ANTIFASCISMO MILITONTO: COMPAGNI BAGNATI, COMPAGNI FORTUNATI
UN GIORNALISTA DEL MANIFESTO RACCONTA CHE, MENTRE CENAVA CON LA FIDANZATA IN UNA TRATTORIA A ROMA, HA VISTO ENTRARE ALCUNI RAGAZZI E RAGAZZE DI AZIONE GIOVANI, REDUCI DA ATREJU… VALENTINA, MOSSA DA SPIRITO ANTIFASCISTA, HA LASCIATO LA CENA A META’ PER NON FARSI CONTAMINARE E LUI L’HA SEGUITA… NON CI SONO PIU’ GLI EROI DELLA “RESISTENZA”…
Non poteva tenere per sè un tale segreto, doveva renderne partecipe i lettori: presa carta e penna, Alberto Piccinini, giornalista del “Manifesto”, ha buttato giù l’articolo della “liberazione”, intesa non come il giornale concorrente vicino a Rifondazione e neanche come l’apologia del periodo caro a Gianfri Fini, ma semplicemente come liberarsi da un peso che gravava in modo immane sul suo stomaco. Non a caso la vicenda, infatti, ha inizio e fine in una trattoria romana, dove il nostro giornalista stava cenando sabato sera con la fidanzata Valentina.
Probabilmente erano intenti a terminare la prima portata, quando la loro intimità rivoluzionaria è stata turbata dall’ingresso in sala di un gruppetto di ragazze e ragazzi di Azione Giovani, reduci dalla vicina festa di Atreju, che si sono seduti ad un tavolo libero per terminare la serata in allegria. Racconta l’arguta penna del Manifesto che alla vista del raid gastronomico fascista, la prode Valentina, presa da convulsioni di classe, si è alzata dal tavolo e ha fatto l’atto di andarsene, ritenendo l’aria ormai sufficientemente contaminata.
Probabilmente un altro le avrebbe detto ” ma ando’ vai, siediti che finimo de magnà “, ma non è il caso del nostro militonto Piccinini che si è alzato, ha pagato il mezzo conto da tonto e ha guadagnato l’uscita.
A parte che un uomo d’azione non si fa precedere nella decisione dalla compagna, ma semmai ne anticipa le mosse ( che si intraveda in questo atteggiamento, uno dei tanti mali della sinistra, di andare sempre a ruota di qualcuno?), resta il fatto che un atteggiamento rivoluzionario di questo tipo effettivamente non poteva essere nascosto alla base dei lettori del Manifesto, che sicuramente gli citofoneranno per esprimergli la loro totale solidarietà .
Il Piccinini dice che “fuori dal ristorante poi abbiamo preso un acquazzone da fine del mondo” (castigo divino? ) e conclude “Però che bella serata”.
Non sappiamo se il Piccinini si riferisca a come ha trascorso la notte con la Valentina, la quale magari si sarà dimostrata più disponibile del solito in preda a impeto antifascista, il Piccinini in questo non dettaglia, in base alla legge molto borghese sulla privacy.
Par di capire tuttavia che più banalmente si riferisca alla soddisfazione di tornare a casa digiuni e fradici piuttosto che cenare nello stesso locale con dei ragazzi di destra. Non sappiamo neppure quante autorità istituzionali gli abbiano inviato un telegramma di congratulazioni, non ci è noto se anche il Gianfri Fini, neo antifascista, abbia dato mandato a Bocchino di inviare al Piccinini due buoni pasto a parziale rimborso della cena guastata dalla presenza squadrista.
Non possiamo però non sottolineare la rottura con la vera “resistenza”, che avrebbe imposto di resistere e non di scappare e imboscarsi. Come ricordava in triplice copia Borrelli, in questi casi, di fronte all’avanzata culinaria delle forze fasciste, il motto deve essere “resistere, resistere, resistere”. Oggi si lascia il campo enogastronomico agli squadristi e domani non si sa come si va a finire, magari ce li ritroviamo anche al fast food e dopodomani in spiaggia stesi sull’asciugamano vicino. Davanti ai fascisti non si scappa, si affrontano, come ci insegnano gli eroi della resistenza… qua non si è resistito e si è presa di corsa la porta.
E meno male che il Piccinini ha pagato il conto, altrimenti rischiava pure di essere inseguito dalle forze conservatrici e reazionarie della borghesia affamatrice del proletariato.
Il Manifesto a questo punto dovrebbe aprire un dibattito, con relativo sondaggio: “Ha fatto bene la coppia proletaria a scappare o doveva resistere e non mollare il pezzo?”.
Su questo la Sinistra dovrebbe interrogarsi nei prossimi giorni, visto che su altri temi dorme da in piedi. Ha dimostrato coerenza il Piccinini o non è stato degno della tradizione antifascista?
Anzi si nomini una giuria di livello per dirimere la questione, la Sinistra ha molti doppi ruoli “fascisti diventati antifascisti”, magari un bel trio Bocca, Scalfari, Ingrao in veste di esperti qualificati potrebbero dire l’ultima parola.
Se serve un moderatore coerente e esperto di resistenza si può sempre contare sulla disponibilità di Gianfri Fini… lui sono trentanni che ha incorporata al fondoschiena la poltrona, non si sarebbe certo alzato perchè conosce il valore della “resistenza”, memore del motto andreottiano ” la poltrona logora chi non ce l’ha”.
Diamo un suggerimento al dibattito: non sarebbe stato meglio che la coppia avesse chiesto ai ragazzi e ragazze di destra, presentandosi, di sedere al loro tavolo?
Magari sarebbero venuti meno tanti pregiudizi che ancora servono a qualcuno per giustificare un clima da anni di piombo. Io tanti anni fa lo feci, di sedermi al tavolo con l’intera rappresentanza consiliare dell’allora Pci… a dire la verità non chiesi neanche il permesso ( era una cena di intervallo dei lavori)…
Farsi conoscere non fa mai male se si ha qualcosa da dire, si acquista solo la stima degli avversari.
Te lo consiglio Piccinini, prova a parlarne a Valentina, se ti dà il permesso…
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