CHI FORNISCE AL PREMIER LE STORIELLE DA OSTERIA CHE POI LUI RACCONTA IN GIRO? GIORGIO STRACQUADANIO
GRAZIE A QUESTO RUOLO DI BARZELLETTIERE STA SALENDO NELLE PREFERENZE DEL PREMIER, NOTO UTILIZZATORE FINALE… PETTINATURA DA PARROCO E BLAZER DA YACHTMAN SEMBRA ARRIVATO DA “LA SAI L’ULTIMA?” DIRETTAMENTE A MONTECITORIO
Il gioviale Giorgio Stracquadanio deputatissimo Pdl è un collezionista e questo non depone granchè: spesso i collezionisti sono vittime di ossessioni. Stracquadanio, però, ha occupato una postazione fino a poco fa inedita: quella di porta-barzellette, nel senso che le va raccogliendo.
Non per se stesso, ma per interposta persona.
L’utilizzatore finale è lui, il grande Capo Silvio.
Non che il premier l’abbia mai investito ufficialmente dell’incarico, ma la cosa è nota negli ambienti che contano (quelli dei barzellettieri): il prestigioso incarico Stracquadanio, à§a va sans dire, se lo è straguadagnato.
Ora il ridanciano deputato, pettinatura da parroco, guardaroba da yachtman, blazer marinari, oro da tutti i bottoni (giusto: a Montecitorio non si passeggia forse in Transatlantico?) è incappato in una nuova gustosa storiella.
Che gioia per Berlusconi, Stracquadanio dovrebbe essere una Pasqua! Invece, tentenna dopo l’indignazione suscitata dall’elegante barzelletta sulla mela (al sapor di… abbiamo tutti saputo di cosa) di cui è l’orgoglioso fornitore. La neo gag, a quanto pare, sarebbe terribile e quindi il Cavaliere ne andrebbe ghiotto, pronto a raccontarla pure in Consiglio europeo.
Rispetto a questa, la mela e dintorni sarebbe quasi adatta a Biancaneve, esperta del ramo, nel senso del frutto.
Il potere ha sempre creato nuovi mestieri e nuove mansioni.
Il Cavaliere gran raccontatore e inventore della militanza della barzelletta ha bisogno di un fornitore di materia prima e fresca.
Un tempo, quando la politica non era show, c’erano figure più arcaiche.
C’era lo spazzolatore di forfora (accompagnava il doge bianco Carlo Bernini). Il giocatore di spizzichino (variante del tresette caro a Ciriaco De Mita). Il segretario sommelier (Enrico Manca andava pazzo per il bicchierino di porto). Oggi Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia con psicosi dell’avvelenamento, gira con l’assaggiatore, manco fosse un Borgia, una maharani, o Alì Babà .
Il porta-barzellette è ruolo nuovo e di spicco nella filologia comunicativa del Cavaliere, uomo di spettacolo e avanspettacolo, prima di tutto.
E gli argomenti delle barzellette esprimono bene le metamorfosi e le evoluzioni del rapporto con la pancia del suo popolo, con le istituzioni, con la percezione di poter alzare il tiro. In principio, il filone preferito era napoleonico.
Poi, dalle storielle in cui Dio era suo vice e Gianni Letta girava il mondo per mausolei e santi sepolcri all’altezza, lui risorgeva e via così con miracoli di ogni tipo – altro che padre Pio – si è arrivati al simpatico genere da osteria.
Ora Stracquadanio vive in uno stato di beatitudine.
Dopo una performance in cui ha dato in escandescenze ad “Annozero” ma che secondo lui ha spezzato il gioco di Santoro (prima di andarci, ha studiato tutte le puntate precedenti), ha ricevuto una telefonata di Berlusconi: “Sei stato bravissimo”, gli ha detto.
Per paura di spezzare l’incanto in cui si trova, esita, dopo il fattaccio della mela, a riportare al premier la nuova scabrosissima barzelletta.
L’ha sottoposta come test a varie persone: ululando lo hanno pregato di interrompere il racconto: “E’ quasi da crisi di governo”.
Il barzellettiere di gran rango deve anche saper usare il pudore preventivo.
Denise Pardo
(da “L’Espresso“)
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