BELGIO, ITALIANO TROPPO “POVERO” PER RESTARE
EX MINATORE MINACCIATO DI ESPULSIONE PERCHE’ POTREBBE DIVENTARE UN PESO
Vito Sabia dal 1967 si trova in Belgio, dove la sua famiglia si è trasferita da Potenza, ma dopo anni di lavoro è stato minacciato di espulsione perchè ritenuto “troppo povero” dalle autorità belghe.
Fino all’inizio degli anni ’90, come racconta Il Fatto Quotidiano, ha lavorato come minatore nella zona del Limburgo, una regione al confine con l’Olanda.
Il 14 maggio scorso però l’ufficio immigrazione di Bruxelles gli ha notificato un mandato di espulsione perchè la sua condizione economica potrebbe diventare un peso a carico del sistema di sicurezza sociale belga.
Eppure la sua pensione è di circa 1600 euro netti, con cui però ha dovuto pagare gli alimenti ai 5 figli nati dalla prima moglie.
La storia di Vito, racconta Il Fatto Quotidiano, si intreccia con le sue dinamiche familiari.
Nel 2009 si risposa con Andrea, una donna rumena da cui avrà un’altra figlia, e decide di stabilirsi in Romania con lei.
“Ad agosto 2014 ricevo un foglio dell’ufficio pensioni belga che mi notifica come mi sarebbe stata tolta la pensione”.
Infatti i figli della prima moglie, benchè ormai maggiorenni, si sono rivolti al giudice di pace belga per chiedere aiuto economico al padre.
“Così ho preso la macchina e sono rientrato a Genk (la città del Limburgo vicino a cui Vito vive) per risolvere la situazione”.
Fino a novembre l’ex minatore rimane senza soldi, aiutato solo dagli amici.
Finchè arriva la decisione delle autorità che gli comunicano che dalla sua pensione sarebbero stati tolti circa 500 euro. Così, precisa Il Fatto Quotidiano, la sua pensione arriva a malapena a 1100 euro.
Troppo povero per non essere un peso per il welfare?
Ma come, se hanno deciso che posso pagarmi l’avvocato privato?”, protesta.
L’ex minatore si è fatto sentire e la sua storia è arrivata all’attenzione di quotidiani e televisioni delle Fiandre.
“Le autorità belghe hanno ammesso essersi trattato di un errore”, ha infine spiegato l’ambasciatore italiano a Bruxelles Alfredo Bastianelli.
In sostanza hanno considerato Sabia un “nuovo residente” dopo gli anni in Romania, costretto quindi a dover dimostrare le sue fonti di reddito per poter restare nel Paese.
Eppure, come spiega l’attivista Lara Ciabattoni che fa parte della piattaforma anti-espulsioni EU for People, casi come quello di Vito sono stati tanti negli ultimi anni. Spiega a Il Fatto Quotidiano: “Succede a chi magari ha perso il lavoro, o chi lo cerca per più di tre mesi e si ritrova momentaneamente senza reddito”.
Così si esce dalla protezione sociael e si diventa di fatto sans-pepiers cittadini di serie B senza diritti, nonostante si tratti di europei.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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