CASA CIVATI, UN COVO DI AGIT PROP
INTERVISTA ALLA MAMMA ROSANNA, EX ISCRITTA AL PD
Sempre così sincera, a volte un po’ severa.
“Viva la mamma, siempre” verrebbe da dire mentre Rosanna Civati – ex insegnante, ex militante del Pd, madre di Pippo – elenca le ragioni per cui dopo vent’anni di militanza ha lasciato il partito.
Un po’ per le regole, un po’ per le buone maniere.
“Ho resistito fino a ‘enricostaisereno’. Non ci si comporta così, via. Anche se a me le cosiddette ‘larghe intese’ non piacevano, il modo in cui è Letta stato defenestrato l’ho trovato ignobile. E poi non condividevo l’idea di allungare l’inciucio fino al 2018. Non si poteva restare: si capiva che l’inciucio non avrebbe portato nulla di buono.
Tipo la legge elettorale?
Una cosa orribile in sè e ancora più orribile se vista insieme alla riforma costituzionale: stravolgerà il sistema delle garanzie, in un totale squilibrio a favore di chi vince. Non ci saranno più contrappesi sufficienti.
Che dice a suo figlio?
Non voglio condizionare Pippo: sa cosa deve fare. E poi per noi uscire è più facile, i ruoli sono diversi.
Per Pippo cosa sogna? Un futuro dentro o fuori dal Pd?
Fuori, non c’è dubbio. Anche se fuori non si capisce bene cosa ci sia. Voglio dire: uscire con chi? Con quali compagni? Per andare dove? Alla sinistra del Pd ci sono tanti individualismi. Ma a sinistra è sempre così, sempre difficile.
Cofferati?
Non poteva fare altro che uscire, soprattutto per il disinteresse mostrato dal partito rispetto alle troppe opacità . Possibile che nessuno si sia sentito in dovere di controllare? Le denunce c’erano state anche prima. Però non è che Cofferati oggi possa rappresentare un rinnovamento.
In questo clima in cui gli esponenti di spicco del partito rispondono alle obiezioni con “la maggioranza ha deciso, la minoranza si adegui”, suo figlio quanto resiste?
Mi sembra molto vicino a cedere. Ma è una sensazione, non lo dico per cose che mi ha confidato. Ora abita con la sua famiglia a Verona, ci vediamo anche poco. E quando ci vediamo, io e mio marito cerchiamo di non stressarlo troppo con la politica. Però il fatto che non sia tollerata alcuna critica, è una delle ragioni per cui sono uscita. Insieme a tanti altri, che avevano una lunga militanza. Il fatto non è essere minoranza, il fatto è essere ignorati o peggio derisi: in passato non succedeva. Non si viene ascoltati e per di più si deve subire il sospetto di voler mettere i bastoni tra le ruote, o di voler rovinare la carriera di Renzi, di cui francamente non ci importa nulla. È inaccettabile che siamo proprio noi a ridurre lo spazio dei diritti, in un momento di così grave emergenza sociale.
Il nostro partito…
(sopiro) Il distacco non è facile. Alle europee ho votato persone che stimavo del Pd, ma ho votato nonostante il Pd.
Le mamme hanno la vista lunga: Pippo l’aveva messo in guardia alla Leopolda?
Avevo una certezza. Che di Renzi non ci si potesse fidare. E glielo ho detto subito, ma Pippo l’aveva capito. Mio figlio aveva un’idea di rinnovamento “insieme”, Renzi voleva fare tutto da solo. Era ovvio.
Silvia Truzzi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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