FLOP SANATORIA BADANTI: MARONI DA’ I NUMERI (PURE SBAGLIATI)
SECONDO IL MINISTERO SI SAREBBERO DOVUTE REGOLARIZZARE 700.000 BADANTI E COLF, ALLA FINE SONO STATE 266.000… MARONI ORA CAMBIA VERSIONE E DICE CHE LE PREVISIONI ERANO DI 300.000…PECCATO CHE IL TESTO DI LEGGE FOSSE COMPLETAMENTO SBALLATO COME AL SOLITO (LIMITI DI REDDITO, 20 ORE SETTIMANALI)
E’ormai come sparare sulla Croce Rossa: a parlare del peggior ministro degli Interni dell’Italia repubblicana non si sa più se ridere o piangere.
Autore del più umoristico “pacco” agli Italiani, non quelli che la sera apre Max Giusti su Rai1, dove almeno gli italiani guadagnano qualche euro, ma quello denominato “pacco sicurezza”, non si era neanche inizialmente accorto che dichiarando clandestino anche il gatto di casa, aveva finito per rendere “espellibili” anche quelle badanti e colf che da anni assistono gli anziani pure nella Padagna del magna magna.
Richiamato all’ordine da una miriade di elettori leghisti incazzati, scesi dalla carrozzella e pronti a spaccargli il bastone in testa, aveva dovuto ammettere alla sanatoria le odiate badanti.
E il suo Ministero aveva trionfalmente annunciato che a settembre 700.000 badanti e colf irregolari sarebbero state messe in regola.
L’estate, come la notte, porta consigli e dopo due mesi ecco la legge pronta: un guazzabuglio di norme e paletti che ci sono voluti giorni per capirci qualcosa persino ai patronati, tutta una serie di vincoli deliranti e alla fine la montagna ha partorito il topolino: le richieste sono state appena 266.000, un terzo del previsto.
Che fa allora il buon sassofonista?
Non potendo alzare il numero delle adesioni, non gli restava che abbassare il livello delle previsioni.
Il gioco delle tre tavolette è fatto: le previsioni non erano di 700.000, ma di 300.000.
Zitti e mosca.
Alle ore 9 di ieri mattina, ultimo giorno per la mini-sanatoria, le domande sono un flop: 266.092. Riguardano più colf (161.000) che badanti e sono state avanzate principalmente da lavoratori ucraini (42.000), marocchini (38.000), moldavi (29.000) e cinesi (22.000).
Le domande più numerose vengono dalla provincia di Milano ( 50.000) e da Roma (37.000).
Quali sono i prevedibili motivi del flop?
Lo avevamo già preannunciato in un precedente, dettagliato articolo e i fatti ci hanno dato (purtroppo) ancora una volta ragione.
Ci limitiamo a rammentarne due.
Il primo è il reddito richiesto al datore di lavoro di 20.000 euro annui, una cosa insulsa, che ha impedito a decine di migliaia di persone di presentare la domanda.
Uno può, infatti, avere un reddito di 19.000 euro e possedere 200.000 euro in banca o ancora due o tre figli possono insieme contribuire al pagamento di una badante per la madre anziana, pur avendo un reddito singolo inferiore a 20.000 euro, tanto per limitarci a due esempi.
Il secondo motivo del flop sta nelle 20 ore settimanali richieste presso lo stesso datore di lavoro, come se non si sapesse che una colf quasi sempre si divide su 4-5 datori di lavoro.
Siamo all’assurdo che una che fa 40 ore presso 4 principali, 10 a testa, non può presentare domanda. Chissà che cervello bacato può aver fatto inserire una norma del genere, impedendo che una colf possa dimostrare quanto sopra, con 4 dichiarazioni disgiunte.
Un altro elemento che ha generato il flop è che molti datori di lavoro, non avendo la possibilità o la volontà di mettere in regola la badante o l’hanno messa fuori dalla porta o la continuano a tenere in nero.
Visto che la legge Maroni non prevede interventi per punire il datore di lavoro che l’ha tenuta in nero fino ad oggi, ci dite qualche sarà mai la badante irregolare che andrà a denunciare la cosa, sapendo che finirebbe immediatamente processata per il reato di clandestinità ?
Un bel servizio a chi sfrutta i clandestini…
E’ notizia di ieri che associazioni e sindacati di vario orientamento hanno chiesto una proroga dei termini per la presentazione delle domande, una revisione delle norme che abbiamo indicato ( sia sul reddito che sulle 20 ore) e l’estensione ad altre categorie di lavoratori nelle stesse condizioni. Si pensi a quanti vengono fatti lavorare in nero nell’edilizia o nell’agricoltura e che potrebbero essere messi in regola finalmente, con introiti per l’Inps e per lo Stato.
La risposta di Maroni è stata no, non se parla neppure: “chi non ne ha usufruito ha deciso di continuare a prestare lavoro irregolare”.
Come se fosse colpa di chi lavora onestamente e non di chi lo sfrutta facendolo lavorare in nero. L’importante è dare la “percezione” di sicurezza, cosa volete che conti l’umanità e la giustizia sociale per chi si versa sulla testa un pitale di acqua inquinata del Po.
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