“BERLUSCONI DEVE ESSERE ESPULSO SUBITO”: DIECI ILLUSTRI COSTITUZIONALISTI SMANTELLANNO LE TESI DEI LEGALI DEL CAVALIERE
RIBADISCONO CHE LA LEGGE SEVERINO E’ COSTITUZIONALE, CHE E’ INFONDATO IL RICHIAMO ALLA RETROATTIVITA’ E CHE IL SENATO DEVE PROVVEDERE RAPIDAMENTE
Dieci dei maggiori costituzionalisti italiani concordano nel ritenere che qualsiasi ritardo nell’espulsione dal Senato di Silvio Berlusconi sarebbe, di fatto, immotivato.
E rigettano qualsiasi ipotesi di incostituzionalità della legge Severino.
Li ha consultati Avaaz, rendendo note le loro posizioni in un documento pubblicato sul sito dell’associazione.
Si tratta di Alessandro Pace, Ernesto Bettinelli, Roberto Romboli, Ferdinando Pinto, Francesco Dal Canto, Riccardo Guastini, Salvatore Bellomia, Gianni di Cosimo, Antonio D’Andrea, Umberto Allegretti.
Le loro conclusioni contraddicono i pareri depositati alla Giunta delle elezioni e dell’immunità del Senato dalla difesa dell’ex premier.
Che chiede il ricorso alla Consulta e la sospensione dei lavori dell’organismo di Palazzo Madama per approfondimenti sulla norma varata dall’ex ministro della Giustizia.
I tre quesiti.
Tre i profili sui quali sono stati interpellati i 10 esperti: 1) la durata dei lavori della Giunta (sedute continue fino al voto o rinvio per approfondimenti?), 2) la possibilità per il Senato di ricorrere alla Consulta, 3) un’eventuale sospensione dei lavori in attesa della rideterminazione delle pene accessorie o per il ricorso alla Corte di Strasburgo.
La natura della sanzione è amministrativa.
“Da quasi trent’anni mi occupo dell’ineleggibilità dei componenti gli organi amministrativi locali – premette Ferdinando Pinto, professore ordinario di diritto amministrativo a Napoli -e, se rapportato a quello che ho visto dal mio osservatorio, quello che si sta verificando è per me incomprensibile”.
Smentita la presunta natura penale della sanzione (invocata, invece, dalla difesa dell’ex premier per contestare la presunta retroattività della norma).
“La legge è chiara lì dove stabilisce una sanzione amministrativa – sottolinea Pinto -. D’altro canto l’applicazione della legge è già avvenuta in una trentina di casi senza che si sia messa in discussione tale profilo”.
Infondato il richiamo all’irretroattività .
Concorda sul punto Ernesto Bettinelli, professore di Diritto Costituzionale a Pavia: “Non è evidentemente una legge penale, non comporta sanzioni supplementari rispetto a quelle già fissate dall’ordinamento penale. […] Dà luogo a immediata decadenza appena sono esauriti tutti i gradi di giudizio. L’evento formale che conta è la pubblicazione della sentenza e non la commissione del reato. Pertanto il richiamo al principio di irretroattività è manifestatamente infondato”.
Il Senato deve provvedere velocemente.
Che i lavori debbano esaurirsi senza ritardi è un altro dei punti su cui i 10 costituzionalisti sono d’accordo. “Il rinvio del voto è inammissibile” – afferma ancora Bettinelli, che esclude anche un possibile ricorso alla Corte Costituzionale: “La Giunta non è un organo giurisdizionale, sicchè non può assumere la veste di giudice a quo, in un giudizio di legittimità costituzionale. Inoltre nè le decisioni sulla pena accessoria nè la decisione della Corte di Strasburgo posso avere alcuna influenza sulla sua decisione”.
Mentre Di Cosimo, aggiunge: “Ammettiamo che la Giunta sia pure legittimata a sollevare la questione occorre che essa non sia manifestamente infondata. Ma in questo caso non mi pare vi siano evidenti profili di incostituzionalità “.
La legge non è incostituzionale.
“E’ indiscutibile – sottolinea Alessandro Pace – professore emerito di diritto costituzionale a Roma – che la Giunta debba provvedere con sollecitudine, allo scopo di impedire che un parlamentare di cui è stata accertata “l’indegnità morale” continui a esercitare illegittimamente le sue funzioni”.
Inoltre aggiunce Pace – “la Corte Costituzionale nella sentenza n.118 del 1994 ha precisato che l’incandidabilità , ancorchè sopravvenuta non costituisce, di per sè una sanzione penale. Pertanto non è applicabile alla specie il principio costituzionale dell’irretroattivà delle pene”.
Mentre sulla possibilità di sollevare la questione di legittimità costituzionale: “Se le Camere ritengono che una legge sia incostituzionale la modificano – sottolinea Pace – e non perdono tempo a sollevare una questione di costituzionalità “.
Netto anche Riccardo Guastini, ordinario alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova: “Il rinvio del voto è inammissibile”.
E ancora: “Nè le decisioni sulla pena accessoria, nè la (eventuale decisione della Corte di Strasburgo) possono avere alcuna influenza sulla decisione – peraltro dovuta – della Giunta”.
Anche Umberto Allegretti, professore di Diritto pubblico all’Università di Firenze esclude qualsiasi dilazione. “La difesa di Berlusconi è stata assicurata e il Senato è tenuto a provvedere davvero immediatamente”.
Verdetto univoco insomma. “Non c’ è divieto di retroattività perchè la incandidabilità non è una sanzione penale – conclude Allegretti – ma ha radice nella tutela della genuinità e correttezza del processo elettorale, come mostrano tra l’altro gli art, 48 e 54 della Costituzione.”.
Le centomila firma di Avaaz.
Questa nuova memoria legale, che cita membri dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, viene pubblicata mentre oltre 100mila persone hanno firmato una campagna di Avaaz, in appena 24 ore, chiedendo l’immediata decadenza di Berlusconi dal Senato.
“Il parere dei massimi costituzionalisti è chiaro – dice Luca Nicotra di Avaaz -: non sono ammessi ulteriori rinvii all’espulsione di Berlusconi e il Senato deve prendere una decisione subito. E’ arrivato il momento che la Giunta del Senato decida: vogliono servire l’interesse pubblico o prendere in giro la legge e gli italiani con rinvii immotivati e di fatto illegali?”, conclude Nicotra.
Pasquale Notargiacomo
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