BABY GANG, BULLISMO E VIOLENZA MINORILE
IN FRANCIA RIFORMANO IL CODICE, IN ITALIA LO STATO DORME E LE FAMIGLIE GIUSTIFICANO… I BULLI SI RIEDUCANO FACENDOGLI PULIRE I CESSI
Le cronache quotidiane sono ormai stracolme di episodi di violenza gratuita, di bullismo, di precaricazione verso i più deboli e i portatori di handicap, di stupri, di rapine e scippi perpetrati da minorenni: ormai addirittura sotto la soglia dei 14 anni di età . Quando accadono i fatti più gravi, quelli che “turbano” l’opinione pubblica, ascoltiamo interviste a genitori ” che non immaginavano” e “non sapevano”, a madri che dichiarano ” non posso credere che mio figlio abbia commesso un fatto del genere”, a padri che li giustificano. E allora ecco le solite stronzate ” è colpa della scuola”, ” è causa della società “, mai una volta che tali comportamenti siano determinati dal fatto che madri e padri se ne fottono della educazione dei figli, pensando che basta riempirli di soldi per adempiere al proprio ruolo, invece che dialogare con loro, fissando rigidi paletti educativi e comportamentali. Il ruolo “autorevole” e di “esempio” del padre è scomparso, troppo presi come sono gli uomini a fare quattrini, quello ” di seguire l’educazione dei figli” della madre è andato in archivio da tempo, per rincorrere il mito della “donna in carriera”. E poi tutti davanti alla TV a rincoglionire immaginando per i figli un futuro da velina, da cantante, da ballerino, da suonatore di cornamuse o da raccattapalle. Madri in sollucchero che sculettano più delle figlie ai margini di pseudoconcorsi di bellezza, padri che stakanovisticamente accompagnano figli adiposi e dal baricentro improponibile a scuole calcio, ragazzine che sognano tette più grosse e labbra siliconate, ragazzini che hanno come mito i “grandi fratelli”.
Dai belli ai bulli il passo è breve, ora si picchia la compagna di scuola “troppo bella”, ora si estorce denaro al ragazzino più piccolo, ora si sfoga la violenza sul portatore di handicap, ora si distrugge la scuola “per noia”, una canna poi non si vieta a nessuno, in fondo i primi a “farsi” sono stati i genitori. E il degrado diventa un vortice inarrestabile a cui lo Stato non pone freno, vigendo la teoria sociologica giustificazionista.
In Francia, Sarzoky ha introdotto l’obbligo, quando entra l’insegnante in classe, di alzarsi, da parte degli studenti, e salutare. Qua in Italia, per gli insegnanti di certe scuole, l’importante è uscire dalle aule illesi. In Francia il ministro (donna) della Giustizia, Rachida Dati, sta facendo approvare dal Parlamento una modifica per abbassare l’età minima della responsabilità penale sotto i tredici anni e inasprire altresì le pene per i minorenni. L’indice della criminalità giovanile ha raggiunto in Francia il 21%, nella fascia di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Un segnale che dovrebbe farci riflettere sul futuro che ci attende, ma in Italia lo Stato latita, guai a sembrare troppo “repressivi”. Peccato che non riusciamo a essere neanche “preventivi”… Lo psicologo Marco Masoni, 13 anni di esperienza al Beccaria, carcere minorile di Milano, ha la sua teoria, che è poi anche la nostra, non da oggi: ” le cose sono diverse da 30 anni fa; a sette anni qualche bambino è già adolescente, a nove anni scippa e a tredici ha la pistola in tasca. Più che punizione, bisogna pensare a una sanzione. Hai comesso qualcosa di riprovevole ? Vai a pulire i cessi. Non ti mando in galera, ti obbligo a fare dei lavori socialmente utili: pulire le strade, aiutare gli anziani. Il ragazzino è alla ricerca di visibilità ? Gliela diamo: finisci sul giornale se sconti il tuo debito facendo del bene. In galera uno esce peggio di come sia entrato e spesso finisce nell’orbita di baby gang”. Significativo che di fronte a una Sinistra “giustificazionista”, il centrodestra non abbia le idee molto chiare, tutto preso solo dalla criminalità di importazione. Sarebbe il caso desse un’occhiata ogni tanto anche a quella nostrana che non è certo da meno, a livello di “aspiranti bulli” e minorenni metropolitani. E certe famiglie “padane”, oltre che “rondare” i delinquenti romeni, sarebbe il caso che pensassero a trasmettere “valori” e “comportamenti etici” ai propri figli, invece che passar loro solo blocchetti degli assegni e lattine di Becks a volontà .
Se si insegnasse amore e rispetto, tolleranza e altruismo, serietà e responsabilità , senso dei doveri e non solo dei diritti, magari avremmo dei figli “belli dentro” invece che “bulli fuori”… Essere di destra vuol dire anche questo, tracciare un segno non solo su un simbolo elettorale, ma sulla propria coscienza. Il segno indelebile di uno stile di vita che sia di esempio per la crescita del nostro popolo.
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