CASALEGGIO UMORISTICO: “DEI PROBLEMI SERI NE PARLEREMO NEL 2015”
IL GURU PENSAVA DI TELECOMANDARE I PARLAMENTARI, ORA SUL REATO DI CLANDESTINITA’ CERCA DI PRENDERE TEMPO: “IN AULA NON LO VOTERETE PRIMA CHE SI ESPRIMA LA RETE” …E SUI PROBLEMI “SENSIBILI” MEGLIO ASPETTARE LE PROSSIME ELEZIONI”
Gianroberto Casaleggio ha perso la pazienza.
«Se non si rispetta il metodo, diventiamo un partito come gli altri. Senza la Rete, è finita. E la democrazia diretta salta». (come se finora non avesse deciso tutto lui…n.d.r.)
Per questo ha asfaltato la proposta dei senatori grillini sul reato di clandestinità .
Per questo ha pianificato l’attacco sul blog di Beppe Grillo contro il Fatto Quotidiano, reo di aver criticato il post dei due cofondatori.
E per questo, soprattutto, tenterà di frenare l’emendamento della discordia: «In Aula non lo voterete finchè gli attivisti non si saranno espressi con la piattaforma».
Cercherà la prova di forza, sperando che il fronte finora unitario dei parlamentari si sfaldi.
È in difficoltà , il guru. Non si aspettava la reazione dei militanti, nè la compattezza con la quale i gruppi parlamentari hanno difeso l’iniziativa sull’immigrazione.
E così ha lanciato la controffensiva. In questo schema rientra la sfida al quotidiano di Antonio Padellaro, da sempre il più amato dalla galassia cinquestelle.
La colpa? Aver pubblicato un editoriale di Marco Travaglio nel quale il vicedirettore riconosce il valore del Movimento, ma avanza anche alcune critiche.
È giusto consultare gli attivisti «per le scelte strategiche », rileva Travaglio, ma «per le altre agli elettori non si può dire tutto prima».
Quanto al reato di clandestinità «i due capi dei 5Stelle hanno perso un’occasione per tacere».
La reazione non si fa attendere. Ed è affidata a un attivista che si firma “Tinazzi”.
L’accusa, la peggiore per gli ortodossi del Movimento, è di aver voltato le spalle alla causa del grillismo: «Possente campagna sul Fatto Quotidiano si legge sul blog del leader — che ha sostituito l’Unità come organo del Pd (menoelle), ricca di battute e insulti contro Grillo (nuovo leghista…) ».
Insomma, il giornale è colpevole di «sobillare» i parlamentari grillini: «Sempre vero: meglio nemici diretti, che falsi amici». Il problema, però, è che l’editoriale della discordia è firmato dal giornalista più stimato dagli attivisti cinquestelle.
E infatti la Rete non apprezza, sommergendo di dure critiche il leader.
Una rivolta interna che è solo l’antipasto di quanto accadrà nel meeting — forse martedì, forse sabato alle porte di Roma — tra i due cofondatori e la pattuglia di deputati e senatori.
Il leader e il guru ascolteranno i parlamentari.
Presenteranno l’attesa piattaforma per consultare gli attivisti, che tutto vaglierà .
Infine rilanceranno, fissando dei paletti: per decidere dei temi più controversi occorrerà consultare la Rete.
Immigrazione compresa: «E se in Aula si vota prima del responso — spiegheranno — voi non voterete».
Quanto ai dossier più sensibili, dall’eutanasia alle adozioni gay, fino alla liberalizzazione delle droghe leggere, «le proposte dovranno essere votate e poi presentate solo alle prossime elezioni».
Non tutti la prenderanno bene, anche se gli ortodossi si stanno organizzando per rompere il fronte unitario.
Di certo, i dissidenti non si tireranno indietro. Almeno, così par di capire dal consiglio che il senatore Francesco Campanella offre a Grillo: «Se vuole che il progetto arrivi lontano, deve aprire la mano e lasciarlo andare».
Tommaso Ciriaco
(da “la Repubblica“)
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