CALANO LE VENDITE DEI QUOTIDIANI DEL 7% DEL 14% E GLI EDITORI DIVENTANO BIPARTISAN NEL RISPARMIARE
DE BENEDETTI E CONFALONIERI SI TROVANO D’ACCORDO NEL CHIEDERE SACRIFICI AI GIORNALISTI…SU 108.000 ISCRITTI ALL’ALBO, SOLO MENO DELLA META’ PERCEPISCE UNO STIPENDIO, APPENA 22.000 SONO DIPENDENTI A TEMPO INDETERMINATO… NETTO CALO DELLE VENDITE: IL SOLE 24 ORE -14%,1%, CORRIERE DELLA SERA -12,9%, REPUBBLICA -7,9%, LA STAMPA -7,2%
“De Benedetti ha ragione: i giornalisti devono lavorare in tutte le piattaforme dell’azienda editoriale senza chiedere soldi in più. A patto però che in cambio venga loro riconosciuta una partecipazione agli utili di tutte le attività dell’ingegnere, non solo del gruppo Espresso”.
A Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, le parole dell’Ingegnere editore di Repubblica non sono piaciute.
Invitato insieme a Fedele Confalonieri (Mediaset) e Pier Gaetano Marchetti (Rcs) ad aprire il congresso della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) a Bergamo, Carlo De Benedetti ha invitato i giornalisti a non lamentarsi della multimedialità .
“Invece di chiedere aumenti i giornalisti dovrebbero ringraziare gli editori, che gli danno la possibilità di essere visibili su una pluralità di piattaforme. Chiedono più soldi per la multimedialità , ma loro interesse è avere la maggior visibilità possibile”.
Secondo Roberto Natale, presidente della Fnsi, l’ingegnere “ha un’idea particolare della nostra professione, la visibilità di cui parla non serve a nulla. Gli imprenditori devono mettersi in testa che devono essere riconosciuti compensi adeguati e guardare con realismo all’enorme problema del precariato”…
Dice Natale: “Abbiamo pubblicato uno studio dal quale emerge che di 108 mila iscritti all’albo professionale 49mila hanno un reddito, di questi 22 mila sono dipendenti, a termine o a tempo indeterminato, altri 27 mila sono autonomi e tra loro appena la metà percepisce un reddito superiore a 5 mila euro lordi annui. Cosa se ne fanno della visibilità …?”, si chiede Natale.
Lo stupore della stretta di mano tra De Benedetti e Confalonieri, rivali nella vicenda Lodo Mondadori, è passato presto.
E’ bastato sentirli parlare per capire che sono d’accordo anche nella gestione del lavoro giornalistico.
I rispettivi gruppi, così come Rcs e altri, hanno goduto di uno stato di crisi che ha permesso una riduzione dell’ organico e dei costi.
Uno studio pubblicato dal Sole 24 Ore, traduce in freddi numeri i pesanti tagli fatti, nonostante i forti incentivi economici da parte del governo (come finanziamento pubblico) che garantiscono ai gruppi di rimanere in attivo.
Due gruppi continuano ad avere il margine operativo netto negativo: Il Sole 24Ore (-29 milioni ) e Class (-3 milioni).
Solo Cairo e l’Espresso hanno margini rispetto al fatturato a due cifre: 14,9 per cento e 11,9 per cento.
Mondadori al 7,5 per cento.
Mentre Caltagirone e Rcs sono sotto alla media con, rispettivamente, il 3,4 e il 2,5 per cento.
Eppure, complessivamente, nel 2008 gli editori hanno spesato 46 milioni di esodi incentivati, nel 2009 ben 176 milioni, pari all’11 % dei costo totale del lavoro.
Con finanziamenti pubblici, rimborsi e aiuti, stato di crisi concordate con le redazioni per ridurre i giornalisti assunti (vicino ormai al 20 per cento in meno di due anni fa), tagli draconiani degli investimenti materiali, crollati del 75 per cento, i conti rimangono quasi in perdita.
E le copie vendute diminuiscono.
Tra agosto 2009 e lo stesso mese 2010 (ultimi dati disponibili) il quotidiano di Confindustria ha perso il 14,1 %, Il Corriere della Sera segna un meno 12,9 %, La Repubblica e La Stampa, perdono rispettivamente 7,8 e 7,2 per cento. Persino De Benedetti ha riconosciuto che i livelli di vendite “sono tornati al 1939, con un fatturato in dieci anni diminuito del 40 per cento”.
Natale gli suggerisce di “cominciare a cercare la qualità , ad avvicinarsi ai giovani e riconoscere ai giornalisti compensi adeguati”.
Anche perchè la categoria ha già dato.
Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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