BERLUSCONI ATTACCA: “ORA SPERO IN UN’ASSOLUZIONE PIENA, A MENO CHE NON TENTINO DI ELIMINARMI”
LA REAZIONE DEL CAVALIERE DOPO LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE SUI PROCESSI IN CORSO
Seduta lampo e decisione lampo.
La Cassazione – «i nostri giudici a Berlino» come li chiama Berlusconi – azzera in mezz’ora di camera di consiglio il teorema del palazzo di giustizia di Milano come pregiudizialmente ostile al Cavaliere.
Lui e i suoi avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo sono convinti che lì il pregiudizio è la prassi. L’hanno argomentato per 40 pagine.
La sesta sezione della Suprema corte replica picche.
Per la seconda volta nella storia giudiziaria dell’ex premier crolla la tesi del legittimo sospetto. Bocciata nel 2003, quando la Cirami fu scritta su misura per il processo Sme, fallisce l’obiettivo oggi.
Berlusconi parla preregistrato, a conferma che su un esito positivo non credeva nemmeno lui. Solito rèfrain: «Confido in una sentenza di piena assoluzione, a meno che si voglia eliminarmi per via giudiziaria».
Sul processo Sme: «Avrei evaso il fisco per 3 milioni. In quello stesso periodo il mio gruppo ne ha versati 567. Che senso aveva un’evasione di quella portata? E poi all’epoca ero premier».
I processi, l’incubo riprende.
Inevitabilmente Mediaset e Ruby – fermi da un mese, chè a questo serviva il ricorso in Cassazione – ripartono subito.
Già domani il primo in corte di appello, lunedì 13 il secondo in tribunale.
Corrono a razzo verso la sentenza. Domani potrebbe pure esserci quella di Mediaset.
Per Ruby mancano le arringhe del pm Ilda Boccassini e della difesa, un paio di udienze al massimo.
Partita chiusa entro maggio.
Tant’è che Ghedini e Longo corrono ai ripari.
Longo annuncia che per i diritti tv – su Berlusconi pesa la condanna a 4 anni in primo grado per frode fiscale, con 5 d’interdizione dai pubblici uffici – chiederanno di aspettare la decisione della Consulta sul conflitto sollevato da palazzo Chigi per un contestato legittimo impedimento che risale al 1 marzo 2010.
La Consulta, stranamente, ha preso tempo, non ha deciso subito dopo l’udienza pubblica del 23 aprile.
Dice Ghedini: «È fisiologico attendere, perchè se la Corte dovesse darci ragione potrebbe saltare l’intero processo».
Al momento, i legali non parlano di eccepire un nuovo impegno parlamentare del premier, che però potrebbe scattare visto che le Camere lavorano a pieno ritmo.
Nella tattica processuale c’è un dato però che va rilevato come estremamente significativo e che dà la cifra della futura strategia di Berlusconi.
Attiene all’atteggiamento rispettoso verso la Cassazione, «i giudici a Berlino» per l’appunto, quelli che alla fine decideranno il destino del Cavaliere.
Dove l’udienza a porte chiuse comincia alle 10 e 23 e termina alle 11 e 42.
«Velocità usuale, discussione buona, pg molto urbano» chiosa Ghedini.
I giudici (presidente Giovanni De Roberto, nel collegio Giacomo Paoloni, Domenico Carcano, Arturo Cortese) entrano in camera di consiglio alle 11 e 53, escono alle 12 e 34.
Esame frettoloso? «Velocità usuale, si tratta di una decisione cartolare» commenta Ghedini.
Che aggiunge: «Rispettiamo la decisione, siamo stati trattati con cortesia, i giudici hanno tenuto un atteggiamento impeccabile nei nostri confronti, attento alla difesa. Non condivido le loro conclusioni, ma le rispetto».
Netta la distinzione con Milano: «Qui anche se non ti danno ragione, non c’è l’atmosfera di una guerra».
Comunque, quando sarà pronta la sentenza, Ghedini ha già in mente di ricorrere, «per una questione di principio», alla Corte di giustizia europea di Strasburgo.
È la nuova strategia per la Cassazione, quella che ha portato alla scelta di aggiungere un avvocato non “gridato” come Franco Coppi per l’ultimo grado di giudizio.
L’ultima speranza è che domani arrivi anche un primo presidente del palazzaccio (si vota al Csm con Napolitano) non sgradito.
Nella corsa tra Rovelli e Santacroce i berlusconiani sponsorizzano il secondo.
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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