CENTO PARLAMENTARI CONTRO ALFANO: RIPARTE L’ATTACCO DEI FALCHI
BATTAGLIA DI DOCUMENTI NEL PDL
Come se nulla fosse accaduto. Nè la batosta di mercoledì al Senato, nè un partito spaccato e allo sbando. Silvio Berlusconi sparge ottimismo tra le macerie del Pdl e prova a rassicurare: «Vedo sui giornali tutto questo dissenso, ma io stamattina ho parlato due ore con Alfano e non vedo le cose che sono sui giornali e le agenzie »
Esce dal Senato, dopo una riunione nello studio del capogruppo Renato Schifani.
E racconta così la retromarcia e la fiducia concessa al governo: «Abbiamo votato perchè Letta ha dato assicurazioni sulle cose da fare ai nostri ministri e nel suo discorso».
Poi torna ad attaccare la magistratura per la condanna nel processo Mediaset, bollandola come «sentenza politica». Quanto alla possibilità di finire “espulso” dal Senato per la legge Severino, il Cavaliere preferisce di sdrammatizzare: «Magari, così mi riposo ».
Hanno poco da scherzare, invece, il gruppo dei pasdaran e quello dei moderati.
L’un contro l’altro armati, battagliano a colpi di documenti.
Ieri è stata la volta di quello firmato dai cosiddetti “lealisti”.
Una replica dura al testo filogovernativo presentato dagli alfaniani il giorno della fiducia. Lo sottoscrivono in cento — tra deputati e senatori — e tra i firmatari spiccano Denis Verdini e Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Sandro Bondi, Daniele Capezzone e Daniela Santanchè
Nel partito, però, c’è chi sogna in una difficile ricomposizione.
Lo sostiene anche un falco come Sandro Bondi: «Spero ancora che si superino le divisioni». Come lui, anche due ex An come Maurizio Gasparri e Barbara Saltamartini lottano per una ricomposizione.
Ma il ministro Gaetano Quagliariello non gradisce il documento dei lealisti e su Twitter attacca: «Venti parlamentari bussano a palazzo Grazioli per una resa dei conti interna. In un giorno come questo…Senza parole».
E anche Fabrizio Cicchitto va giù duro: «Doveva essere una giornata di tregua e di riflessione nel Pdl. Ci troviamo di fronte invece ad un ulteriore atto di aggressività e di conflittualità ».
Sul fronte delle colombe, d’altra parte, molto si muove.
In prima linea c’è Roberto Formigoni, uno dei senatori pronto allo strappo: «La linea del nuovo gruppo è sospesa. Abbiamo trovato un Berlusconi dialogante e anche per questo abbiamo sospeso l’iniziativa», assicura, giurando: «Ieri eravamo settanta e oggi abbiamo ancora altre adesioni».
Salta, intanto, la manifestazione del partito annunciata per oggi. Era stata lanciata giorni fa e sarebbe dovuta servire per reagire al voto sulla decadenza del Cavaliere in Giunta per le immunità .
Ma di fronte alla scelta di votare la fiducia all’esecutivo, molto delle parole d’ordine dell’appuntamento sono evaporate e hanno consigliato l’annullamento.
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica“)
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