CAPO DEI MOSSOS INDAGATO PER SEDIZIONE, RISCHIA OTTO ANNI DI CARCERE
OGNUNO SI DEVE ASSUMERE LE PROPRIE RESPONSABILITA’
Josep Lluis Trapero, il capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, è stato convocato in tribunale con l’accusa di sedizione.
Secondo la Vanguardia online, Trapero rischia tra i quattro e gli otto anni di carcere. La convocazione – spiega la stampa spagnola – nasce dalla denuncia della procura generale dopo una manifestazione il 20 settembre scorso davanti al Dipartimento dell’economia del governo catalano, dove era in corso una perquisizione per rallentare i preparativi del referendum d’indipendenza del primo ottobre.
Oltre a Trapero è indagata la sua numero due Teresa Laplana.
Il reato di sedizione in Spagna è punibile con una condanna da quattro a otto anni di carcere, 15 anni se a commetterlo è un’autorità .
I Mossos sono nell’occhio del ciclone dopo che i loro agenti hanno scelto di non usare la forza per sgomberare i seggi del referendum illegale sull’indipendenza catalana domenica scorsa. Sono intervenute la polizia nazionale e la Guardia civil che hanno causato oltre 840 feriti.
La tensione tra Barcellona e Madrid resta altissima, con la sindaca del capoluogo catalano che, in un’intervista a Repubblica, ribadisce la linea dura: dopo le violenze del primo ottobre, con Rajoy è impossibile trattare.
“Domani ci sarà la seconda riunione. Il Manifesto sottoscritto a Saragozza il 24 settembre è stato il primo passo di un progetto politico che punta ad arrivare a un’alternativa al governo Rajoy. È una mano tesa ai socialisti di Pedro Sanchez. Solo un nuovo governo può trattare con la Catalogna, ormai, dopo le violenze di domenica scorsa”, afferma la sindaca di Barcellona Ada Colau, per la quale “una trattativa che porti a un referendum concordato fra Spagna e Catalogna è l’unica via d’uscita da questa situazione pericolosissima”.
“La dichiarazione unilaterale d’indipendenza non è una soluzione, porterebbe certamente alla sospensione dell’autonomia catalana da parte del governo centrale con conseguenze che nessuno può immaginare. Serve quindi – spiega – un governo in grado di trattare con la Generalitat catalana, e questo non è il governo di Mariano Rajoy”.
La sindaca ha già rivolto un appello alla responsabilità al Psoe.
Colau ha votato scheda bianca, non è a favore dell’indipendenza ma, dice, “votare dev’essere possibile, sempre. La Catalogna deve poter votare”.
(da “Huffingtonpost”)
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