ALTRO CHE ANATRA ZOPPA, URSULA FA IL PIENO AL PARLAMENTO EUROPEO E TENTA ANCHE I VERDI
MERCOLEDI LA NUOVA COMMISSIONE POTREBBE ANDARE OLTRE LA MAGGIORANZA DI LUGLIO… I VERDI SI ASTENGONO, RICOMPATTATI I SOCIALISTI, SI’ DEL M5S, SOVRANISTI ISOLATI
“Il rinvio del voto di quattro settimane lo abbiamo usato per lavorare duramente. Tutto è risolto…”, dice Ursula von der Leyen dopo un colloquio con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Gli intoppi che hanno rinviato al primo dicembre l’insediamento della nuova Commissione europea, vale a dire la bocciatura dei commissari di Francia, Romania e Ungheria e la loro sostituzione — hanno alla fine portato frutti maturi: dopodomani, quando la plenaria di Strasburgo si esprimerà sulla nuova squadra di 27 commissari (senza il Regno Unito), la maggioranza potrebbe superare i 383 sì che a luglio diedero l’ok alla nomina di von der Leyen presidente.
Allora ci furono solo 9 voti di scarto, mercoledì potrebbero essercene molti di più. La nuova squadra di Palazzo Berlaymont, finora di salute incerta, potrebbe alla fine nascere con una larga maggioranza o con importanti astensioni: quella dei Verdi, per esempio.
Il gruppo guidato dalla tedesca Ska Keller dovrebbe passare dal no espresso a luglio all’astensione: è un’apertura di credito verso le promesse della nuova presidente che ha indicato il ‘Green new deal’ come la priorità del suo mandato. L’11 dicembre il nuovo patto per l’Ambiente verrà presentato a Bruxelles in Commissione.
Inoltre, si sono ricompattati i socialisti. Anche le delegazioni che a luglio non votarono per Ursula, nel segreto dello scrutinio, ora invece la appoggerano.
Voteranno per lei i tedeschi — i più scontenti del risiko di nomine europee dopo le elezioni di maggio — ma anche i francesi, i belgi.
Pressocchè unica incognita i socialisti rumeni, che hanno perso il loro rappresentante in squadra, visto che la prima candidata di Bucarest Rovana Plumb è stata bocciata e la seconda, Adina Valean, è liberale, espressione del nuovo governo insediatosi dopo la caduta del governo socialista.
Ad ogni modo, domani tutti i commissari socialisti, a cominciare dall’olandese Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione, incontreranno gli eurodeputati di S&D per ‘spremerli’ fino all’ultimo voto.
Confermato il sì dei 14 eletti del M5s che però stavolta potrebbero non essere ago della bilancia sulla nuova commissione: a luglio di fatto lo furono, senza i loro voti von der Leyen non sarebbe passata. Fu l’inizio della frattura con la Lega che infatti domani conferma i suoi 28 no. Contrari anche tutti i sovranisti del gruppo ‘Identità e Democrazia’.
Mentre dai Conservatori e riformisti potrebbe arrivare qualche altro sì, dopo quello dei polacchi del Pis che già a luglio hanno sostenuto von der Leyen. Domani riunione di Ecr, decideranno in quella sede anche gli eletti di Fratelli d’Italia.
Compatto a sostegno della Commissione il Ppe. A luglio anche tra i Popolari ci furono dei franchi tiratori: pur senza prove, il dito in questi mesi è sempre stato puntato verso i tedeschi di Manfred Weber, attuale presidente del gruppo, ex capolista alle europee, Spitzenkandidat, che ambiva alla presidenza della Commissione.
Ora il Ppe è compatto per la nuova Commissione. Il primo gruppo politico all’Europarlamento ha anche un commissario in più rispetto alle aspettative: al posto della bocciata Sylvie Goulard, Emmanuel Macron ha scelto Thierry Breton, vicino ai Popolari. Confermato infine il no della sinistra del Gue.
“L’Europa è pronta andare avanti”, sottoline von der Leyen dicendosi “fiduciosa” sul voto di dopodomani. “Siamo alla fine di un processo democratico. Poi mercoledì ci sarà il voto della plenaria, il percorso è stato concluso – dice Sassoli – Mi sembra che siano state raccolte anche molte indicazioni del Parlamento. E’ un processo democratico, utile perchè questa legislatura abbia successo”.
(da “Huffingtonpost“)
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