ARRESTATI DUE UFFICIALI DI MARINA: MAZZETTE ANCHE DOPO GLI ARRESTI DEI LORO COLLEGHI A TARANTO
L’ACCUSA DI CONCUSSIONE DOPO L’ARRESTO IN FLAGRANZA DI REATO DEL COMANDANTE DI REPARTO
Bustarelle imposte agli imprenditori anche dopo lo scandalo e i primi arresti.
Nuova bufera sui vertici della Marina militare alla base navale del Chiapparo di Taranto. Altri due ufficiali sono finiti agli arresti domiciliari (con obbligo del braccialetto elettronico) per concussione: si tratta del capitano di corvetta Alessandro Dore e del capitano di fregata Giovanni Caso, all’epoca dei fatti comandanti del IV Reparto di Maricommi.
Sotto sigIllo beni mobili e immobili del valore di mezzo milione di euro intestati ai dieci indagati coinvolti nell’inchiesta del sostituto procuratore Maurizio Carbone decollata il 13 marzo del 2014 con l’arresto in flagranza di reato del capitano di fregata Roberto La Gioia, 45 anni, comandante del 5° reparto di Maricommi, fermato nel suo ufficio subito dopo aver intascato una tangente di 2mila euro da un imprenditore.
L’imprenditore stesso aveva già denunciato tutto ai carabinieri sostenendo di aver subìto per anni il “sistema del 10 per cento” e versato tangenti per circa 150mila euro per mantenere l’appalto dello smaltimento delle acque di sentina delle navi militari.
Fra casa e ufficio del militare gli investigatori trovarono circa 44mila euro, ma soprattutto alcune pen drive su cui era annotata la contabilità occulta e la lista delle imprese che pagavano tangenti. Nel giro di pochi mesi le indagini dei carabinieri hanno svelato un giro più ampio di tangenti che coinvolgeva anche altri comandanti del reparto e ufficiali.
Dalle dichiarazioni dello stesso La Gioia e degli imprenditori vessati venne fuori un giro di pizzo di notevoli dimensioni, chiesto con brutale minaccia: “Come fa la malavita organizzata”, scrisse il gip. Il 13 gennaio scorso fu eseguita una ordinanza di custodia cautelare a carico del capitano di vascello Attilio Vecchi (in servizio al comando logistico di Napoli), del capitano di fregata Riccardo Di Donna (Stato maggiore della Difesa-Roma), del capitano di fregata Marco Boccadamo (Stato Maggiore Difesa-Roma), del capitano di fregata Giovanni Cusmano (Maricentadd Taranto), del capitano di fregata Giuseppe Coroneo (vicedirettore Maricommi Taranto), del luogotenente Antonio Summa (V reparto Maricommi Taranto) e di Leandro De Benedectis (dipendente civile di Maricommi Taranto).
Il 5° reparto di Maricommi si occupa dell’approvvigionamento, stoccaggio e rifornimento di combustibili e lubrificanti delle unità navali della Marina militare.
Dal nuovo filone d’indagine, culminato con l’arresto di Dore e Caso, emerge che il sistema di tangenti a percentuale fissa riguardava anche il quarto reparto della base militare.
Secondo l’accusa, gli ufficiali chiedevano il dieci per cento fisso sull’importo di ogni appalto o fornitura, minacciando di rallentare i pagamenti o interrompere le forniture.
Almeno una decina le aziende costrette a pagare la tangente fissa. I titolari ascoltati dai carabinieri negli ultimi mesi hanno ammesso di essere stati costretti a pagare bustarelle a Caso e Dore anche dopo l’arresto del capitano La Gioia nel 2014.
Secondo gli investigatori il vorticoso giro di tangenti andava avanti da anni e ha causato gravi danni sia alle singole imprese sia all’intera economia locale.
Vittorio Ricapito
(da “La Repubblica”)
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