L’ATER LE ASSEGNA LA CASA CUI HA DIRITTO MA OGNI VOLTA E’ OCCUPATA
L’ODISSEA DI STEFANIA A ROMA, TRA MINACCE E INSULTI RAZZISTI
Stefania, studentessa all’istituto alberghiero, ha 18 anni e vive a Roma con i due fratellini di 5 e 6 anni e la madre, di origini nigeriane ma in Italia da oltre 30 anni.
Sette anni fa la mamma, disoccupata, fa richiesta di una casa popolare.
Il 9 novembre del 2016 arriva la bella notizia: l’assegnazione di un alloggio Ater, l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica del comune di Roma. L’assegnazione però non va a buon fine, perchè al momento della consegna, in presenza dei funzionari Ater, la famiglia trova l’alloggio già occupato.
Nell’arco degli ultimi 11 mesi la storia si è ripetuta per altre 5 volte in alloggi sempre diversi ma con le stesse modalità , costringendo la famiglia a trovare sistemazioni di fortuna o a chiedere ospitalità da amici.
In più di una occasione inoltre, durante la consegna delle abitazioni, la famiglia ha subìto minacce e insulti razzisti da parte degli occupanti abusivi e dei loro familiari.
A dimostrazione che la legalità nella gestione delle case popolari non esiste e lo Stato abdica al suo ruolo, permettendo che gruppi delinquenziali gesriscano di fatto il racket degli alloggi popolari.
E la sedicente destra ovviamente non sta dalla parte della legalità , ma fa da guadiaspalla agli abusivi e ai mafiosi che gli stanno dietro.
(da aagenzie)
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