COLPO GROSSO A BRUXELLES: CON GENTILONI LA UE DAREBBE ALL’ITALIA GLI AFFARI ECONOMICI, DOVE PRIMA ERA COMMISSARIO MOSCOVICI
GRAZIE ALLA CACCIATA DEI SOVRANISTI L’ITALIA TORNA PROTAGONISTA IN EUROPA… DA UN COMMISSARIO DI SECONDA FASCIA A UNO CHIAVE PER RIVEDERE IL PATTO UE SULLA FLESSIBILITA’
L’Italia senza Matteo Salvini al governo, l’Italia che candida Paolo Gentiloni come commissario europeo potrebbe realmente riuscire a prendersi l’importantissimo portafoglio degli Affari Economici, più la vicepresidenza della Commissione.
A quanto apprende Huffpost da Bruxelles, l’idea che l’ex premier Dem Gentiloni prenda il posto del francese Pierre Moscovici non è solo una richiesta italiana, ma una possibilità più che concreta sul campo. In sostanza è quasi fatta.
Dopo la candidatura ufficiale decisa oggi dal primo consiglio dei ministri del Conte 2, domani Gentiloni sarà a Bruxelles per incontrare la presidente Ursula von der Leyen, decisa a presentare la nuova Commissione Ue martedì prossimo.
Non sembra ci siano ostacoli alla conquista italiana del portafoglio più ambito in Commissione, quello che ha i cordoni della borsa e che decide pollice verso o alzato sulle manovre economiche che gli Stati membri presentano ogni autunno.
La Concorrenza, la delega inizialmente promessa a Conte al consiglio europeo sulle nomine prima dell’estate, quando il governo italiano era ancora a trazione sovranista-populista, dovrebbe andare alla candidata francese Silvye Goulard, ex ministro della Difesa, vicegovernatrice uscente della Banca di Francia.
Emmanuel Macron ha chiesto questo portafoglio in quanto trattasi di un campo molto sensibile per Parigi, che a febbraio scorso si è vista bocciare dall’antitrust europeo la fusione Alstom-Siemens.
Da sottolineare che la Francia ha ottenuto anche la carica di presidente della Bce per Christine Lagarde, quando in autunno scade il mandato di Mario Draghi.
Tornando alla Commissione Ue, l’altra opzione per l’Italia era il commercio internazionale che andrà all’Irlanda, ricompensa per un paese che si ritrova stretto tra l’Ue e la Brexit, cruciale per quanto ci sarà da gestire in termini di dazi, nuovi accordi commerciali tra l’Europa e la Gran Bretagna se e quando l’uscita del Regno Unito dall’Ue sarà realizzata.
Inoltre, altri paesi Ue, anche più piccoli dell’Italia, hanno già posti di comando in ambito economico, come per esempio il Portogallo che ha il suo Mario Centeno all’Eurogruppo. Quanto alla Spagna, Pedro Sanchez ha ottenuto la casella dell’Alto Rappresentante alla politica estera per lo spagnolo Joseph Borrell. La Germania, va da sè, ha la presidente della Commissione: Ursula von der Leyen.
All’Italia, gli Affari economici, dunque. Non per esclusione, sia chiaro. Un portafoglio così di peso viene assegnato sempre con scelta consapevole e motivazioni precise. E allora quali sono quelle che conducono a Roma?
Innanzitutto, ragionano fonti Ue, con il ‘Conte 2’ l’Italia torna nell’alveo dei paesi europeisti, senza il sovranista Salvini e i suoi che minacciavano l’uscita dell’Italia dall’euro.
Ora, vista da Bruxelles, Roma appare come la capitale di un paese con i conti non in ordine, un debito alto, ma anche la volontà di non sforare i parametri Ue con la prossima manovra economica e allo stesso tempo — è l’intenzione del Pd al governo ma anche del premier Conte — cercare di rivedere il patto di stabilità e crescita.
E qui arriviamo ad un altro ordine di motivazioni che giustificherebbero l’assegnazione degli Affari economici a Gentiloni.
Primo: la Germania è in recessione. Anche oggi brutte notizie per Berlino: gli ordinativi delle aziende sono in calo del 2,7 per cento. La campanella della necessità di rivedere l’impianto economico europeo è suonata anche in Germania, a quattro anni dal disastro che piegò la Grecia, vero laboratorio dell’austerity.
Naturalmente, la discussione a livello europeo è ancora in corso. Anche i paesi nordici più rigoristi hanno opinioni pubbliche da accontentare e non saranno certo contente se prevarrà l’orientamento di concedere maggiore flessibilità .
Però la Germania, paese guida per l’Ue, influente soprattutto sui paesi nordici oltre che a est, avrà bisogno di flessibilità . Ecco perchè l’impostazione della nuova Commissione von der Leyen potrebbe essere nettamente diversa da quella di Juncker, che pure ha concesso molta flessibilità all’Italia.
Ed ecco perchè già ora a Palazzo Berlaymont girano documenti che ipotizzano una revisione del patto di stabilità e crescita, malgrado la nuova presidente non li abbia ancora adottati in questa delicata fase di ricerca di equilibrio tra nord e sud, est e ovest.
Insomma, il nuovo corso si annuncia differente, almeno nei propositi. Basti sentire Christine Lagarde che, ieri alla sua prima audizione in commissione problemi economici all’Europarlamento, ha aperto alla semplificazione delle regole europee dei conti pubblici, affinchè consentano ai governi di costruire cuscinetti da usare per politiche anticicliche durante i periodi di rallentamento.
Con un avvertimento ai policymaker: lavorate e fate il necessario perchè non debba pronunciare cose simili al ‘Whatever it takes’ di Draghi.
Con Gentiloni, il Pd conquista un’altra importante casella tra quelle legate all’Europa, dentro e fuori il governo, caricandosi quasi tutto l’impegno più europeista del nuovo esecutivo, garantito comunque in questo senso dal premier Conte.
E i Dem potrebbe conquistarne ancora un’altra a Bruxelles. Pare che la presidenza della commissione problemi economici, lasciata da Gualtieri, finirà comunque ad una eurodeputata Pd.
(da “Huffingtonpost“)
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