BERLUSCONI GONGOLA: CACCIATO DALLA PORTA SENATO RIENTRA DALLA FINESTRA QUIRINALE
SILVIO DA MATTARELLA: APERTURA SOLO CON LA PROMESSA DEL PROPORZIONALE E UN AIUTINO A STRASBURGO… E ALLORA ADDIO A SALVINI
Un paio di giorni fa, all’aeroporto di Fiumicino, Fedele Confalonieri incrocia un gruppo di parlamentari in attesa dell’imbarco.
Ci sono Maria Stella Gelmini, Mario Mauro, Maria Rosaria Rossi, l’ex sottosegretario Luigi Casero. Fidèl è sorridente, non affranto per la fine del governo: “Ora — dice – si apre una fase molto interessante”.
Perchè per Mediaset i governi sono un po’ come i Papi per i romani, morto uno se ne fa sempre un altro. E tra gli altri nessuno spasima per un Renzi bis. Nè dalle parti dell’azienda nè ad Arcore.
E chissà se è un caso ma il telefono di Gianni Letta ha ricominciato a squillare come ai bei tempi: “Ma voi — si sente domandare – che direte al Colle? Perchè se voi non aprite il governissimo è già morto? Aprite?”. È un delicato e lungo gioco di “rimessa” quello a cui si sta preparando Silvio Berlusconi.
Il quale, a differenza dei due Mattei (Renzi e Salvini) guiderà la delegazione di Forza Italia al Quirinale sabato pomeriggio.
Anzi, per nulla al mondo ha intenzione di rinunciare a salire lo scalone del Colle, attraversare le vellutate stanze per poi concedersi a microfoni e flash. Una di quelle situazioni in cui il Cavaliere è compiaciuto di esserci, ancora una volta da leader che entra dalla porta principale dopo essere uscito, con l’onda della decadenza, da quella di Palazzo Madama.
Ne è passato di tempo da quando, sui giornali, era il Condannato.
E la guiderà , personalmente, non solo come rivendicazione di un ruolo e di uno status ma anche perchè, semplicemente, non si fida degli altri.
E sa che le trattative delicate si conducono in prima persona. Perchè di trattativa delicata si tratta.
Un ex ministro azzurro spiega, senza tante perifrasi: “Se andiamo al voto anticipato siamo morti, perchè è evidente che non siamo pronti, la coalizione è un casino con Salvini e la Meloni. Ma siamo morti anche se andiamo al governo, perchè non la reggiamo. Rompiamo con gli alleati e per cosa?”.
Ad Arcore sono convinti che andare al governo oggi significa “fare la fine di quello che raggiunge la compagnia a tavola per il caffè e paga tutto il conto”.
Dove il conto è il correttivo che ha chiesto l’Europa sulle “marchette di Renzi”. Dunque Silvio Berlusconi dirà a Sergio Mattarella non solo che è contrario, contrarissimo a un “Renzi bis” ma che non ha intenzione di fare la stampella a nessun governo, non è questione di nomi. Anche se certo è un no da “opposizione responsabile” che non farà barricate in piazza e che dice un sì, convinto, a un confronto – un “tavolo” – sulla legge elettorale. Punto.
In via informale però è stata già comunicata al Quirinale quale è l’offerta che sarebbe impossibile non prendere in considerazione.
Di fronte alla quale si potrebbe discutere anche di governo: “una legge elettorale proporzionale”. Ma, ha aggiunto l’eminenza grigia del Cavaliere, dovrebbe essere un accordo blindato.
Una fonte di Arcore dice: “È chiaro che solo una proposta di proporzionale apre la trattativa vera ovviamente con un nome diverso da Renzi. A quel punto Berlusconi può rompere con la Lega, perchè starebbe al governo oggi ma anche domani, ovvero dopo il voto, visto che col proporzionale nessuno avrebbe la maggioranza”.
Ed è chiaro che, in un percorso del genere, il Cavaliere considererebbe scontata una relazione favorevole del nuovo governo a Strasburgo, dove attende una sentenza slittata a suo giudizio per colpa del governo Renzi.
Condizioni alte, per vendicare il famoso “game over” e rientrare al Senato dalla porta principale.
Altrimenti non vale la pena rompere, ora che le urne hanno sancito il “game over” del governo.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply