BERLUSCONI NON VUOLE LE PRIMARIE E TIENE TUTTI IN OSTAGGIO: DURO BRACCIO DI FERRO A PALAZZO GRAZIOLI
ALFANO: “COSI’ PERDO LA FACCIA”… SILVIO: “SONO UNA FOLLIA, COSI’ ANDIAMO A SBATTERE”…EX AN IN FIBRILLAZIONE, SI PROFILA UN RITIRO DELLA SANTANCHE’ E GALAN, COSI’ ALFANO RIMEDIA UNA BRUTTA FIGURA DA SOLO… BERLUSCONI PUNTA SU SAMORI’ E SI CONSIGLIA CON DELL’UTRI E MICCICHE’
Magari alla fine sarebbe stato meglio fare come proposto da Guido Crosetto. Organizzare primarie del Pdl on line, giovani, poco impegnative, a ‘eliminazione diretta’, simili a un televoto.
Come per i ‘Dieci piccoli indiani’, o imitando Briatore e il suo programma tv The Apprentice, ogni settimana il meno votato sarebbe stato eliminato e avrebbe fatto l’endorsement per uno dei concorrenti rimasti in gara.
Peccato che la proposta del ‘gigante’ azzurro sia stata scartata e ieri, nel corso di un drammatico vertice a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi abbia tentato di rovesciare il tavolo, cancellare le primarie e far perdere la faccia all’intero stato maggiore di via dell’Umiltà .
È stato un incontro infuocato, quattro ore chiusi nello studio del Cav a palazzo Grazioli tensione alle stelle.
Pochi i presenti, perchè nei momenti chiave gli unici ad aver accesso alle stanze del potere berlusconiano si contano sulle dita di una mano: Alfano e Bonaiuti, Letta, Cicchitto e Verdini.
Tutti azzurri della prima ora.
Quasi tutti scossi dalla nuova svolta di Berlusconi.
«Io le primarie non vorrei farle, ve lo sconsiglio. Sono una follia, i gazebo e queste primarie che sembriamo la Dc. Così andiamo a sbattere».
Parole pesanti come pietre, alle quali non ha potuto non reagire Alfano. «Presidente, se le annulliamo è finita. Io perdo la faccia. Noi perdiamo la faccia».
Il summit si prolunga, dura un’eternità , la riunione si scioglie solo dopo oltre quattro ore e i colonnelli vanno sconsolati a riferire al resto del partito in un incontro iniziato alle 20.
Il malumore si taglia a fette, alcuni degli ex An vorrebbero rafforzare le consultazioni e minacciano di non far passare lo statuto con le nuove regole.
Cicchitto, lasciando Grazioli, sostiene che le primarie si faranno e che “beh, sì”, Berlusconi è d’accordo. Non lo è affatto, anche se Alfano alla fine gli strappa un ‘ni’ su un modello di primarie americane ancora più annacquato, con elezioni provinciali e una convention finale.
A sera non è ancora partita la convocazione per un ufficio di Presidenza in teoria in agenda oggi.
Tutto dimostra che è in atto un braccio di ferro durissimo, giocato sul filo dei nervi.
I colonnelli provano a imbrigliare il Cav, Alfano cerca disperatamente di non far saltare le primarie, Verdini media ma non nasconde di condividere i dubbi di Silvio. Berlusconi scalpita, anche ieri ha chiarito il progetto: «Vorrei lanciare una lista di ex azzurri, più un’altra di gente che non ha mai fatto politica».
C’è un nome che circola insistentemente, si tratta dell’imprenditore e banchiere emiliano Giampiero Samorì.
Si vocifera anche di un incontro. A lui Berlusconi vorrebbe affidare la macchina organizzativa, a lui guarda Sgarbi proponendo un ticket per le primarie.
È il caos, che potrebbe aumentare se si verificasse quanto ipotizza in queste ore il leader del Pdl.
Ovvero del boicottaggio delle primarie, ottenuto facendo ritirare dalla corsa Santanchè e Galan — politicamente a lui legati — per lasciare Alfano da solo in una corsa svuotata. E con un Pdl bad company.
In attesa di capire come finirà , Berlusconi a sera alza il telefono.
Nella tempesta sente il bisogno di sentire due vecchi amici e consiglieri come Miccichè e Dell’Utri.
Tommaso Ciri
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