AUTOSTRADE PER L’ITALIA LE TASSE LE PAGA IN ITALIA E MOLTI INVESTITORI SONO RISPARMIATORI ITALIANI
PRIMA DI DIFFONDERE CAZZATE QUALCHE MINISTRO DOVREBBE AVERE A CUORE GLI INTERESSI DEI PICCOLI AZIONISTI NAZIONALI … FAR CROLLARE IL TITOLO IN BORSA A CHI GIOVA? FORSE A CHI COMPRA POI I TITOLI A BASSO COSTO?
Autostrade per l’Italia è una società per azioni che ha sede a Roma, in via Bergamini 50.
E’ soggetta all’attività di direzione e coordinamento di un’altra società per azioni, Atlantia che ha anch’essa sede a Roma, in via Antonio Nibby 20.
Atlantia è quotata in Borsa: il 45,46 per cento del capitale è flottante fra diversi piccoli azionisti, in maggioranza provenienti da Stati Uniti d’America, Regno Unito e Italia. Fra gli altri azionisti ci sono il fondo sovrano di Singapore GIC, gli americani di Blackrock, i britannici di HSBC e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, tutti sotto il 10 per cento.
Con il 30,25 per cento l’azionista di maggioranza di Atlantia è Sintonia SA che fa capo alla famiglia Benetton.
Sintonia SA è una finanziaria lussemburghese controllata dalla holding Edizione della famiglia Benetton. Prima della ristrutturazione del gruppo, la società capofila era la Ragione di Gilberto Benetton & C sapa (sede a Treviso); dal 1 gennaio 2009 Edizione Holding spa e Sintonia SA sono state incorporate in Ragione sapa che si è trasformata in Edizione srl.
Ricapitolando, l’azionista di maggioranza di Atlantia che controlla Autostrade per l’Italia è una società lussemburghese, Sintonia SA, che tramite Edizione srl fa capo alla famiglia Benetton.
Ma sia Atlantia che Autostrade per l’Italia pagano le tasse in Italia dove hanno la sede legale.
Domani, con la riapertura di Piazza Affari dopo la pausa di Ferragosto, si vedrà quale sarà la reazione degli investitori anche sulle azioni di Atlantia.
Le perdite di oltre il 5% registrate nella seduta di martedì sono con ogni probabilità destinate ad ampliarsi ulteriormente sia per le sempre più drammatiche conseguenze del crollo del Ponte sia per l’intenzione espressa dal premier Conte e da diversi ministri, a partire da quello delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, di revocare le concessioni ad Atlantia.
La perdita delle concessioni italiane, ricorda Bloomberg, sarebbe un duro colpo per Atlantia, che ha 12,8 miliardi di bond in circolazione
(da agenzie)
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