ALTRE GRANE PER LA RAGGI: MORGANTE SI DEFILA, IL CASO MINENNA
FRONGIA: “BASTA ILLAZIONI SU NOSTRO FLIRT”
Nemmeno il tempo di iniziare e sono già grane per Virginia Raggi.
Il problema per il neo sindaco di Roma è la nomina all’ambita e delicata figura di capo di gabinetto.
Nelle ultime ore infatti, per questioni di polemiche interne al M5s, sarebbe saltata la nomina di Daniela Morgante, magistrato della Corte dei Conti, che per mancanza di chiarezza e di certezze si sarebbe sotrattata al ruolo ipotizzato.
La Morgante avrebbe dovuto prendere il posto di Daniele Frongia, stretto collaboratore della Raggi, prima ipotizzato come capo di gabinetto e poi nominato vicesindaco e assessore allo sport.
Proprio Frongia ha parlato con Il Tempo in una intervista in cui stoppa le chiacchiere dei giorni scorsi sul presunto love affair con la neosindaca e detta la propria agenda dei primi giorni da assessore.
“Durante la campagna elettorale siamo stati attaccati tutti, indiscriminatamente, in modo indecente, con notizie false e montate ad arte. Soprattutto Virginia. Hanno provato a minarci, ma non ci sono riusciti. I gossip inventati, come quelli realizzati su di me, li annovero nella categoria del giornalismo d’accatto”.
In questa categoria annette anche l’endorsement di Grillo e Casaleggio per lui che archivia come “fantasiose ricostruzioni di stampa”, come anche le indiscrezioni personali: “non sono il fidanzato di Virginia”, protesta.
Ma se da un lato Frongia rassicura sul futuro, la Raggi deve pur sempre fare i conti con la nomina di capo di gabinetto.
Come detto, il caso Morgante sembra essere legato a divergenze interne fra i grillini: sarebbe considerata un buon nome sopratutto da Roberta Lombardi e Marcello De Vito, ma la Raggi stessa vorrebbe un collaboratore più fidato. Anche per questo non ha accelerato sulla sua nomina.
Ma dopo i casi Frongia, Marra e Morgante a impensierire il sindaco c’è anche la questione dell’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, al lavoro sulla manovra di assestamento e sulla verifica degli equilibri finanziari di cassa da portare entro il 31 luglio.
Sul dirigente Consob c’è la richiesta del deputato Pd Gianpaolo Galli che annuncia un’interrogazione parlamentare su un possibile conflitto di interessi: “Corrisponde al vero che il neo assessore al Bilancio della giunta di Roma, Marcello Minenna intende mantenere la funzione a tempo pieno e lo stipendio come dirigente della Consob? Mi domando – continua – se sia lecito sommare due incarichi del genere all’interno della pubblica amministrazione e anche se sia possibile svolgerli in modo contemporaneo al meglio. In più l’assessorato al Bilancio assegnato a Minenna comprende le deleghe alle Partecipate. Tra queste, ci sono anche società , come Acea, quotate in Borsa e quindi soggette al controllo della Consob”.
(da “Huffingtonpost“)
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