CENTRALI NUCLEARI? NON LE VUOLE NESSUNO… SI INDICA UN REFERENDUM
DIECI REGIONI FANNO RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO LA LEGGE DEL GOVERNO, ALTRE CINQUE SONO PER IL NO, COMPRESE QUATTRO DI CENTRODESTRA… SE SI TOLGONO QUELLE NON ADATTE COME TERRITORIO, RIMANGONO SOLO LOMBARDIA E FRIULI… SI FACCIA DECIDERE IL POPOLO ITALIANO CON UN REFERENDUM, DOPO UN SERIO DIBATTITO
Sul tema antico delle fonti energetiche e in particolare sul ritorno al nucleare l’Italia dimostra di dividersi.
Non è stato sufficiente l’imput governativo secondo cui “senza nucleare non c’è futuro” e la predisposizione delle norme relative per una ripresa della costruzione di centrali nucleari, a placare l’opposizione latente nel Paese.
In parte umorale, ma in parte anche documentata e tecnica.
Dato che nel concreto poi le centrali da qualche parte occorre collocarle, molte Regioni si sono espresse sul tema.
Ebbene la geografia politica è andata a farsi benedire, se è vero come è vero che attualmente la posizione è la seguente: ci sono ben 10 regioni che hanno addirittura deciso di far ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge che sancisce il ritorno delle centrali.
Due che, pur rinunciando al ricorso, si sono dichiarata indisponibili ad accoglierle.
Tre che hanno ormai deciso per il no che ufficializzeranno a breve. In totale siamo a quindici.
E il ricorso alla Corte non è formale, ma ci si chiede se il governo possa decidere di costruire una centrale nucleare contro il parere della Regione che è l’ente a cui è affidata la tutela dell’ambiente e del territorio.
La vicenda mette imbarazzo anche nel centrodestra, laddove, come in Sardegna, il presidente aveva condotto una campagna elettorale proprio sul “no al nucleare” e alle scorie da reattori a fissione. Coerentemente Cappellacci (Pdl) ha fatto approvare un ordine del giorno all’unanimità contrario a qualsiasi localizzazione in Sardegna.
Stesso discorso è avvenuto in Molise e sta per accadere in Campania e Sicilia.
Per contrasti interni tra Lega e Pdl, alla fine anche il Veneto pare orientato verso il no.
Trentino a Val d’Aosta non sono certo adatti a ospitare una centrale, all’Abruzzo terremotato forse non è neanche il caso di chiederglielo.
Insomma alla fine chi non ha detto ancora no sono solo Lombardia e Friuli: essendo 4 le centrali da costruire dovrebbero cuccarsene 2 a testa, un po’ troppo…
Forse sarebbe il caso di chiedere cosa ne pensano gli italiani, dopo aver spiegato bene loro pro e contro e prospettato soluzioni alternative.
Perchè secondo gli ultimi dati del Dipartimento americano i nuovi impianti previsti negli Usa per il 2020 indicano costi piuttosto elevati.
Pur calcolando il costo di una centrale da 1.000 megawatt in 3,3 miliardi di dollari e non in 8,2 miliardi, come invece dicono le ultime indicazioni di mercato, il costo di un chilowattora nucleare costerà 10,2 centesimi, contro il 9,9 centesimi dell’eolico, i 9,8 del carbone e gli 8,2 del gas.
Ma la prospettiva indica che i costi del nucleare potrebbero raddoppiare a breve.
Se si discutesse di più e si imponesse di meno forse sarebbe meglio per tutti.
Magari facendo decidere alla fine il popolo italiano.
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