ORA PALAZZO CHIGI SMENTIRÀ ANCHE FAZZOLARI? IL GOVERNO HA RESPINTO “CATEGORICAMENTE” LA RICOSTRUZIONE SULL’ECCITAZIONE DI GIORGIA MELONI PER AVER FATTO “IMPAZZIRE LA SINISTRA”, DURANTE IL PRANZO CON GLI EUROPARLAMENTARI DI FDI A BRUXELLES
MA A CONFERMARE CHE QUELLO FOSSE REALMENTE IL PENSIERO DELLA PREMIER CI HA PENSATO “FAZZO”. L’UFFICIO STUDI DEL PARTITO, CHE SI COORDINA CON IL SOTTOSEGRETARIO, IERI HA DIFFUSO UNA “NOTA INFORMATIVA” DAL TITOLO EMBLEMATICO: “SU VENTOTENE GIORGIA MELONI DEMOLISCE LA SINISTRA”
Mercoledì sera, dopo lo show in Parlamento contro il Manifesto di Ventotene, cenando coi suoi europarlamentari a Bruxelles la premier Giorgia Meloni ha detto di essersi “divertita moltissimo” avendo fatto “impazzire la sinistra”.
Una ricostruzione raccontata ieri a pranzo da tre quotidiani – Repubblica, Messaggero e La Stampa – e confermata a questo giornale, ma smentita “categoricamente” da fonti di Palazzo Chigi, aggiungendo un’ulteriore postilla della presidente del Consiglio: “Preoccupano le ormai quotidiane notizie diffuse da alcuni media su fatti mai accaduti”.
Eppure, a dimostrare che fosse quello il pensiero della premier dopo lo scontro in aula alla Camera ci hanno pensato ieri mattina direttamente i vertici del suo partito. Di buon mattino, infatti, l’ufficio studi del partito che si coordina con Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e responsabile comunicazione del governo, invia ai deputati e senatori del partito un dossier, tecnicamente una “nota informativa”.
Un documento riservato che serve per dare la linea ai parlamentari di Fratelli d’Italia. Il titolo è emblematico: “Manifesto di Ventotene: Giorgia Meloni demolisce la sinistra”.
Quello sul manifesto di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli però non è l’unico dossier prodotto dai vertici di Fratelli d’Italia sul tema del riarmo: durante la giornata ne invia anche un altro contro le giravolte del M5S su “difesa e armi all’Ucraina”. Meloni sa che il tema dell’invio di aiuti a Kiev ha un impatto sul consenso elettorale e quindi cerca di ributtare la palla nel campo delle opposizioni, come su Ventotene.
Il primo documento serve per alzare ancora di più i toni e dimostra come quella della premier sia stata una scelta comunicativa con l’obiettivo di distogliere l’attenzione sulle divisioni interne alla maggioranza sul piano di riarmo e per provocare l’opposizione. La scelta di attaccare su Ventotene era maturata già nel fine settimana da Meloni e Fazzolari dopo la distribuzione del manifesto al corteo di Piazza del Popolo organizzato da Repubblica.
E la convinzione di aver fatto una cosa giusta è arrivata ieri mattina dopo la citazione di Ventotene fatta da Roberto Benigni mercoledì sera in diretta su Rai 1 (accusato da alcuni esponenti meloniani come Federico Mollicone). Ieri Meloni da Bruxelles ha ribadito le sue accuse anche contro la sinistra: “L’essenza di alcuni passaggi di quel manifesto è che il popolo non è in grado di autodeterminarsi, sono sconvolta dalla reazione dei parlamentari della sinistra” che mostra “un’anima nostalgica e illiberale, sono stata io a essere stata insultata”.
Una posizione che ha provocato il gelo del Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come da prassi, non era stato informato dell’intervento di Meloni e i due non hanno avuto modo di parlarne mercoledì durante il pranzo al Colle prima del Consiglio Europeo. Non c’è stato nemmeno un faccia a faccia. Mattarella non vuole farsi tirare per la giacchetta, ma negli ultimi anni è stato a Ventotene e spesso ha celebrato il manifesto come documento fondativo dell’Ue.
Non è un mistero, dunque, che i due non siano d’accordo sulla questione. Benigni un mese fa aveva fatto sapere al Quirinale che avrebbe fatto un discorso su Rai1 sull’Unione Europea.
(da Il Fatto Quotidiano)
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