CAMERA, SANZIONI RIDICOLE PER I DISORDINI: UN MORSO VALE 12 GIORNI DI SOSPENSIONE, IMPEDIRE I LAVORI E DARE UNA GOMITATA 15 GIORNI, GL INSULTI SESSISTI 3 GIORNI
VIOLARE LA LEGGE IN PARLAMENTO E’ LECITO, SE UN CITTADINO RUBA UNA MELA INVECE FINISCE IN GALERA… UN CONSIGLIO AI FUTURI AGGREDITI: PRENDETE GLI ASSALITORI A SPRANGATE, AL MASSIMO VI SOSPENDONO 15 GIORNI
Punizioni ridicole a ventidue deputati del Movimento 5 stelle (più un esponente di Fratelli d’Italia) e a un questore di Montecitorio.
La protesta inscenata nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia il 29 e 30 quando fu fisicamente impedito lo svolgimento dell’esercizio dell’attività di parlamentare è costata 15 giorni di sospensione dai lavori dell’aula ai deputati grillini Ferdinando Alberti, Laura Castelli, Diego De Lorenzis, Ivan Della Valle, Alessandro Di Battista, Vittorio Ferraresi, Matteo Mantero, Giorgio Sorial e Simone Valente.
Per Alberti, Di Battista, Ferraresi, Mantero e Simone Valente la sospensione sale a 25 giorni complessivi poichè a quella irrogata per la protesta in commissione, si aggiungono ulteriori dieci giorni decisi dall’ufficio di presidenza per i disordini in aula.
Massimo De Rosa (M5S) è stato sospeso per appena tre giorni, a causa delle offese rivolte a un gruppo di deputate del Pd, una pena che è un insulto alle donne in politica.
15 giorni invece per il questore Stefano Dambruoso (Scelta Civica) che registra il record non invidiabile di primo questore della Camera sottoposto a sanzioni (peraltro quella massima).
Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) sospeso per 10 giorni per aver occupato i banchi del governo e aver sventolato il tricolore.
Le sanzioni saranno “scontate” dai destinatari solo dopo il 10 marzo, quando sarà esaurito l’esame in Aula della legge elettorale, e pure a gruppi al massimo di 13 deputati.
Lo ha deciso l’Ufficio di presidenza di Montecitorio in considerazione dell’elevato numero di deputati puniti appartenenti ad un unico gruppo parlamentare, quello del M5S.
Per il primo gruppo, dunque, le sospensioni partiranno dal 10 marzo, dal 31 marzo per il secondo e dal 14 aprile per il terzo.
Sono queste le pene inflitte dall’ufficio di presidenza di Montecitorio nei confronti dei deputati che si sono resi protagonisti dei disordini in Aula e nelle commissioni della Camera subito dopo e all’indomani del voto sul decreto Imu-Bankitalia arrivato il 29 gennaio.
Mentre i Cinque Stelle si riversavano sui banchi del governo Dambruoso si era messo a suo dire a scudo della Boldrini, nonostante il banco della presidenza fosse lontano. Il risultato fu un colpo con il gomito in pieno volto ai danni della deputata Loredana Lupo. Dambruoso per questo è stato sanzionato con il massimo della pena: 15 giorni. Secondo quanto riporta l’Ansa è la prima volta che a subire una sanzione dell’Ufficio di presidenza sia un deputato questore, che in base al regolamento ha la competenza di proporre le sanzioni per i deputati indisciplinati. E’ stato anche invitato insistentemente a dimettersi prima della sanzione per non creare un precedente (l’auspicio era arrivato anche dal vicepresidente della Camera Roberto Giachetti), ma Dambruoso non ha fatto passi indietro.
Tra l’altro la stessa Lupo ha ricevuto una pena di 10 giorni di sospensione dai lavori di Montecitorio.
Nella stessa bagarre un’altra parlamentare grillina, Silvia Benedetti, aveva dato un morso a un commesso di Montecitorio.
Oltre a Lupo e Benedetti sono state comminate “squalifiche” a Dino Fernando Alberti, Massimo Artini, Massimo Baroni, Sergio Battelli, Francesco Carinelli, Andrea Cecconi, Claudio Cominardi, Davide Crippa, Ivan Della Valle, Massimo De Rosa, Vittorio Ferraresi, Luigi Gallo, Mirella Liuzzi, Loredana Lupo, Matteo Mantero, Paolo Parentela, Daniele Pesco, Paolo Nicolò Romano, Simone Valente, Stefano Vignaroli e Alessio Villarosa.
La normativa vigente non permette di andare oltre i 15 giorni di sospensione, quindi in Parlamento non vige la legge dei comuni mortali: se le stesse cose le avesse fatte un cittadino comune (interruzione di riunione del Parlamento con la violenza) avrebbe rischiato fino a 5 anni di galera.
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