ATTENTATI E SABOTAGGI IN RUSSIA, COSI’ L’UCRAINA STA PROVANDO A VINCERE LA GUERRA
I SERVIZI SEGRETI UCRAINI DELLA SBU RIESCONO A COLPIRE SIA IN RUSSIA CHE NEI TERRITORI CONTROLLATI DA MOSCA
Come “guerra”, anche “attentato” è una parola che in Russia si pronuncia poco e poco volentieri.
Lo ha fatto Vladimir Putin parlando di Vladimir Soloviov, il giornalista più famoso del Paese, sempre allineato alle posizioni del Cremlino e per questo colpito dalle sanzioni come gli oligarchi o i politici russi. Soloviov, che è tra l’altro proprietario di due ville (ora poste sotto sequestro) sul Lago di Como, secondo le ricostruzioni, avrebbe dovuto saltare in aria con la sua auto
Ma gli attentati che si stenta a definire tali sono altri e sono, dal punto di vista russo, i più inquietanti.
Il 27 aprile, nel villaggio di Staraya Nelidovka, è saltato in aria un deposito di munizioni. Il villaggio, tra l’altro, si trova nella regione di Belgorod, che da settimane viene regolarmente colpita dalle artiglierie e dai missili ucraini, probabilmente guidati dai satelliti e dalle intelligence occidentali.
Il 25 aprile sono invece saltati due depositi di carburante a Bryansk nel Sud-Est della Russia, a breve distanza sia dall’Ucraina sia dalla Bielorussia.
Il 21 aprile invece, a Tver’, è andato a fuoco l’Istituto di ricerca per la difesa aerospaziale del ministero della Difesa, un importante centro di sviluppo dei missili militari, con un bilancio finale di 17 morti.
Il 14 aprile (giorno tra l’altro dell’affondamento dell’incrociatore “Moskva”) due palazzi sono stati colpiti da un raid di elicotteri ucraini a Klimovo.
Il 1° aprile c’era stata un’esplosione in un deposito petrolifero a Belgorod e il giorno prima, il 30 marzo, un’esplosione in un’installazione militare nella stessa città. Il 24 marzo, infine, nel porto di Berdyansk controllato dai russi, a 70 chilometri da Mariupol’, era saltata la nave “Saratov”.
A tutto questo, poi, andrebbero aggiunte diverse esplosioni che hanno danneggiato, in Bielorussia, le linee ferroviarie usate dai russi per spostare uomini e mezzi verso il fronte ucraino, e la serie di sabotaggi (un colpo di bazooka contro il ministero della Sicurezza, la carica di dinamite che ha danneggiato due torri per le telecomunicazioni, le granate contro l’aeroporto militare di Tiraspol) che hanno colpito la Repubblica autoproclamata e filorussa della Transnistria, il “Donbass della Moldavia”.
È consistente, insomma, l’ipotesi che i servizi segreti ucraini, l’SBU, diventati piuttosto abili e potenti (il loro capo, Ivan Bakanov, è stato compagno di scuola, amico e socio in affari del presidente Zelensky) dopo le riforme degli ultimi anni, stiano riuscendo a colpire sia in Russia sia nei territori controllati dai russi sia nei Paesi alleati della Russia.
(da il Messaggero)
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