BOSSI: “SALVINI FA TROPPO CASINO, E’ DOMINATO DALLA FRETTA DI FARE IL CAPO, MA SOLO BERLUSCONI CAPISCE CHE VINCE CHI NON LITIGA E NON FA LITIGARE”
“A SALVINI PREFERISCO LA MELONI”… “PARISI MI SEMBRA UNA BRAVA PERSONA, MA ANCHE LUI E’ LITIGIOSO, DEVE SAPER UNIRE”
«Per il poco che l’ho conosciuto, a me Parisi è sembrata una brava persona. Certo… essere una brava persona non significa affatto essere un grande politico. O capirci di politica».
Umberto Bossi è appena uscito dai funerali di Alice Brianza, la mamma del governatore lombardo Roberto Maroni.
È in auto verso Malpensa, non vuole mancare al voto di fiducia sul decreto fiscale.
Berlusconi ieri ha tirato una frenata brusca alla corsa di Stefano Parisi per la guida del centrodestra.
«Non è che se uno ha l’ambizione di guidare un’alleanza possa mettercisi così, d’improvviso. Non è che può dirlo: gli altri devono essere d’accordo».
Neanche con il sostegno di Silvio Berlusconi?
«Ma no. Berlusconi ha sempre avuto sostegno, ma è per lui. È roba sua e soltanto sua: neanche Berlusconi può trasmetterla come un regalo».
Secondo lei, Parisi ha commesso degli errori?
«Beh, la prima caratteristica di un premier è quella di unire. Mettere insieme tante persone intorno a qualcosa».
E lui invece non lo stava facendo?
«Non lo so, mi dicono che abbia litigato con tanti. Non credo che il litigare sia qualcosa che unisce. Questo dimostra ancora una volta che se alle persone dai un po’ di potere, poi si dimenticano da dove vengono…».
Lui però potrebbe anche aver ricevuto il mandato di rottamare una parte di Forza Italia. E comunque lo dice: una parte del partito dovrebbe fare un passo indietro.
«Ma passare per degli accordi è sempre importante. E non bisogna avere troppa fretta. Sono tanti ad averne…».
Di chi parla?
«Di Matteo Salvini. Ha una gran fretta di fare il capo. Però, anche lui deve trovare degli accordi».
Alla manifestazione di Firenze con lui c’erano anche altri leader come Giorgia Meloni. Lì sembra funzionare.
«Io non sono andato a Firenze. Giorgia Meloni mi piace, mi pare che dica delle cose sensate e non si faccia prendere da ansie. Salvini è troppo dominato dalla fretta, e dunque fa casino».
Forse il successo dei partiti populisti ha spinto Salvini a ritenere che il suo momento sia vicino. E la vittoria di Donald Trump glielo ha confermato.
«Trump non è un populista, è uno che ha basi solide. Certo, ha puntato sulla popolazione, è del tutto normale quando gli altri parlano d’altro. Però lui ci capisce. Ci capisce di tante cose».
Ma lei dove vede la «troppa fretta» di Salvini?
«Non si deve parlare di leader o di cose del genere. Si deve parlare dei programmi, mai delle cariche: “Siamo qui perchè vogliamo fare questo”. Le cariche arrivano dopo, se arrivano. E Salvini questo ragionamento lo deve fare».
Lei è convinto anche oggi che Berlusconi sia l’unico che può riunire il centrodestra?
«Sì. Per il semplice fatto che gli altri litigano. Vince chi riesce a non litigare e soprattutto a fare in modo che gli altri non litighino».
(da “il Corriere della Sera”)
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