuta da Raffaele Nevi, in una intervista ad Affaritaliani.it – «Siamo convinti del fatto che sia necessario il limite dei due
mandati per tutte le regioni, anche a statuto speciale. Un principio politico che deve valere per tutti» – ma la disponibilità di Fratelli d’Italia conferma che la discussione è concreta. Anche perché se è vero che a queste elezioni se ne avvantaggerebbe soprattutto la Lega, che potrebbe lasciare Luca Zaia in Veneto, Massimiliano Fedriga in Friuli, e provare a battersi per tenere Attilio Fontana in Lombardia, in futuro il principio varrà anche per gli altri governatori. E De Luca in Campania? Secondo questa ipotesi ne beneficerebbe anche lui, ma poco male. I rapporti del governatore campano con il Pd di Elly Schlein o con i Cinque stelle sono talmente tesi che è difficile considerarlo un favore al centrosinistra. Anzi, se i pentastellati non ottenessero la candidatura, le tensioni nell’alleanza potrebbero accendersi invece di calmarsi.
(da Open)
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