FINOCCHIARO SEMPRE IN CORSA, IL MARITO SOTTO PROCESSO
ANNA CORRE PER IL QUIRINALE, IL MARITO VA ALLA SBARRA A CATANIA PER TRUFFA
Quella mattina del 15 novembre 2010 Anna Finocchiaro, oggi tra i candidati papabili per il Quirinale, rimase spiazzata: presente alla inaugurazione del presidio sanitario di Giarre, in provincia di Catania, insieme all’ex ministro della Salute Livia Turco, fu contestata da un gruppo cittadini infuriati per la chiusura dell’ospedale principale.
A venirle in soccorso contro i contestatori fu il marito Melchiorre Fidelbo, di professione ginecologo, anche lui presente all’inaugurazione, non come consorte accompagnatore ma in quanto vincitore di un appalto senza gara per l’informatizzazione di quel presidio, affidato alla Solsamb Srl, di cui il marito della Finocchiaro era amministratore delegato.
Per quell’appalto di oltre un milione di euro, poi revocato dalla Regione, adesso Fidelbo è imputato davanti al Tribunale di Catania per truffa aggravata insieme all’allora direttore amministrativo della azienda sanitaria etnea Giuseppe Calaciura e all’ex direttore generale Antonio Scavone, attuale senatore del gruppo Gal (Autonomie e libertà ).
La tesi della Procura è che la convenzione stipulata tra la azienda sanitaria etnea e la società di Fidelbo sia stata redatta “senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”.
Come richiesto dalle leggi regionali. Il provvedimento avrebbe procurato, secondo l’accusa, un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società di Fidelbo, con una prima anticipazione di 175 mila euro.
Il processo avanza molto lentamente da quasi due anni (finora sono stati sentiti i testimoni dell’accusa), tra un rinvio e l’altro, il primo per mancata notifica e l’ultimo per assenza dei testimoni a difesa, mentre corre veloce il rischio prescrizione e il prossimo 3 febbraio saranno sentiti gli imputati.
Perchè quell’appalto fu affidato proprio alla Solsamb Srl?
È l’arcano che dovrà cercare di chiarire il processo che si sta svolgendo davanti al tribunale etneo.
E soprattutto se altre società furono messe in condizione di poter presentare progetti dello stesso tipo.
Peraltro del dottor Fidelbo erano note le competenze in materia medica, ma lui tenne subito a rivendicare anche i suoi meriti nel campo del software: “Quel progetto era mio, non aveva senso una gara pubblica, se l’avessero fatta sarei stato io a rivolgermi alla magistratura per tutelarmi”, si è sempre difeso Fidelbo.
L’assessore regionale alla sanità del tempo Massimo Russo si disse all’oscuro di tutto e raggiunto dal Fatto Quotidiano commentò così: “In questa vicenda voglio vederci chiaro: non capisco come mai non ci sia stata gara e come mai l’assessorato abbia autorizzato la pratica in tempo record. Chiederò lumi e manderò gli ispettori. Ma escludo si possa trattare di una questione di familismo”.
Gli ispettori regionali conclusero che la procedura era illegittima.
L’appalto — secondo il parere degli ispettori stato affidato in violazione dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento, trasparenza e pubblicità ”.
Ricevuta la relazione ispettiva, l’assessore revocò l’appalto.
Era quella una fase politica regionale molto incandescente, per via delle polemiche sulle indagini per mafia a carico del governatore Lombardo poi condannato dal Tribunale di Catania e molti rinfacciarono alla Finocchiaro e a parte del Pd l’appoggio a quel governo. “Vogliono far pagare a mia moglie l’appoggio al governo Lombardo”, disse allora Fidelbo a proposito della risonanza che ebbe sui media la vicenda di quell’appalto.
Giuseppe Giustolisi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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