CASO PARAGON, RENZI ACCUSA IL GOVERNO DI AVER SPIATO IL DIRETTORE DI FANPAGE
“MANTOVANO E MELONI HANNO FIRMATO LA RICHIESTA DI INTERCETTARE IL DIRETTORE CANCELLATO”… RENZI ESCE ALLO SCOPERTO , COSA HA IN MANO?
“Mantovano smetta di spiare i giornalisti. È l’autorità delegata ai servizi, quindi o lui o la Meloni hanno firmato il foglio con cui Francesco Cancellato, autore dello scoop contro i giovani di Fratelli d’Italia, è stato intercettato”.
Con queste parole, il leader di Italia viva Matteo Renzi ha apertamente accusato il governo Meloni di essere responsabile del caso Paragon, la vicenda in cui è emerso lo spionaggio di decine di persone in Europa, e in Italia di diversi attivisti e del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato.
L’ex presidente del Consiglio ha mosso la sua accusa a Otto e mezzo, su La7, dopo che la premier Meloni non ha risposto alle sue domande in Aula, inclusa quella sul caso Paragon: “Io in Parlamento mi sono alzato e ho chiesto alla presidente del Consiglio, ‘sei in grado di escludere che il giornalista Francesco Cancellato sia stato
oggetto di una misura firmata o dal presidente del Consiglio o dall’autorità delegata?”. Lei non mi ha risposto dicendo che non fa pubblicità al mio libro. È un modo scandaloso di vedere le istituzioni”.
Renzi ha poi rincarato la dose: “Loro sanno perfettamente che lo hanno spiato loro, perché è un giornalista pubblicista e non professionista, e la legge 124 permette di andare sui pubblicisti”. Il riferimento è alla legge 124 del 2007, che regola i servizi segreti, e impedisce le intercettazioni (con poche eccezioni) per i giornalisti professionisti, ma non per i pubblicisti. “Quando un parlamentare di opposizione fa una domanda il presidente del Consiglio risponde. Se fugge vuol dire che è un vigliacco. E la reazione di Meloni è stata vile”, ha concluso il leader di Italia viva.
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“Le intercettazioni preventive, quelle gestite dall’intelligence, vengono autorizzate da un giudice, il procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma”, e la richiesta deve essere “firmata o dal presidente del Consiglio o dall’autorità delegata. O Giorgia Meloni o Alfredo Mantovano”. Poi l’ex presidente del Consiglio ha aggiunto che se gli fosse stata rivolta un’accusa simile quando era in carica avrebbe “fatto un caos in Parlamento”.
(da agenzie)
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