COME HANNO FATTO GLI ISRAELIANI A FARSI FOTTERE DAI MEZZI INFINITAMENTE PIÙ POVERI DI HAMAS? STORDITI CON UN’AZIONE MILITARE LANCIATA CONTEMPORANEAMENTE IN CIELO, TERRA, MARE E FORSE PERSINO CON ATTIVITÀ DI DISTURBO ELETTROMAGNETICO
UN RUOLO CHIAVE SEMBRA ESSERE STATO RIVESTITO DAI DELTAPLANI: L’AZIONE DI QUESTI “UOMINI VOLANTI, SINCRONIZZATA CON I BOMBARDAMENTI DI MINUSCOLI DRONI TELEGUIDATI, AVREBBE DATO UN CONTRIBUTO DECISIVO
La disfatta degli 007 israeliani ha aperto le porte dell’inferno. «Non ce l’aspettavamo ha ammesso l’ambasciatore in Francia Raphael Morav – , è il fallimento della nostra intelligence». Una catastrofe informativa mai vista prima, superiore a quella che impedì all’America di cogliere le avvisaglie dell’ 11 settembre. A Gaza è stata pianificata un’operazione con il coinvolgimento di migliaia di miliziani, senza che questo lavoro sotterraneo venisse percepito dal servizio segreto più temuto del pianeta. Una cupola di silenzio ha protetto l’organizzazione di un attacco senza precedenti, che ha scatenato una massa di mezzi primordiali seguendo una strategia sofisticata.
Hamas infatti ha messo in scena l’evoluzione della “guerra asimmetrica”, la dottrina bellica con cui il terrorismo jihadista ha tenuto sotto scacco Europa e Stati Uniti dalle Torri Gemelle in poi: ha trovato il modo di ribaltare l’inferiorità numerica e tecnologica delle sue forze per realizzare un assalto tanto brutale quanto clamoroso. Rispetto agli attentati del passato, questa volta però è stata un’azione militare su larga scala e “multidominio” ossia lanciata contemporaneamente in cielo, terra, mare e forse persino con attività di disturbo elettromagnetico.
Gli strumenti utilizzati sono poverissimi rispetto alla potenza delle armi israeliane: razzi senza sistemi diguida, deltaplani a motore, furgoncini pick up, gommoni. Seguendo però i modelli che gli iraniani sperimentano da anni, li hanno uniti in uno sciame: un’ondata simultanea di incursori superiori a quelli che le difese potessero intercettare.
È accaduto con la pioggia di razzi; migliaia in una manciata di minuti e quindi troppi perché le batterie di Iron Dome riuscissero a fermarli tutti: una percentuale minima è arrivata sui bersagli, ma è stata sufficiente a seminare morte e confusione in una parte consistente del Paese. Mentre civili e militari erano nei rifugi per ripararsi dagli ordigni, l’orda si è gettata contro Israele. Le motovedette hanno distrutto parecchi dei barchini dei jihadisti palestinesi; i droni hanno sparato missili contro diversi fuoristrada quad che puntavano verso reticolati. Altri però sono riusciti a passare e mettere in crisi le difese hitech di Israele.
Un ruolo chiave sembra essere stato rivestito dai deltaplani, che hanno trasportato guastatori armati fino ai denti oltre i reticolati della frontiera. I palestinesi li utilizzano dal 1981: un tempo decollavano dal Libano meridionale e nel 1987 gli hanno permesso di fare atterrare un miliziano accanto alle tende di un reparto dell’esercito, uccidendo sei soldati e ferendone otto. Poi gli hezbollah libanesi li hanno perfezionati, dotandoli di razzi e lanciagranate. Insomma, una minaccia ben conosciuta che eppure è piombata indisturbata sugli obiettivi. Come è stato possibile? C’è il sospetto, privo di conferme, che in alcune zone Hamas abbia impiegato apparecchi jammer per accecare i radar e rendere invisibile il raid dal cielo.
L’azione di questi “uomini volanti” – così li chiama da anni la propaganda di Teheran – sincronizzata con i bombardamenti di minuscoli droni teleguidati avrebbe dato un contributo decisivo all’apertura delle brecce nel Muro, in particolare a Sderot: hanno immobilizzato il tank Merkava che presidiava il confine, mitragliato le pattuglie di guardia e gettato cariche di tritolo contro le barriere. Nei varchi si sono rapidamente infilate le camionette dei rinforzi, sparando all’impazzata sui passanti, e l’intero dispositivo difensivo è semplicemente collassato: centinaia di miliziani hanno fatto irruzione nel territorio di Israele.
Almeno due caserme fortificate sono cadute in mano ai jihadisti, che hanno catturato tre Merkava. Per avere un’idea dell’asimmetria, ognuno di questi carri armati d’ultima generazione costa 5 milioni di euro; i deltaplani e i droni che li hanno sconfitti si acquistano con 5mila euro.
La risposta è stata incredibilmente lenta. C’è un altro aspetto di questa offensiva da non sottovalutare: la regia mediatica. Hamas ha inondato i social di filmati dell’invasione, mostrando i combattimenti, decine di civili e militari catturati, lo scempio dei corpi delle vittime. Immagini praticamente in diretta che hanno amplificato il risultato raggiunto sul campo, spargendo un proclama di odio che mira a infiammare l’intero mondo arabo.
(da La Repubblica)
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